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Ogni anno Babbo Natale porta doni ai bambini buoni di tutto il mondo, un compito non da poco, su cui più volte il cinema si è interrogato. Tra i tanti modi di raccontare tale responsabilità, è finalmente arrivato anche quello che ce la propone non come una gioia bensì come un peso divenuto insostenibile. È così che incontriamo uno dei Babbo Natale più scorretti che si siano mai visti sul grande schermo, protagonista assoluto di Una notte violenta e silenziosa, che con il suo titolo originale (Violent Night) fa il verso alla celebre canzone natalizia Silent Night, inneggiante alla pace e alla bontà.

 

Valori del tutto estranei a questo film diretto da Tommy Wirkola, regista norvegese resosi celebre per aver dato vita a nazisti zombie in Dead Snow. Quella durante il quale si svolge questo film è infatti tutt’altro che una notte pacifica, perché in fondo il male non concede tregue neanche a Natale. E così quando un gruppo di criminali, capeggiati da un leader con l’eloquente nome in codice di Mr. Scrooge (John Leguizamo), irrompe nell’abitazione della conflittuale famiglia Lighstone, ecco che Babbo Natale (David Harbour) si troverà a dover dar vita ad un bel po’ di sana violenza, magari ritrovando la gioia verso il suo ormai odiato lavoro.

Il film perfetto per chi non sopporta il Natale

Esiste una ricca categoria di film dissacranti nei confronti del Natale, dei suoi valori e della sua iconografia. Opere particolarmente congeniali a chi meno sopporta tale festività, troppo spesso snaturata dal crescente consumismo. Una notte violenta e silenziosa si inserisce perfettamente in tale tipologia di opere, offrendo l’altro lato della medaglia. Al di là del Babbo Natale alcolizzato e violento, la famiglia protagonista del film, ad esempio, è tutto fuorché ricca di umiltà, compassione e spirito natalizio. Lo spettatore si imbatte dunque in una serie di personaggi sgradevoli, che risultano tali anche in quanto coerenti con i tempi che realmente viviamo.

È difficile trovare qualcuno per cui fare il tifo, specialmente quando anche lo stesso Babbo Natale eccede nell’applicare una certa giustizia, sfociando in sequenze estremamente violente, ai limiti dello splatter. L’unica dotata di umanità sembra essere la piccola Trudy (Leah Brady), ma anche lei non si risparmia nell’escogitare brutali trappole per gli invasori, sulla scia del Kevin di Mamma ho perso l’aereo. Tutti questi personaggi risultano dunque prodotti di una società sempre più individualista e arrivista, da Wirkola messa alla berlina con una satira continua che tra battute e situazioni scorrente diverte ma spaventa allo stesso tempo.

Una notte violenta e silenziosa deride dunque i miti e le tradizioni del Natale, molti dei quali rafforzatisi proprio grazie alla vasta filmografia dedicata a tale festività. Nel farlo, però, sembra mirare a ricordarci quelli che dovrebbero esserne i veri valori, portando dunque lo spettatore alla loro riscoperta attraverso la violenza, la goliardia e in generale attraverso un eccesso particolarmente ben dosato e divertente. Uno degli aspetti migliori del film è infatti proprio il modo in cui il regista, partendo dalla sceneggiatura di Pat Casey e Josh Miller, confezioni una messa in scena ricca di trovate visive, punti di vista insoliti e occasioni per sorprendere continuamente lo spettatore.

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David Harbour magnifico protagonista di Una notte violenta e silenziosa

All’interno di questo “pacco regalo” che è il film, si ritrova poi la sorpresa vera e propria. È innegabile come molto del fascino di Una notte violenta e silenziosa dipendesse dall’interprete che avrebbe dato vita al violentissimo Babbo Natale. David Harbour, noto per aver interpretato lo sceriffo Hopper di Stranger Things e il demoniaco Hellboy nel film omonimo, si presentava da subito come la scelta ideale. Nel vederlo compiere azioni brutali vestito di rosso e con il tipico barbone bianco di Babbo Natale, ce ne si convince ancor di più. Harbour non è solo un attore particolarmente portato per gli antieroi, personaggi scorretti ma dotati comunque di cuore, ma anche un interprete dotato di una presenza scenica straordinaria.

La sua fisicità, la sua espressività e i modi in cui tali aspetti si mescolino alla comicità e alla violenza sono semplicemente irresistibili. Grazie alla sua presenza, si possono mettere in secondo piano anche gli aspetti meno convincenti del film, con la possibilità dunque di godersi un film che offre ciò che prometteva: sangue, risate, alcol, ossa rotte e ancora risate. In mezzo ai tanti patinati film natalizi che ogni anno vengono proposti al cinema, Una notte violenta e silenziosa risulta dunque una gradita variazione sul tema che, inaspettatamente, potrebbe anche risultare molto più vicina al vero significato del Natale rispetto ai titoli più classici, troppo spesso artificiosi.

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RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
una-notte-violenta-e-silenziosa-recensione-david-harbourUna notte violenta e silenziosa si pone in modo apertamente dissacrante nei confronti del Natale e della sua iconografia, dando vita ad un susseguirsi di violenza, sangue e umorismo nero. Elementi messi in scena con grande gusto dal regista Tommy Wirkola e arricchiti dalla presenza di David Harbour nei panni di Babbo Natale. Proprio l'attore, con il suo carisma, si afferma come il maggior pregio del film.