Twisters, la recensione del film con Glen Powell

A quasi trent'anni dal Twister di Jan de Bont e Michael Crichton, tornano i cacciatori di tornadi.

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Con l’aumento del tasso medio di umidità e della possibilità dei classici acquazzoni estivi, sembra questo il momento ideale per presentare al pubblico il Twisters diretto da Lee Isaac Chung, che dal sorprendente Minari avevamo trovato alla regia del solo terzo episodio dell’ultima stagione di The Mandalorian.

 
Daisy Edgar-Jones as Kate, in Twisters directed by Lee Isaac Chung

Distribuito al cinema dalla Warner Bros. Pictures a partire dal 17 luglio, il film punta a ricreare le situazioni emozionanti del film del 1996 di Jan de Bont, sceneggiato da Michael Crichton e interpretato da Helen Hunt e Bill Paxton. A sostituirli, o tentare di farlo, Daisy Edgar-Jones (Normal People) e Glen Powell (Tutti tranne te), a capo di un cast completato dal candidato ai Golden Globe Anthony Ramos (Sognando a New York – In The Heights), David Corenswet (Superman: Legacy), Brandon Perea (Nope), Sasha Lane (American Honey), Daryl McCormack (Peaky Blinders), Kiernan Shipka (Le terrificanti avventure di Sabrina) e Nik Dodani (Atypical). Loro i cacciatori di uragani chiamati a mantenere le promesse di quello che viene presentato come una nuova, travolgente versione dell’epico disaster movie che fu e che ha avuto una spettacolare anteprima sul grande schermo del Teatro Antico durante il Taormina Film Festival 2024.

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Glen Powell as Tyler, in Twisters directed by Lee Isaac Chung

Twisters, la trama

Sin dai tempi del liceo, Kate Cooper e i suoi amici si dedicavano a “domare” gli uragani, nel tentativo di trovare un sistema per renderli inoffensivi, fino a che per un errore di calcolo una tragedia si abbatte sul gruppo. Cinque anni dopo, l’ex cacciatrice di uragani – ormai tormentata da fantasmi e sensi di colpa – sfrutta il suo “dono” nel servizio metereologico nazionale in quel di New York City, ma il suo amico Javi (Anthony Ramos) la convince a tornare sul campo con lui per testare un innovativo sistema di tracciamento che potrebbe realizzare il loro antico sogno.

Sul loro percorso però si frappone Tyler Owens (Powell), un’affascinante e spericolata star di Youtube che si diverte a condividere la sua spericolata e quotidiana caccia alle gigantesche trombe d’aria che si stanno scatenando – sempre più numerose e intense – sul paese. Ma non tutto è come sembra, e le due squadre potrebbero riservare sorprese inaspettate, soprattutto sulle priorità che li muovono. Tutto questo, però, riporta Kate al passato, a quel passato che aveva voluto dimenticare, ma nel quale potrebbe essere proprio il segreto per saldare i conti lasciati in sospeso e poter andare avanti.

Twin Twisters, in Twisters directed by Lee Isaac Chung

Un progetto turbolento

Nato sull’onda della suggestione di rivivere le emozioni del film originale, in corso di sviluppo il progetto è cambiato notevolmente. Soprattutto considerando che le prime ipotesi, poi sfociate nel possibile sequel scritto e diretto da Helen Hunt (rifiutato dalla Universal) o in quello che avrebbe potuto concentrarsi sulla figlia dei personaggi della stessa e di Bill Paxton, si sono ulteriormente trasformate con l’arrivo di Warner Bros. e Amblin Entertainment, finendo per concentrarsi su una storia piuttosto lineare e prevedibile, non priva di sequenze emozionanti – come l’iniziale e quella del Fujiwhara effect, gran finale a parte – e di temi attuali come quello delle conseguenze del cambiamento climatico sull’economia e la qualità della vita delle persone.

Oltre all’inusuale ondata di Tornado protagonista del film, è la madre della protagonista (la divertente e informale Cathy della Maura Tierney di ER e The Affair) a lamentarsi della siccità e dell’aumento dei prezzi dei cereali, ma è una parentesi in quella che resta una storia piuttosto semplice, che la regia di Chung gestisce con abilità e che non regala grandi soprese, né per quanto riguarda l’evolversi della trama né dei protagonisti.

(from left) Lily (Sasha Lane) and Tyler (Glen Powell), in Twisters directed by Lee Isaac Chung

Difetti e debolezze di Twisters

E se il bel cowboy Glen Powell, appassionato di rodei e desideroso di cavalcare i tornado, ma sempre dalla parte della gente comune e dal cuore buono, è comunque coerente con sé stesso, la Kate Cooper di Daisy Edgar-Jones è a tratti irritante nei suoi spaesamento e inadeguatezza nel ruolo assegnatole. E se inizialmente questo corrisponde alla necessità di sottolineare il suo essere una giovane viziata e presuntuosa, nemmeno la immancabile catarsi del personaggio spiega certi comportamenti affidatile dalla sceneggiatura di Mark L. Smith (autore degli horror Vacancy e The Hole, del surreale Overlord, del debole The Midnight Sky e in parte di The Revenant, ma con Alejandro G. Iñárritu).

Intorno a loro, una pletora di figure di contorno, fin troppo accuratamente assemblate, e le immense distese dell’Oklahoma, vero – e sostanzialmente unico (se si esclue il quasi cameo del figlio di Paxton, James) – punto di contatto con il precedente film, oltre al non così moderno prototipo di Dorothy 5 che si intravede nel prologo. Che avrebbe potuto essere un ottimo punto di partenza per una storia più articolata o con delle sorprese che potessero andare al di là dalle conflittualità basilari di colpa-espiazione, buono-cattivo, bene comune-sfruttamento delle disgrazie altrui, ed evitare alcune esagerazioni stucchevoli, per fortuna non tutte quelle che potreste aspettarvi.

Sommario

il film punta a ricreare le situazioni emozionanti del film del 1996 di Jan de Bont, sceneggiato da Michael Crichton e interpretato da Helen Hunt e Bill Paxton.
Mattia Pasquini
Mattia Pasquini
Nato sullo scioglimento dei Beatles e la sconfitta messicana nella finale di Coppa del Mondo, ha fortunosamente trovato uno sfogo intellettuale e creativo al trauma tenendosi in equilibrio tra scienza e umanismo. Appassionato di matematica, dopo gli studi in Letterature Comparate finisce a parlare di cinema per professione e a girare le sale di mezzo mondo. Direttore della prima rivista di cinema online in Italia, autore televisivo, giornalista On Air e sul web sin dal 1996 con scritti, discettazioni e cortometraggi animati (anche in concorso al Festival di Cannes), dopo aver vissuto a New York e a Madrid oggi vive a Roma. Almeno fino a che la sua passione per la streetart, la subacquea, animali, natura e ogni manifestazione dell'ingegno umano non lo trascinerà altrove.

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