The Guilty: recensione del film di Gustav Moller

the guilty

The guilty è un interessante esperimento di narrazione e di teatralità, in sala dal prossimo 9 marzo con Movies Inspired.

 

Asger è un agente della polizia di Copenhagen, assegnato al call center per le emergenze, in attesa di ritornare in azione in strada. In una serata che sembra abbastanza noiosa tra ubriachi che hanno litigato con i buttafuori dei locali e chi ha ingerito speed e non sa gestire le conseguenze, Asger riceve la telefonata di una donna spaventata, rapita dal suo ex marito. La linea cade, ma quando finalmente il poliziotto riesce a ricontattare la donna, inizia a capire che la situazione è molto più complicata di quello che sembra.

The Guilty di Gustav Moller è stato presentato al Sundance Film Festival, dove ha vinto il premio del pubblico e più recentemente al Festival di Torino di quest’anno. Forte di questo, è entrato nella shortlist per le candidature come miglior film straniero, ma non è stato incluso tra i finalisti.

Il film merita tutto questo interesse, con la sua capacità di tessere un thriller che alla fine dei conti, si sviluppa in una sola location.

La prima somiglianza è quella con Locke,  film girato tutto in macchina, con Tom Hardy al telefono per 90 minuti, diretto verso una destinazione misteriosa.

In questo caso il mistero è più chiaro: un delitto sta avendo luogo al di fuori delle mura del call center e Asger non può che gestirlo dalla linea telefonica.

Le scene quindi, prendono vita nella mente dello spettatore, e questo è l’obiettivo che voleva raggiungere il regista norvegese, giovane diplomato della scuola di cinema danese: lasciare che la messa in scena avvenisse fuori dal film stesso. Al contrario della normale narrazione, per cui sarebbe naturale avere il film fuori, a cercare e vedere il delitto, in The guilty ne vediamo solo le conseguenze e l’attesa.

Si dice che quando si legge un romanzo, la nostra immaginazione crea scene più dettagliate e terrificanti di quanto potrebbe fare qualsiasi film e questo è corretto, forse fa eccezione il solo Lars Von Trier, regista danese, che si appresta a terrorizzarci con La casa di Jack.

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Alice Vivona
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Alice Vivona
Laureata in filmologia all'universitá Roma Tre con una tesi sul cinema afroamericano. Si guadagna il pane facendo la video editor, ma ama scrivere dei film che vede, anche su superficialia.tumblr.com Scrive per cinefilos da Settembre 2010
the-guiltyThe Guilty di Gustav Moller è stato presentato al Sundance Film Festival, dove ha vinto il premio del pubblico e più recentemente al Festival di Torino di quest'anno.