La ragazza del treno: recensione del film con Emily Blunt

La ragazza del treno

Tratto dall’omonimo best seller di Paula Hawkins, arriva al cinema La ragazza del treno, thriller con protagonista Emily Blunt nel difficile ruolo di una donna che ha perso tutto e che vede nella felicità altrui una speranza anche per sé, fino a che qualcosa di terribile non arriva a distruggere per sempre anche i suoi pochi sogni.

 

La storia raccontata in La ragazza del treno è quella di Rachel Watson, una giovane donna che non ha superato il suo divorzio e il fatto che il suo ex si sia prontamente risposato, e che si è attaccata troppo alla bottiglia, arrivando a perdere anche il lavoro. Ciò nonostante, prende ogni mattina il treno dei pendolari come se ancora dovesse recarsi in ufficio, guardando fuori dal finestrino e fantasticando sulle cose e le persone che osserva: in particolare, la sua attenzione si fissa su una coppia che, nella sua immaginazione, ritiene perfetta. Un mattino, però, Rachel vede la lei della coppia assieme a un altro uomo, e dopo pochi giorni la ragazza sembra essere svanita nel nulla. Rachel inizierà a indagare sulla sorte di questa sconosciuta, scoprendo una verità sconcertante.

La ragazza del treno recensione del film con Emily Blunt

Che fine ha fatto Tate Taylor? Quel regista che nel 2012 con brio, delicatezza e intelligenza ci aveva regalato The Help (altro adattamento da romanzo), adesso si arena nella trasposizione di un thriller psicologico che vuole rifare La Finestra sul Cortile senza però averne lo smalto, lo spirito innovativo, registico e tematico, risolvendosi in un pastrocchio drammatico e dalla risoluzione affrettata che funziona solo a metà.

L’aspetto molto interessante del film che gioca sui punti di vista, sui racconti, sulla fallacità del ricordo si disperde a causa di un racconto blando che si bea nelle magnifiche atmosfere invernali in cui è immerso, senza mai giungere al cuore dello spettatore.

La ragazza del treno

Nella prima parte della storia, Emily Blunt conduce il racconto con un ruolo costruito sui cliché che nonostante sia scritto in modo banale non offusca le ottime doti di interprete della Blunt che rimane comunque credibile. Con lei brillano anche le altre interpreti femminili del cast, Haley Bennet, dai lineamenti affilati e dal corpo sensuale, e Rebecca Ferguson, regale ed elegante.  Non reggono il confronto Luke Evans, nonostante il fascino, Edgar Ramirez, nonostante la bravura, e Justin Theroux, il peggiore dei tre.

Nonostante una qualità recitativa sotto tono, è nella scrittura e nell’adattamento che va riscontrato il problema de La ragazza del treno che, come spesso accade alle pellicole tratte dai bestseller estivi, nasconde la “fregatura” dietro l’angolo. Da Il Codice Da Vinci e Cinquanta Sfumature di Grigio, la recente storia dell’editoria è piena di “casi” di romanzi di successo di mediocre livello che si traducono in film di pari valore. E se la nostra ragazza, su quel treno ci sale di proposito, per spiare e indagare un mistero sanguinoso e violento, noi vorremmo scendere alla prima fermata disponibile.

La ragazza del treno

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
la-ragazza-del-treno-recensioneE se la nostra ragazza, su quel treno ci sale di proposito, per spiare e indagare un mistero sanguinoso e violento, noi vorremmo scendere alla prima fermata disponibile.