Recensione film Moon Man

E’ stata concessa di nuovo vita ad una delle metafore intramontabili dell’idea di scoperta con la trasposizione in un cartone animato del fumetto: Moon Man, del grande artista francese Tomi Ungerer. L’opera, che verrà presentata al Festival di Roma 2012, riporta in vita, sotto vesti moderne, uno dei racconti più famosi del celebre fumettista.

 

Moon Man è il punto di fuga degli sguardi dei piccini, in cui speranze – dolcezza – e sogni prendevano costantemente vita, quasi ogni notte. Un giorno il simpatico ometto dalle vesti candide, decide di abbandonare il suo pianeta a causa della sua non più tollerabile solitudine. In uno slancio di follia salta su una stella cadente per indirizzarsi verso la Terra. Il suo approdo è magico e costellato da colori e nuove esperienze, ma come in tutte le novità la bellezza è sempre accompagnata dalla sua antitesi. Così, il giovane e inesperto extraterrestre si immerge in un viaggio di iniziazione, in cui imparerà il bene tramite il confronto con il male. 15 giorni per sperimentare l’idea di terra, 15 giorni in cui apprenderà non solo a parlare ma ad esprimere e a riconoscere i sentimenti, 15 giorni per rimanere inorridito dalle bassezza di alcuni uomini. Il suo percorso intenso ma breve gli permetterà di capire meglio il suo mondo e di desiderarlo più di ogni altra cosa.

Così il regista Stephan Schesch porta sullo schermo la storia della riscoperta della propria condizione, accompagnata dalla voce calda ed espressiva dell’autore dell’idea. Le assonanze individuabili con il Mago di Oz sono numerose, e proprio come Dorothy il protagonista del fumetto si inoltra nella scoperta di un mondo nuovo per riscoprire il proprio. La bellezza di questa favola sta nell’aver saputo trattenere analogie con la grande opera madre di tutte le favole: il Mago di Oz ma anche con Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry.

La dolcezza e l’inesperienza di Moon Man inetto a tutto ma desideroso di conoscere tutto rilancia il mito dello scrittore francese, in cui la bellezza si trova nello sguardo puro di chi non sa ma che agisce istintamente, e in cui l’istinto conferma la natura positiva dell’uomo.

L’animazione in 2D è stata ricreata in coproduzione tra lo studio Cartoon Saloon in collaborazione con Schesch Films e Le Pacte Film, mentre l’opera sarà parte della sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma: Alice Nella Città, dedicata a tutte le giovani generazioni, speranza del nostro futuro.

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