Mistero a Crooked House: recensione del film con Glenn Close

Mistero a Crooked House

La prossima stagione cinematografica omaggerà la regina del giallo Agatha Christie, con ben due titoli tratti da due grandi romanzi della letteratura noir. Ma se per Assassinio sull’Orient-Express dovremmo aspettare la stagione natalizia, Mistero a Crooked House arriva da noi nel pieno dei festeggiamenti di Halloween, il 31 ottobre. Il film è tratto dal libro “È un problema”, che la Christie dichiarò essere il suo scritto preferito, edito da noi da Mondadori. La storia, ambientata nell’Inghilterra anni ’50, mette insieme tutti gli elementi tipici del genere. Una dimora immersa nella campagna dove avviene un misterioso omicidio. Una numerosa famiglia dove tutti sono sospettati. Uno scaltro investigatore privato che risolverà l’intrigata faccenda.

 

Mistero a Crooked House, il film

Mistero a Crooked House è un dramma corale, dove più che sull’omicidio in sé, ci si concentra sulle dinamiche distorte (ovvero crooked in inglese, nomen omen) della famiglia Leonides, il cui ricco patriarca è stato ucciso nella speranza, forse, di ottenerne il cospicuo patrimonio. A fare da anfitrione questa volta non troviamo né Hercule Poirot né l’adorabile Miss Marple – i due investigatori-feticcio dei maggiori successi di Agatha Christie – ma un più anonimo Charles Hayward (interpretato, ahinoi, dall’altrettanto anonimo Max Irons). Muovendoci nei meandri della labirintica Crooked House,  facciamo la conoscenza dei suoi strambi abitanti. Tra questi spicca la particolare e divertente interpretazione di Gillian Anderson (la Dana Scully di X-Files), qui alle prese con un ruolo totalmente sopra le righe rispetto ai suoi tradizionali, che senza prendersi troppo sul serio gioca a fare il verso alla Norma Desmond di Viale del Tramonto.

Mistero a Crooked House, il film

Mistero a Crooked HouseAltra menzione d’onore va ovviamente alla bravissima Glenn Close, qui nel ruolo di una bizzarra zia armata di fucile da caccia e battute taglienti. Fin qui le note positive di Mistero a Crooked House che però, nel suo complesso, si rivela un’operazione piuttosto fiacca. A nulla è valso aver assunto lo sceneggiatore premio Oscar di Gosford Park, Julian Fellowes, che forse nella speranza di bissarne il successo, cerca di riproporne le atmosfere ma senza riuscirci. Forse anche per colpa dei due attori protagonisti, l’investigatore di Max Irons e la donna da lui amata, nipote ed erede dei Leonides, interpretata da una Stefanie Martini monocorde. Il resto del cast, seppur molto bravo ed azzeccato, non fa che da contorno ai due personaggi troppo giovani e poco credibili.

Nella speranza di riecheggiare le ambientazioni à la Downton Abbey, Mistero a Crooked House latita nel trovare un vero punto di svolta nella storia, che langue dopo una ventina di minuti. E la soluzione dell’enigma finale, palleggiata da un sospettato all’altro, è davvero troppo semplicistica ed inverosimile. Pur se encomiabile quindi il tentativo di riproporre sul grande schermo un genere come quello del giallo/ noir senza violenza ma pieno di colpi di scena, che era sparito da tempo, Mistero a Crooked House è una “operazione nostalgia” alquanto fallita. Aspettiamo dunque con ansia il vero grande capolavoro della Christie, quell’Assassinio sull’Oriente-Express diretto da sir Kenneth Branagh che con un cast stellare si ripromette di essere molto più interessante

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Giulia Anastasi
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mistero-a-crooked-house-con-glenn-closePur se encomiabile quindi il tentativo di riproporre sul grande schermo un genere come quello del giallo/ noir senza violenza ma pieno di colpi di scena, che era sparito da tempo, Mistero a Crooked House è una “operazione nostalgia” alquanto fallita.