Ritorno al thriller per uno dei più talentuosi e originali cineasti del cinema Giapponese, Takashi Miike, con il controverso Ku no kyôten, tradotto in inglese Lesson of Evil presentato in Concorso al Festival Internazionale del film di Roma 2012.

 

La pellicola racconta la storia di Seiji Hasumi, un insegnante all’accademia Shinko, una scuola media superiore privata. E’ un professore modello, popolare tra gli studenti, stimato dagli altri insegnanti e dall’Associazione genitori insegnanti della scuola. Ciò nonostante una studentessa, Reika Katagirl (17 anni), sente che c’è qualcosa di pericoloso in agguato dietro quell’uomo dalla reputazione brillante.

Era uno dei titoli più interessati sotto certi aspetti, considerando quanto il regista sia amato dal pubblico e dalla critica internazionale ed è tra i primi titoli di questa attesa nuova edizione del Festival di Roma. Nonostante questo però va detto che Il canone del male è un film che difficilmente lascerà il segno in questa edizione, e lo stesso si può dire per la storia recente del cinema e per la filmografia del regista.

Pur costruito su una buona messa in scena e su ottime intuizioni registiche tipiche del cinema di Miike, la storia pecca nella sceneggiatura, che si dilunga in intricati preamboli fini a se stessi che non fanno altro che appesantire una storia che finisce per essere groviglio prolisso e ridondante. A nulla può il talento registico di Miike che pur mantenendo per buona parte del film un’ottima resa cinematografica finisce egli stesso per ripiegare in registri poco adatti al genere con il quale vuole cimentarsi. Ne viene fuori un’opera fatti di ottimi spunti, qualche momento forse stonato e tanti scivoloni che lo rendono un film trascurato. Il buon vecchio Miike ci ha abituato già in passato a film poco curati nell’aspetto della scrittura, forse proprio a causa della sua incredibile prolificità e dell’intenzione di fondare il suo cinema su basi più registiche e autoriali, che letterarie. Come spesso accade però non basta una buona resa e una buona regia a fare un buon film.

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