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Captain Marvel: tutti gli easter eggs del film

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Captain Marvel: tutti gli easter eggs del film

Gli osservatori più attenti avranno sicuramente notato tutti i riferimenti e gli easter eggs di Captain Marvel disseminati all’interno del film con Brie Larson uscito nelle sale lo scorso 6 marzo.

Nel caso vi fossero sfuggiti, eccoli di seguito:

La rappresentazione della Suprema Intelligenza

Captain Marvel offre uno sguardo parziale sull’Impero Kree e il pianeta Hala, ed è probabile che molte delle aspettative dei fan siano state deluse. Un dettaglio risulta però perfettamente riuscito: la rappresentazione cinematografica della Suprema Intelligenza, entità cosmica quasi divina che governa il popolo Kree e che nel film assume le sembianze di chi si ammira maggiormente.

Yon-Rogg spiega a Vers che nessuno potrà mai vedere l’effettiva Intelligenza e considerando che nei fumetti questo villain è la fusione delle più grandi menti Kree con una forma massiccia, vari occhi e una testa deformata, quella dei Marvel Studios sembra essere la soluzione migliore.

L’ultimo vero Blockbuster

I giorni di Blockbuster potranno anche essere finiti, ma l’effetto nostalgia vive ancora nello spirito del pubblico che si è emozionato guardando Carol Danvers precipitare all’interno di un video noleggio nel 1995. E a quanto pare le scene del film sono state girate nell’ultimo vero Blockbuster americano di Bend, in Oregon.

L’omaggio a True Lies e Uomini Veri

Parte dei film selezionati per gli scaffali del Blockbuster Video del film sono usciti nell’anno in cui è ambientato, e tra questi ci sono True Lies (l’action con protagonisti Arnold Schwarzenegger e Jamie Lee Curtis) che in qualche modo omaggia il genere spy-story abbracciato anche da Captain Marvel, e Uomini Veri, un riferimento più che esplicito alla carriera di Carol Danvers nell’Air Force One.

Forse questa pellicola potrebbe essere stata cancellata dalla mente dell’eroina come il resto dei suoi ricordi? D’altronde quando afferra una copia del VHS sorride compiaciuta…

Il cameo di Kelly Sue DeConnick

I fumetti di Kelly Sue DeConnick e la sua rilettura del personaggio di Carol Danvers hanno ispirato questo adattamento dei Marvel Studios, e se avete prestato abbastanza attenzione alla sequenza dell’inseguimento sul treno, noterete la fumettista mentre compare tra i passeggeri che scendono dal vagone andando incontro alla protagonista.

Carol “Avenger” Danvers

Il nominativo ufficiale dell’aeronautica di Carol Danvers non viene rivelato fino alla scena finale del film, quando Nick Fury sceglie il nome “Avenger” per denominare la sua iniziativa segreta dopo aver visto una foto dell’eroina sul suo jet.

Anche nei fumetti Carol aveva il suo soprannome, che non era certo Avenger ma “Cheeseburger“. Del tutto inappropriato nella narrazione condivisa del MCU dove Captain Marvel funge come racconto prequel di tutto ciò è venuto dopo Iron Man.

Protector Initiative

Forse non sapete che anche la denominazione originale che Nick Fury aveva scelto per il progetto segreto sulla ricerca degli eroi è un interessante riferimento ai fumetti: “Protector” è infatti il nome di un altro soldato Kree e di un’altra versione di Captain Marvel, ovvero Noh-Varr.

Wendy Lawson, “l’originale” Captain Marvel

captain marvel

Il più grande colpo di scena del film rivela che l’originale Captain Marvel, Mar-Vell, non è un uomo come nei fumetti ma una donna, soldato Kree arrivato sulla Terra e nascosto sotto l’identità della dottoressa Wendy Lawson. Per i fan, questo personaggio è soprattutto l’originale supereroe che porta questo nome.

ASIS

La misteriosa fonte di energia al centro della ricerca di Mar-Vell si è rivelata essere nientemeno che il Tesseract, e l’aereo più veloce della luce che la dottoressa Lawson stava progettando a Terra sembra ricoprire la stessa importanza. A cominciare dal suo nome: ASIS.

Per nulla casuale, è tratto dalla versione Ultimate Captain Marvel della storia del soldato Kree i cui costumi e disegni hanno enormemente influenzato il MCU: qui il velivolo Asis è  frutto dell’ingegno del Dr. Mar-Vell, o come è noto in questa realtà parallela, “Geheneris HalaSon Mahr Vehl.”

In questo universo Carol Danvers era a capo della sicurezza dell’intero progetto e il leader dei Kree si trasformava nel Dr. Philip Lawson per completare l’aereo.

