Nessuno mi può giudicare: recensione del film con Paola Cortellesi

Nessuno mi può giudicare film recensione

Arriva nelle sale italiane Nessuno mi può giudicare la nuova commedia diretta da Massimiliano Bruno e con protagonisti assoluti Paola Cortellesi e Raoul Bova.

 

In Nessuno mi può giudicare Alice è una donna ricca, razzista e un po’ cafona che trascorre la sua vita organizzando feste e dando ordini al suo personale extracomunitario. Quando però il marito imprenditore muore in un incidente, lei rimasta sola con suo figlio, si troverà costretta per la prima volta nella sua vita a lavorare per pagare il debito che suo marito le ha lasciato in eredità.  Venderà tutto e si trasferirà quindi nei quartieri popolari di Roma, e realizzerà che di lavori che possano fruttarle abbastanza da permetterle di pagare il debito evitando le galera e mantenere suo figlio con lei ce ne sono davvero pochi. Così deciderà suo malgrado di fare la escort. La storia in questi termini sembra sicuramente tragica, e nella sua intimità riflette una società del compromesso, la nostra purtroppo, nella quale le persone in difficoltà spesso fanno ciò che non vogliono per riuscire a cavarsela, proprio come Alice.

Ma la forza del film è proprio questa, trattare di argomenti scomodi e di forte impegno sociale con ironico divertimento, senza mai cedere al patetismo, scivolando lievemente e solo di rado nel prevedibile buonismo che è tipico e costitutivo della commedia. In Nessuno mi può giudicare si ride di gusto e con irriverente trasporto: le razze e i razzisti, i ricchi e i poveri, i raffinati e i cafoni, i politici e i loro vizietti, tutto diventa materia di uno sguardo, quello di Massimiliano Bruno alla sua opera prima al cinema, acuto ed intelligente, che lavora sulla battuta con grande cura e con un ottimo risultato. A tenere il timone è una splendida Paola Cortellesi che nei panni succinti della escort Alice rappresenta con la sua consueta ironia un personaggio che invece ha tutte le carte in regola per essere tragico. Accanto a lei Raul Bova, mai così trucido (e bello), che si cala completamente nel ruolo scomposto di Giulio, squattrinato gestore di un call centre.

Nessuno mi può giudicare film recensione

Ma anche Rocco Papaleo il becero razzista, Anna Foglietta escort in carriera dal cuore d’oro, Valerio Aprea depresso di costituzione,  la ‘strana coppia’ Lucia Ocone e Lillo, condomini rozzi ma dal cuore d’oro, ogni singolo personaggio è curato nei dettagli, merito di un lavoro di tornio che da spessore al film, in una commedia trascinante. E gli attori, dai più piccoli ai più grandi, danno un contributo fondamentale; Bruno si diverte e mettere ‘fuori parte’ i suoi, trasformando il bello e pulito Bova in rozzo ‘trucidone’, la divertente Cortellesi in sensuale escort (senza mai scadere nella volgarità!), la raffinata Ocone in pacchiana romanaccia, mantenendo l’armonia e l’equilibrio, senza mai uscire dalle righe e regalando larghi e abbondanti sorrisi. Nessuno mi può giudicare è un film di scrittura, fatto bene, che racconta di personaggi e di temi sociali con il gusto dolce amaro della commedia di una volta.

- Pubblicità -