“Don’t ever stop me if I’m
fucking up. If I am a dickhead let me know please.”
(“Non fermarmi mai se sto sbagliando. Se mi comporto da
stronzo, per favore, dimmelo.”)
Con questa scritta, diretta e vulnerabile, si apre Mad Bills to Pay (or Destiny, dile que no soy malo), l’esordio alla regia di Joel Alfonso Vargas, che firma una delle opere più autentiche e vibranti presentate nella sezione Progressive Cinema della Festa del Cinema di Roma. Ambientato nel Bronx, il film racconta la crescita improvvisa e dolorosa di un ragazzo che deve imparare a diventare adulto e imparare dai propri errori prima del tempo.
Mad Bills to Pay: una storia di crescita tra spiaggia e cemento
Rico (Juan Collardo), diciannovenne di origini ispaniche, vive con la madre e la sorella Sally (Nathaly Navarro). Trascorre le giornate vendendo “Nutties” – drink artigianali e illegali, ottenuti mischiando alcol e succhi – sulla spiaggia libera di Orchard Beach. Tutto cambia quando scopre che Destiny (Destiny Checo), una ragazza di sedici anni con cui ha avuto una relazione occasionale, è incinta.
Rico accoglie la notizia con una sorprendente serenità: decide di prendersi cura di Destiny, la porta a vivere in casa nonostante le resistenze della madre e della sorella, e si convince che il bambino sarà un maschio. “Voglio essere il padre che non ho avuto”, afferma con disarmante semplicità. È questo il cuore del film: il desiderio di riscatto di un giovane che tenta di costruire, in mezzo al caos, una nuova idea di famiglia.
Crescere prima del tempo
Vargas racconta una storia di formazione maschile, coming of age, con una sensibilità inconsueta, lontana da qualsiasi retorica machista o da cliché del cinema urbano americano. Il Bronx non è rappresentato come un inferno sociale, ma come un ecosistema complesso e pieno di contraddizioni: le case popolari, i murales, la musica reggaeton che si mescola alle urla dei bambini e al rumore dei treni sopraelevati.
Rico si muove in questo ambiente con un misto di ingenuità e determinazione, oscillando tra i sogni e la necessità. Vuole smettere di bere, trovare un lavoro, e diventare un punto fermo per Destiny, che nel frattempo sogna di studiare in futuro economia al college. Il loro conflitto – lui che immagina un futuro familiare ma ha difficoltà a mettersi sulla buona strada, lei che teme di rinunciare al proprio – è il motore emotivo del film. Il sottotitolo, Destiny, dile que no soy malo (“Destiny, digli che non sono cattivo”), diventa una supplica universale: il bisogno di essere visti come migliori di ciò che si è stati.
Lo sguardo di Vargas in Mad Bills to Pay: tra realismo e poesia urbana
La regia di Alfonso Vargas colpisce per il suo equilibrio tra spontaneità e consapevolezza visiva. Nativo del Bronx, la sua visione scenica permette allo spettatore di passeggiare nelle vie che hanno segnato la sua giovinezza. L’inquadratura è spesso ampia, quasi grandangolare, includendo nei margini lo spazio urbano che ingloba i personaggi. Rico e Destiny appaiono piccoli tra i palazzi e le spiagge, frammenti di un mondo che li osserva ma non li ascolta. Questa scelta visiva traduce perfettamente il tema del film: la difficoltà di affermare la propria voce in un contesto che tende a soffocarla.
Vargas adotta una fotografia calda e naturale, prediligendo la luce del tardo pomeriggio, come se la storia si svolgesse costantemente in una zona di transizione – tra infanzia e maturità, tra giorno e notte, tra illusione e responsabilità. Il montaggio fluido accompagna il ritmo della crescita di Rico, alternando scene di quotidianità a momenti di pura introspezione.
Un debutto che promette
Mad Bills to Pay (or Destiny, dile que no soy malo) è un racconto di formazione intimo e universale, che cattura con sincerità la fragilità dei primi passi verso l’età adulta. Alfonso Vargas firma un esordio che sorprende per maturità narrativa e per la capacità di fondere realismo e tenerezza.
Rico non è un eroe, ma un ragazzo che tenta di non “sbagliare più”, come nella frase iniziale del film: una confessione, ma anche una promessa.
Mad Bills to Pay (or Destiny, dile que no soy malo)
Sommario
Mad Bills to Pay (or Destiny, dile que no soy malo) è un racconto di formazione intimo e universale, che cattura con sincerità la fragilità dei primi passi verso l’età adulta.