Megamind: recensione del film d’animazione

Megamind

Megamind è il supercriminale più brillante che il mondo abbia mai conosciuto. E il meno riuscito. Nel corso degli anni ha cercato di conquistare Metro City in ogni modo immaginabile. Ogni tentativo, è stato un fallimento colossale grazie al supereroe mascherato conosciuto come “Metro Man”, un eroe invincibile, fino al giorno in cui Megamind lo uccide in preda a uno dei suoi pasticciati piani malvagi.

 

Improvvisamente, Megamind non ha uno scopo. Un supercriminale, senza un supereroe. Si rende conto che il raggiungimento dell’ambizione della sua vita è la cosa peggiore che gli sia mai accaduta. Megamind decide che l’unico modo per uscire dalla sua routine è quello di creare un nuovo avversario, l’eroe chiamato “Titan”, che promette di essere più grande, migliore e più forte di quanto sia mai stato Metro Man. Titan molto presto comincia a pensare che sia molto più divertente essere un cattivo che un bravo ragazzo. Ma Titan non solo vuole governare il mondo, vuole distruggerlo. Ora, Megamind deve decidere: può sconfiggere la sua diabolica creazione? Può l’uomo più intelligente del mondo prendere la decisione più intelligente per una volta? Il genio del male può diventare l’improbabile eroe della propria storia?

Questi interessanti presupposti rendono Megamind un film classico, dalle dinamiche narrative ben scritte e costruite, a partire dalla caratterizzazione dei personaggi. Una commedia d’animazione che può benissimo definirsi americana per il suo buonismo e il trionfo dei buoni sentimenti, ma che allo stesso tempo regala momenti davvero brillanti e di puro divertimento. Ricordiamo che, come è ormai consuetudine per i film d’animazione made in USA, il cast di doppiatori è formato da superstar, con in pole position Will Ferrell, Tina Fey, Jonah Hill, David Cross e il super divo Brad Pitt.

Il regista Tom McGrath, che ha in curriculum il primo e il secondo episodio di Madagascar, riporta sullo schermo una allegra e variegata combriccola di personaggi, che come era già successo per i film precedenti, mettono in gioco non solo risate, ma anche riflessioni personali sull’importanza delle scelta nella vita e del rapporto tra il bene e il male. Riflessioni che forse hanno un che di retorico, ma che senza dubbio non cessano di fare bene al cuore e all’umore, soprattutto a quello degli adulti. Il film adotta la ormai onnipresente tecnologia stereoscopica con risultati non eccezionali, ma comunque gradevoli.

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