Il mondo fino in fondo recensione del film con Filippo Scicchitano (I)

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Loris e Davide sono fratelli, hanno una fabbrica nel nord Italia. Sono diversi: Loris è un imprenditore, conformista, tifoso di calcio, con una moglie e forse un figlio in arrivo. Davide è appena maggiorenne, la fabbrica di famiglia gli va stretta, è gay, ma non osa dirlo ai suoi. Per caso si trova a Barcellona col fratello, che vuole vedere l’Inter in trasferta. Lì Davide conosce Andy, un ambientalista cileno di cui s’invaghisce, e decide di partire con lui per il Cile. Per tutti comincia così un viaggio che li porterà fino in Patagonia: Loris va in cerca del fratello, mentre Davide conosce gli amici di Andy e il mondo dell’attivismo ecologista, cercando di capire meglio se stesso.

 

Alessandro Lunardelli esordisce nel lungometraggio con questa commedia on the road – presente fuori concorso al Festival di Roma, sezione Alice nella città – ambientata tra Italia, Spagna e Cile. Ma si fa prendere dalla metafora del viaggio, dall’azione, dai cambi di location, dalla voglia di dire tante cose e non riesce ad andare davvero fino in fondo (suoi anche soggetto e sceneggiatura, con Vanessa Picciarelli). I temi sono tanti. Personali: l’omosessualità, il rapporto fra fratelli, il tradimento, la maternità. Sociali, culturali e politici: il perbenismo ottuso della provincia italiana, il libertarismo, l’ambientalismo, la politica come impegno comune, la dittatura cilena. Tante le parentesi aperte, tanti i personaggi incontrati nel cammino dai protagonisti, troppi. Difficile tenere tutto insieme e trattare come meritano almeno i temi centrali: omosessualità, rapporto tra fratelli, ecologia.

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Così accade che Davide (Filippo Scicchitano) sia gay, ma la sua storia con Andy non sia sviluppata, né quella con altri uomini. Un’omosessualità accennata o espressa con poca convinzione. È incerto, impacciato, mai davvero a suo agio – in famiglia, in azienda, nei locali gay, nel mondo degli attivisti – non parla di sé e non bastano pochi gesti istintivi a definirlo. Sembra sempre un passo indietro rispetto alle sue scelte. Ne risente anche la resa di Scicchitano, che non riesce, se non in qualche momento, a ritrovare la vivida efficacia di Scialla! Se la sua figura fosse emersa maggiormente avrebbe creato anche una dinamica più interessante con Loris: il suo antagonista involontario, il personaggio più da commedia, che diverte il pubblico. È sfortunato, gli capita tutto ciò che può sconvolgere i suoi parametri e metterlo in difficoltà. Incarna alcuni stereotipi. È provinciale, limitato, un po’ingenuo, in fondo affezionato al fratello minore. Gli dà vita ed efficacia Luca Marinelli.

Il ritmo del film poi è diseguale: veloce nella prima parte, lento nella seconda, attraverso continue soste che prolungano il viaggio verso il ghiacciaio, con rari momenti significativi.

Scilla Santoro
Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni c'è proprio la musica (rock e pop), assieme alla pittura e all'arte in genere.

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