Tyler Rake: recensione del film con Chris Hemsworth

Distribuito sulla piattaforma Netflix, il dinamico film prodotto dai fratelli Russo si basa sulla forza della coreografia per sorprendere e coinvolgere lo spettatore.

Tyler Rake recensione

Netflix non è nuovo nell’acquistare grandi film d’azione, opere che sul grande schermo avrebbero sfogato tutta la loro ricchezza di dettagli e che trovano invece ora nuovo canale preferenziale grazie al servizio di streaming. Dopo aver distribuito 6 Underground, dell’esplosivo regista Michael Bay, è ora il turno di Tyler Rake, diretto dall’esordiente Sam Hargrave, prodotto dai fratelli Anthony e Joe Russo e tratto dalla graphic novel Ciudad, scritta proprio da questi ultimi.

 

Ambientato a Dhaka, in Bangladesh, il film ha per protagonista l’attore Chris Hemsworth nei panni del mercenario che dà il titolo al film. Silenzioso e solitario, questi viene contattato dall’agente Nik Khan (Golshifteh Farahani) per una missione apparentemente ordinaria: recuperare il figlio di un signore della droga, rapito da un suo spietato rivale. Il compito si rivelerà tuttavia essere più complesso del previsto, e nel corso degli eventi Rake dovrà capire di chi fidarsi mentre combatte anche con il proprio tormentato passato.

Tyler Rake: l’azione come danza

Se c’è un elemento davvero sorprendente del film, questo è certamente la spettacolarità delle sue scene d’azione. Ciò appare comprensibile nel momento in cui si nota il fatto che Hargrave, prima di debuttare alla regia, è stato a lungo stunt coordinator per la Marvel, ed in particolare per il film Avengers: Endgame. A lui si devono le spettacolari coreografie presenti in quello che è il più grande incasso nella storia del cinema, e naturalmente ripropone anche in questo suo primo da regista tali competenze.

In particolare, si assiste ad un incredibilmente dinamico piano-sequenza di circa 12 minuti, che posto ad inizio film stabilisce subito la qualità della messa in scena. Una sequenza, questa, ambientata nel cuore della polverosa città, con la macchina da presa che segue i protagonisti in un pericoloso inseguimento automobilistico, nel labirinto di edifici dove avviene lo scontro fisico e infine di nuovo in strada per la fuga finale. Il coinvolgimento dello spettatore è qui a livelli altissimi, stregato dalle coreografie ideate per la sequenza, che appare quasi come una danza dei protagonisti, come anche dalla fotografia attraverso cui tutto ciò trova massima espressione.

A portare tutto ciò sulle sue possenti spalle vi è Chris Hemsworth, che prova nuovamente di essere un attore di talento. Lasciati momentaneamente i panni del divino Thor, l’attore dà qui vita ad una performance sulla quale è possibile modellare l’intero film e le sue spettacolari coreografie. Allo stesso tempo, Hemsworth ha la possibilità di sfoggiare delle convincenti sfumature drammatiche, che nel loro minimalismo rompono l’idea di un personaggio indistruttibile lasciandone trasparire un’umanità nel quale ritrovare errori e rimpianti.

Tyler Rake Chris Hemsworth

Tyler Rake: la recensione

Se il film mette in mostra le qualità di Hargrave come regista, capace di orchestrare spettacolari sequenze d’azione, fruibili senza problemi di comprensione, meno completo appare invece essere dal punto di vista della scrittura. Sceneggiata dal solo Joe Russo, la pellicola non sembra seguire una particolare struttura narrativa, ritrovandosi così accelerato nella prima parte e particolarmente rallentato nella seconda. Salvo le due principali sequenze d’azione, poste all’incirca all’inizio e alla fine del film, Tyler Rake soffre di una mancanza di contenuti e risvolti che avrebbero potuto rendere la vicenda ancor più accattivante.

Allo stesso tempo, alla conta dei fatti non sembrano esserci solide motivazioni in ciò che i personaggi protagonisti compiono, specialmente per quanto riguarda i villain di turno, mai realmente caratterizzati. Molti sono gli elementi lasciati in sospeso, e con questi si sarebbe potuto idealmente costruire dei sequel. Apparentemente però, non sembra essere questa l’intenzione.

Non supportato da una struttura narrativa solida, Tyler Rake dimostra così più di una fatica nel gestire il proprio ritmo. La sua fortuna è dunque l’avere alla regia un tecnico come Hargrave, a cui vanno i principali meriti del film, fondato su una messa in scena dal grande potenziale. La sua è una voce che potrebbe diventare particolarmente significativa nel genere, e seppur non completamente riuscito questo film ne è una prova iniziale.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
Articolo precedenteFlorence Pugh con Chris Pine e Shia LaBeouf per Olivia Wilde
Articolo successivoHenry Cavill intimidito da Ben Affleck sul set di Batman v Superman
Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
tyler-rake-chris-hemsworthNon supportato da una struttura narrativa solida, Tyler Rake dimostra così più di una fatica nel gestire il proprio ritmo. La sua fortuna è dunque l'avere alla regia un tecnico come Hargrave, a cui vanno i principali meriti del film, fondato su una messa in scena dal grande potenziale.