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Il Segreto di Liberato, recensione del documentario sul musicista partenopeo

Distribuito da Be Water, il film arriva nelle sale italiane il 9 maggio, per una settimana.

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A Napoli tutti hanno un segreto. Con questa premessa, quasi una giustificazione, si apre Il Segreto di Liberato, il documentario sull’ascesa del musicista partenopeo che ha costruito intorno al mistero della sua vera identità una mitologia che si alimenta con il sound evocativo e assai specifico, della sua produzione. Ma quanto è importante il mistero della sua vera identità di fronte all’emozione che la sua musica riesce a smuovere?

Intorno a questa domanda si srotola la storia raccontata a otto mani da Francesco Lettieri, Giorgio Testi (per la parte in live action), LRNZ e Giuseppe Squillaci (per le sequenze animate) e che mescola il linguaggio del documentario convenzionale, con il racconto di un viaggio di formazione affidato all’animazione.

Il Segreto di Liberato, cosa racconta il documentario

E così testimonianze e interviste ai collaboratori di Liberato, immagini rubate, filmati di repertorio e riprese della città di Napoli, grande co-protagonista della storia, si intrecciano con un film d’animazione in cui assistiamo alla crescita e alla formazione, musicale, emotiva, sessuale, umana, di un ragazzino con l’ambizione della musica e “la guerra in testa”. Due racconti che si intrecciano e in armonia accompagnano lo spettatore dalla nascita del “fenomeno Liberato” con l’uscita del videoclip di 9 maggio, fino al tour europeo dell’estate 2023, aprendo una porta sul passato del misterioso artista.

Il Segreto di LiberatoLa narrazione documentaristica si snoda attraverso i racconti personali di chi ha interagito negli anni con Liberato, condividendone non solo il segreto dell’identità, ma soprattutto il progetto artistico, le passioni, il modo di fare, la filosofia di vita. Francesco Lettieri, già regista dei videoclip dell’artista, è non solo regista, ma anche trai protagonisti di un racconto tanto divertente e coinvolgente nella parte live action, quanto romantico e malinconico nelle splendidamente sequenze animate. Immagini pure e potenti, capaci di restituire quello stato d’animo tipico della (post) adolescenza, quando le emozioni sono percepite amplificate e totalizzanti, a fior di pelle, e ogni strada sembra contemporaneamente impraticabile eppure l’unica percorribile.

Mentre la troupe di Liberato lo accompagna nel “Turnamm’ a cas’” tour dell’estate 2023 (di sole tre tappe “perché sei scarso”, lo prendono in giro in una scena del film), tra risate, aneddoti e il protagonista stesso, opportunamente mascherato e truccato, che si racconta senza mai prendersi troppo sul serio, i disegni di LRNZ (Lorenzo Ceccotti) prendono vita in flashback in cui un’animazione essenziale e sensuale racconta la storia di un ragazzino con la vocazione per la musica e con l’amore per Napoli, adottando un linguaggio potente e realistico, vero, nonostante indugi spesso in visioni, suggestioni e momenti onirici.

Tra tammorre e distorsioni elettroniche

Il Segreto di Liberato tenta anche di analizzare le ragioni del successo dell’artista, coinvolgendo discografici e critici musicali che hanno seguito dall’inizio la nascita di questo fenomeno. E persino chi di musica capisce poco e niente si rende conto che in quel miscuglio di linguaggi, tempi storici e stili c’è qualcosa di particolare e irresistibile. La musica di Liberato riesce a essere universale, a-temporale e contemporanea, mescola sonorità sintetiche e tradizionali, tammorre e distorsioni elettroniche, mixando la musicalità della lingua napoletana arcaica con la sintesi dell’inglese, generando un ritmo trascinante e tribale, viscerale, evocando demoni e divinità. E tutto questo appare inequivocabile e lampante nelle scene riprese dai suoi concerti in giro per l’Europa e a Napoli.

Napoli. Quella città/ventre che lo ha visto nascere e crescere, che lo tiene incollato alle sue strade e al suo mare, che popola la morfologia delle sue canzoni di luoghi e personaggi fantastici, che ama visceralmente e dalla quale è ricambiato con ardore. Quella stessa città che gli ha permesso di festeggiare uno scudetto storico, chiamandolo, da solo con un pianoforte, a suonare in mezzo al prato dello Stadio Diego Armando Maradona, il 7 maggio del 2023, con addosso una maglia della squadra con il numero 95. No, non 95 ma 9-5, 9 maggio.

9 maggio m’è sfunnat

Si tratta di una data speciale, per Liberato. Non è solo il titolo del suo primo singolo, ma un appuntamento per tutti i suoi fan. È sempre successo qualcosa di speciale il 9 maggio. Quest’anno arriva al cinema, per una settimana, il film-evento che celebra non solo il personaggio, ma anche il suo percorso, la sua squadra, i suoi fan, la sua città. Il Segreto di Liberato sembra anche svelarci (sul serio?) perché questa data è così importante, ma è l’unico mistero su cui fa luce. Alla fine della visione non sappiamo chi c’è dietro la maschera, forse perché, un po’ come l’Uomo Ragno, Liberato possono essere tutti: egli è una città, è un pensiero, è un modo di vivere, di fare musica, di amare, di tifare Napoli. È un ragazzino che in un giorno di pioggia, decide di tirarsi su il cappuccio della felpa. E nascondendosi dietro a una maschera si è… Liberato.

Sommario

Il documentario è un viaggio nel mistero, appassionante e stupefacente, una lettera d'amore all'artista e alla sua Napoli.
Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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