Lucius Modestus è un
architetto dell’antica Roma, al servizio dell’imperatore Adriano,
quattordicesimo imperatore di Roma. Siamo nel 135 AC e il
protagonista ha difficoltà a trovare nuove idee per i suoi lavori,
fino a quando non scopre un canale spazio-temporale che ha sede
negli scarichi delle terme e viene trasportato nel Giappone dei
giorni nostri, dove prenderà ispirazione per innovative idee da
proporre all’imperatore.
Due culture più fisicamente lontane non ci potrebbero essere: difficilmente gli antichi romani sapevano dell’esistenza degli antichi giapponesi, ma nonostante la distanza fisica, una caratteristica accomuna la stirpe di Romolo agli abitanti del Giappone: l’amore per le terme. A Roma le terme erano luogo di incontro e di discussione, nel paese del Sol Levante sono luogo di ristoro e di rafforzamento.
Questa, probabilmente è l’idea da cui è partita Mari Yamakazi, creatrice della serie manga da cui questo film, live action, è stato tratto, ed ha immaginato cosa sarebbe potuto succedere se un antico romano avesse potuto viaggiare nel tempo, e in Giappone, e come sarebbe andato l’incontro con un popolo sconosciuto. Si sta davanti per cause di forza maggiore ad un film che ben presto straripa da ogni dove nel non-sense, ma siamo al cinema, bisogna credere.
E’ bravo il regista a prendersi poco
sul serio: i viaggi nel tempo sono volutamente eccessivi,
accompagnati dalla musica lirica, che è struttura portante della
colonna sonora del film, e dopo alcune ripetizioni, sono realizzate
in modo da essere degli sketch di passaggio. E’ affascinante soprattutto
vedere l’operazione opposta: come gli antichi romani siano visti e
studiati dai giapponesi, da cui è evidente un rispetto delle
tradizioni e dei costumi, anche quelli che gli stessi discendenti
diretti di quel popolo ad oggi ancora non accettano con facilità.
La relazione di Antinoo con Adriano è infatti tratteggiata con
delicatezza e chiarezza, senza allusioni o ammiccamenti fuori
luogo.
E’ un clash culturale al contrario, come accade con i film sugli italiani d’america: non è tutto esattamente così, ma ci assomiglia, e comunque, è molto divertente. Anche i giapponesi sono rappresentati in maniera quasi stereotipata: c’è la disegna trice manga vestita da eterna adolescente e i vecchietti che alla fine aiuteranno l’eroe, e che rappresentano la maggioranza della popolazione nipponica, la più longeva al mondo.
Il film sfoggia anche una ricostruzione in digitale della capitale dell’Impero e di Villa Adriana, con minuzia di particolari. Thermae Romae è stato coprodotto con l’Italia e questo è il primo episodio, realizzato nel 2012, mentre in Giappone è già uscito in sala il secondo episodio. In un panorama dove di solito nei manga ci sono animali o scolarette poco vestite, questa storia è sicuramente una novità.