L’Accident de piano: recensione del film con Adèle Exarchopoulos – RoFF20

Quentin Dupieux torna a dirigere Adèle Exarchopoulos in una commedia nera che sbeffeggia il nostro contemporaneo sempre più insensato.

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Grottesco, surreale e irriverente, il cinema di Quentin Dupieux si è scolpito un posto tutto suo nella recente cinematografia francese. Estremamente prolifico (dal 2019 ad oggi ha girato ben 8 film), Dupieux conferma tutto ciò che si è sin qui pensato e detto del suo lavoro come regista con L’Accident de piano, un film che aggiornando e ribalta il suo precedente Doppia pelle, dando vita ad uno dei suoi personaggi più inquietanti e irraggiungibili, attraverso cui ritrae un mondo ormai impazzito.

Se il protagonista di Doppia pelle, interpretato da uno spassoso Jean Dujardin, andava in giro riprendendosi mentre uccide tutti i possessori di giacche di pelle di daino (volendo essere l’unico a possedere quel capo), aizzato da un’aspirante montatrice intenzionata a guadagnare da quelle macabre riprese, in L’Accident de piano torna dunque il tema del filmare il dolore, del renderlo oggetto di spettacolo da cui trarre profitto. Una realtà ormai ampiamente diffusa, che Dupieux affronta con rinnovato cinismo e delirio.

La trama di L’Accident de piano

Protagonista del film è Magalie (Adèle Exarchopoulos), una star del web diventata ricca e famosa grazie a contenuti estremi e scioccanti diffusi sui social media. Fin dall’adolescenza ha costruito un impero mediatico mostrando al mondo le sue imprese al limite del tollerabile. Si sottopone a esperimenti di autolesionismo utilizzando oggetti come martelli, punteruoli da ghiaccio, mazze da baseball e persino una lavatrice in caduta libera. Tutto documentato, condiviso, monetizzato. A renderla unica, e a suo modo invincibile, è una rara condizione medica: l’insensibilità congenita al dolore.

Jérôme Commandeur e Adèle Exarchopoulos in L'Accident de piano
Jérôme Commandeur e Adèle Exarchopoulos in L’Accident de piano. Foto di ©2025 CHI FOU MI PRODUCTIONS

Ma durante le riprese del suo ultimo video, qualcosa va storto. L’incidente è grave. Magalie scompare dai radar e si ritira, lontano da tutto e da tutti, in un lussuoso chalet tra le montagne, accompagnata solo da Patrick (Jérôme Commandeur), il suo devoto assistente personale. La tregua però è breve. Un’ostinata giornalista, Simone Herzog (Sandrine Kiberlain), a conoscenza di un segreto legato a un incidente avvenuto con un pianoforte che potrebbe rovinare Magalie, la raggiunge con una minaccia: o concede un’intervista esclusiva o sarà denunciata alla polizia.

Dupieux ci mette di nuovo alla berlina

Di certo Dupieux sa come catturare l’attenzione dei suoi spettatori. Oltre a Doppia pelle, si ricordano anche Daaaaaalí!, descritto come un “vero falso biopic” sull’artista surrealista, oppure il più recente Le Deuxième Acte, fondato sul continuo intrecciarsi tra realtà e finzione cinematografica. Opere dunque capaci di infrangere in mille pezzi lo schermo per proporre un andare contro i canoni e contro il prevedibile che ha sempre un suo certo fascino (aiuta poi la breve durata dei film, tutti sotto i 90 minuti).

Eppure, quelli che potrebbero in apparenza sembrare dei meri giochi, esercizi di stile o sfide alla sopportazione degli spettatori, nascondono profonde e spesso lucide riflessioni sulla contemporaneità, che Dupieux mira a smascherare in tutta la sua natura caotica e perversa. Nel caso di L’Accident de piano l’obiettivo è chiaro: non tanto quella categoria di influencer e intrattenitori pronti a monetizzare il dolore, quanto gli spettatori affamati di questo tipo di contenuti ad essere oggetto di scherno.

Adèle Exarchopoulos in L'Accident de piano
Adèle Exarchopoulos in L’Accident de piano. Foto di ©2025 CHI FOU MI PRODUCTIONS

Il film è così un coerente nuovo tassello nella filmografia di Dupieux, che realizza una satira tagliente delle derive del mondo contemporaneo, esplorando l’ossessione per la condivisione, la monetizzazione delle esperienze estreme e le conseguenze sociali e psicologiche della viralità. Viene da chiedersi come sia possibile che ciò che si vede praticare alla protagonista non sia il frutto di pura invenzione, ma ispirato a realtà ormai diffuse e sostanzialmente accettate. Per questo, il tono sopra le righe adottato dal regista dunque ben si sposa con l’assurda realtà di cui narra, amplificando la portata del suo impatto.

Un tono bilanciato però da un minimalismo nelle location e nei personaggi che ricorda quello di Le Deuxième Acte, che se da un lato rafforza l’atmosfera di chiusura e predispone un terreno ideale per le situazioni assurde, dall’altra permette di costruire una crescente tensione psicologica che ricorda opere come Carnage, dove violenza, follia e orrore possono scoppiare in ogni momento. Così, Dupieux ci porta a ridere ma anche a temere per l’incolumità dei personaggi e quindi per quella di noi umani, sempre più esposti a fenomeni che non sembriamo comprendere né saper gestire.

Adèle Exarchopoulos si conferma un portento in L’Accident de Piano

A dare un preciso volto a tutta questa follia c’è la sempre bravissima Adèle Exarchopoulos. Divenuta iconica per La vita di Adele, ma distintasi anche in film come Generazione Low Cost e L’amore che non muore, l’attrice ritrova Dupieux dopo aver recitato per lui in Mandibules – Due uomini e una mosca e Fumare fa tossire. Si fa così di nuovo interprete delle folle del regista, riuscendo a restituire non solo profondità emotiva e autenticità al proprio personaggio ma all’intero film.

L'Accident de piano
3.5

Sommario

Con “L’Accident de piano”, Quentin Dupieux firma una nuova satira feroce sulla spettacolarizzazione del dolore e la compulsione alla condivisione. Grottesco e disturbante, il film colpisce più gli spettatori affamati di contenuti estremi che i creatori stessi, e lo fa con l’inarrestabile bravura di Adèle Exarchopoulos.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.

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