Noah recensione film

Arriva al cinema il 10 aprile Noah, di Darren Aronofski, che vede protagonista Russell Crowe nei panni dell’eroe biblico incaricato da Dio di costruire un’arca e di salvare il creato dal diluvio universale che ripulirà la Terra dalla malvagità umana. Con la moglie e i suoi figli, Noah cerca di adempiere il suo compito, ma il cuore dell’uomo è mutevole e soprattutto non tutti gli uomini sono docili al volere di Dio, e così il nostro dovrà fare i conti non solo con la cattiveria degli altri, ma anche con la difficoltà di fare delle scelte

 

Noah riporta sullo schermo il genere peplum, che in altri tempi, con altri titoli (Ben Hur, La Tunica) e con un altro pubblico (più abituato a ritmi lenti e riflessivi) ha avuto una grande fortuna. Adesso Aronofski ci riprova, ma alla sua maniera, realizzando un racconto dai toni fantasy (proprio così), fortemente improntati su un discorso linguistico riconoscibile nello stile del regista. Partendo da una storia biblica molto breve, il regista de Il Cigno Nero realizza un racconto articolato che fonde mitologia, religione e umanesimo, mettendo l’uomo/Noah di fronte alle sue debolezze e ai suoi compiti.

Ovviamente il testo sacro è ampliato, arricchito e ‘perfezionato’ per dar vita ad una storia che nei ritmi e nelle immagini ci propone un mondo antico e pre-storico, ma che nelle argomentazioni rischia di essere fin troppo moderno e attuale. Il problema però è che Aronofski ci pone davanti ad un discorso disarticolato e confuso, in cui non c’è mai l’assoluzione né la condanna, in cui il finale, pur liberatorio, lascia una profonda inquietudine sul destino dell’umanità all’interno della finzione del racconto.

Noah Film

Protagonista di questa vicenda biblico/fantastica è Russell Crowe, che a 13 anni da A Beautiful Mind, riabbraccia come compagna di set Jennifer Connelly, uno dei talenti più grandi della sua generazione, oltre che una delle donne più belle dello star system. Con loro un terzetto di giovani attori: l’ex Pearcy Jackson Logan Lerman nei panni del  figlio turbolento; il giovane Romeo Douglas Booth, visto appunto nell’ennesimo rifacimento shakespeariano ad opera di Carlo Carlei; Emma Watson, che non ha bisogno di presentazioni. A chiudere il cerchio ci sono Anthony Hopkins e Ray Winstone, quest’ultimo nei panni del villain, la discendenza di Caino, il male fatto uomo che allo stesso insinua il dubbio e espone la sua convincente versione dei fatti.

Darren Aronofski mette davanti a tutto il suo modo di raccontare le storie, realizzando un ritratto complesso, irrisolto e a tratti comico di un’umanità spaccata e alle prese con il male che cova in ognuno di noi, il tutto calato in una storia conosciuta e canonizzata che viene stravolta e ri-raccontata con occhi curiosi e laici. Noah ripropone il kolossal biblico, aggiornato al presente, ma con un approccio confusionario e pasticciato.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Cinefilos.it
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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