L’inizio del progetto PEGASUS

Il Progetto Pegasus fa parte del MCU fin dal suo inizio, come nome del gruppo di ricerca top secret che lavora sul Tesseract sotto la supervisione di Nick Fury. A quanto pare questa iniziativa fu iniziata proprio da Mar-Vell per creare una tecnologia in grado di dare ai rifugiati Skrull un posto dove vivere in pace.

Il costume cambia-colore

Uno dei misteri che aleggiava prima dell’uscita del film riguardava il modo in cui Carol Danvers avrebbe cambiato il colore della sua uniforme Kree da verde ai tipici rosso e blu dei fumetti. Sullo schermo ci viene mostrato che le tonalità del costume sono regolabili con ogni combinazione possibile e questo dettaglio sembra omaggiare la storia dell’eroe dei fumetti.

Il primo cambio di colore (rosso, giallo e nero) è quello dell’originale Mar-Vell e di Ms. Marvel, mentre la tuta nera e argento richiama lo S.H.I.E.L.D. di Jonathan Hickman. La penultima combinazione di bianco e verde si riferisce invece all’ uniforme indossata da Mar-Vell durante il suo arrivo sulla Terra.

Il traduttore universale

Captain Marvel potrebbe non essere un prequel esplicito di Guardiani della Galassia, ma  di certo ci aiuta a dare uno sguardo sul lato cosmico del MCU e ai suoi personaggi. E non finisce qui: finalmente viene data una spiegazione più esaustiva sull’uso del “traduttore universale“.

Quando Carol tenta per la prima volta di comunicare con il poliziotto incontrato davanti al Blockbuster, questi sembra troppo stordito per rispondere. È allora che l’eroina controlla che il suo “traduttore universale” stia funzionando con successo.

Ecco dunque risolto il mistero del film di James Gunn dove umani e alieni riuscivano a parlare la stessa lingua!

Maria “Photon” Rambeau

Marvel Studios’ CAPTAIN MARVEL..Maria Rambeau (Lashana Lynch)..Photo: Chuck Zlotnick..©Marvel Studios 2019

Non tutti sanno che la versione dei fumetti di Maria Rambeau è ben diversa da quella che vedrete nel MCU: la sua controparte originale era infatti la madre di un’amica di Carol Danvers, ovvero Monica Rambeau, sua futura alleata che avrebbe assunto l’alter ego di Photon. Nel film questo diventa il suo soprannome da pilota.

A quanto pare i Marvel Studios hanno mescolato alcuni retroscena al profilo tradizionale del personaggi per formare una Maria più moderna e adatta al film. Quella del passato era una sarta che si preoccupava della carriera della figlia e che le permetteva di fare ciò che voleva. Di certo non era una pilota dell’Air Force.

“Tenente cerca guai”

Il soprannome dato da Carol Danvers alla piccola Monica Rambeau, figlia della sua migliore amica Maria Rambeau, è “tenente cerca-guai“, che nei fumetti era il modo in cui veniva chiamata Katherine “Kit” Renner.

Binary

Carol Danvers trascorre la maggior parte del film incapace di utilizzare al massimo delle sue possibilità i poteri acquisiti dopo l’incidente con la riserva di energia di Mar-Vell. Un po’ a causa delle insicurezze, un po’ frenata dal dispositivo Kree incorporato nel suo collo che le impedisce di diventare “troppo potente” da non poterli controllare.

Ma quando arriva alla battaglia finale, l’eroina decide di scatenare tutta la potenza dando vita alla versione Binary di Captain Marvel.

Goose e il Tesseract

La seconda scena post-credits di Captain Marvel mostra Goose mentre sputa il Tesseract ingoiato anni prima e ora nelle mani dello S.H.I.E.L.D. Questo significa che il gatto rimarrà ancora a lungo con Nick Fury? Probabile, visto che sulla scrivania dell’agente vediamo un computer di nuova generazione…

Babe

Il fatto che nella scena girata fuori dal Blockbuster ci sia poster di Babe (uscito nel 1995) non è casuale e anzi rende omaggio alla Carol Danvers dei fumetti. Perché forse c’è un parallelismo tra i due personaggi che non tutti avranno colto.

Il maialino viene adottato da un cane e non desidera che essere accettato in quello stesso ruolo, come parte di quella famiglia, ma è comunque visto come un estraneo in contrasto con le aspettative. Alla fine, Babe dimostra che non soltanto è capace di guidare un gregge smarrito come i cani pastori, ma che è la sua determinazione l’arma distintiva. Proprio come Carol!

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Fonte: ScreenRant