Past Lives: recensione del film di Celine Song

Una donna coreana che vive negli Stati Uniti si collega prima online e poi dal vivo con un vecchio amico d'infanzia in questo dramma romantico presentato al Sundance Film Festival.

Past Lives recensione film

Dopo la presentazione in anteprima al Sundance Film Festival 2023 e il passaggio in altri Festival internazionali, Past Lives di Celine Song approda sul suolo italiano alla Festa del Cinema di Roma 2023. Il debutto nel lungometraggio di Song, coreana di nascita ma residente a New York dall’età di 20 anni, è una preziosa meditazione sullo sradicamento, il destino, l’amore, il sacrificio e le decisioni importanti della vita.

 

Il suo esordio alla regia – celebrato con grande clamore dalla critica statunitense al Sundance – è molto personale: la sua protagonista, Nora Moon (Greta Lee) è arrivata a Manhattan da Seoul, è una drammaturga e sta vivendo quello che la cineasta – come ha confessato – è stato il punto di partenza del suo primo lungometraggio: il ricongiungimento con il suo primo amore, un amico speciale dell’infanzia, un quarto di secolo dopo, di fronte a suo marito, newyorkese purosangue.

Past Lives, la trama

Narrato in tre parentesi temporali distinte, il racconto di Past Lives parte 24 anni fa, quando Nora e Hae Sung sono dodicenni che, oltre a competere per essere i migliori studenti della loro scuola di Seoul, sono anche amici inseparabili. Almeno fino a quando i genitori di lei decidono di trasferirsi a New York, mentre quelli di lui restano in Corea. C’è una prima reunion quando entrambi hanno 24 anni, ma quella che il film racconta in modo approfondito avviene nel presente, quando ne hanno entrambi 36 anni.

Nora (una magnetica Greta Lee) ha sposato un americano di nome Arthur (John Magaro) ed entrambi si dedicano alla scrittura (soprattutto teatrale). Ma quando Hae Sung (Teo Yoo) decide di andarla a trovare per qualche giorno nella Grande Mela, tutto comincia a incrinarsi, sorgono dubbi, contraddizioni, affetto e qualcosa di più, perché la tensione romantica tra i due è innegabile.

Come affrontare questo passato e questo presente? Come affrontare con tante difficoltà da adulti qualcosa che da bambini era pura innocenza e un’amicizia condivisa in modo così naturale? È disposta a tradire il suo comprensivo marito? È disposto a invadere l’apparente felicità di questa coppia? Sono dilemmi che Celine Song e i suoi notevoli interpreti affronteranno in questo film parlato più in coreano che in inglese – girato in 35 mm con una certa impronta del cinema di Richard Linklater.

Past Lives film recensione

Un’immagine parlante

Tutto inizia con un’immagine. Ci sono tre persone in un bar che parlano. Qualcuno che non vediamo chiede a un altro – allo spettatore, indirettamente – quale pensa sia il rapporto tra loro tre. C’è una donna asiatica (coreana, scopriremo poi) seduta accanto a un uomo “bianco” mentre parla con un altro uomo, anch’egli asiatico, leggermente più distante da loro. Che storia racconta questa immagine? Tutti noi ci siamo posti questa domanda più di una volta quando abbiamo osservato delle persone che camminavano o erano riunite da qualche parte: chi sono, cosa stanno facendo, qual è il loro rapporto con gli altri? Qui, la risposta è più complicata di quanto sembri.

Film romantico che ricorda alla lontana la Before Trilogy di Richard Linklater, ma con una forte enfasi sulla distanza legata alle migrazioni, ai cambiamenti culturali e linguistici, Past Lives riesce a parlare dello scorrere del tempo ma anche del distacco e di ciò che rimane nel nostro presente di quelle “vite passate” che anche noi abbiamo avuto.

La fantasia di ricongiungersi con quel fidanzato o quella fidanzata dell’adolescenza che si è smesso di vedere e di cui si sono perse le tracce, il dolore di rendersi conto (o meno) che l’occasione è passata e non si può recuperare, l’angoscia nel chiedersi se vale la pena farlo. Temi che hanno popolato la mente di molti quando sono apparsi social network come Facebook e tutti sembravano voler (e poter) riallacciare i contatti con amici e conoscenti che avevano perso di vista. Alcuni lo hanno fatto. Questo è uno di questi casi, ispirato a un’esperienza reale della regista.

L’In-yun tra crescita e divisione

Parlato in inglese e coreano, il film gioca con il concetto di in-yun, un’idea simile a quella delle “anime gemelle” che sostiene che le persone sono destinate a stare insieme se le loro anime si sono incrociate alcune volte in passato. Nora pensa che si tratti di una pura bufala (“cose che i coreani dicono per sedurre“), ma in qualche modo questo concetto metafisico sembra prevedere qualcosa di più “reale“, come algoritmi e dati incrociati online che effettivamente fanno incontrare persone che, in un modo o nell’altro, possono essersi incrociate o aver avuto cose in comune in precedenza. E questa rara somiglianza tra qualcosa di cosmico e qualcosa di digitale si combinano in questo dramma romantico che non sempre procede lungo i percorsi più prevedibili.

Past Lives Greta Lee Teo Yoo

C’è un altro asse che altera il classico motivo della possibilità o meno di riprendere una vecchia storia d’amore (che si sia realizzata o meno), ed è la migrazione. Nora non è più quella che era, la sua vita è diversa, il suo passato in Corea è un ricordo sempre più sfocato e Hae Sung in qualche modo si connette con lei da lì e solo da lì, mentre Arthur, dal canto suo, è ignaro di questa parte della storia e la conosce solo con questa nuova identità, che è la stessa ma non è la stessa. Questa dualità che il personaggio sperimenta rispetto a chi è influenza anche il modo in cui agisce e pensa a se stessa. E non solo nei confronti degli uomini che la circondano.

Il contributo forse più intelligente di Past Lives a questo tipo di storie – melodrammatiche o meno – di ragazze o ragazzi divisi tra due possibili relazioni è che qui non c’è una scelta chiara o ovvia. Il film evita di dipingere in maniera semplicistica Arthur come un cattivo o un impedimento nella vita di Nora. Lo stesso vale per Hae Sung, che chiaramente vuole molto bene al suo amore d’infanzia, ma capisce anche che la sua vita ora è diversa e che non è più la stessa persona. Ponendo il conflitto su questo terreno, Song supera i confini del “film d’amore” e riesce a mettere insieme un ritratto realistico e credibile della vita, o meglio delle vite, di una persona.

- Pubblicità -