X-Men le origini – Wolverine: recensione del film con Hugh Jackman

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“Voglio il sangue…” È con questa frase che si apre il viaggio adrenalinico e malinconico di X-Men le origini – Wolverine, film diretto da Gavin Hood e atteso spin-off dedicato al personaggio più amato della saga mutante. Uscito nel 2009 e distribuito da 20th Century Fox, il film riporta sul grande schermo la storia di James “Logan” Howlett, alias Wolverine, interpretato da un Hugh Jackman in forma smagliante. Dopo tre film corali dedicati agli X-Men, il progetto di un lungometraggio interamente centrato sul mutante dagli artigli di adamantio prometteva di svelare i segreti, le ferite e le origini di un eroe tormentato.

La trama di X-Men le origini – Wolverine: un viaggio interiore e di vendetta

Il film racconta la lunga ricerca di Logan, costretto a vivere nell’esilio e nella fuga, diviso tra il desiderio di pace e il richiamo della violenza. La sua vita è segnata dalla presenza costante del fratellastro Victor Creed, alias Sabretooth (Liev Schreiber), simile a lui ma abbandonato del tutto all’istinto primordiale. Il rapporto conflittuale tra i due diventa il motore narrativo principale: una Nemesi che Logan tenta di domare ma che ritorna sempre, trascinandolo in un circolo di dolore e vendetta.

La tranquillità di Logan viene spezzata dagli intrighi del Colonnello William Stryker (Danny Huston), già noto agli spettatori di X2. Sarà lui a trasformare il mutante in quello che tutti conosciamo: l’uomo-bestia indistruttibile con lo scheletro e gli artigli ricoperti di adamantio. Da quel momento, esplosioni, scontri e missioni si susseguono senza tregua, in un intreccio che mescola melodramma e puro spettacolo hollywoodiano.

Un blockbuster tra azione e dramma

Liev Schreiber and Hugh Jackman in X-Men- le origini - Wolverine (2009)
Gentile concessione di © 20th Century Fox.

Il film di Gavin Hood alterna momenti drammatici a sequenze d’azione spettacolari, cercando di bilanciare introspezione e intrattenimento. Tuttavia, la potenza del personaggio rischia talvolta di perdersi in una scrittura che predilige il glamour dei muscoli e la costruzione artificiosa di alcune battute.

Il cuore del racconto rimane la dualità di Logan: un anti-eroe indistruttibile ma lacerato interiormente. Se da un lato possiede forza e poteri sovrumani, dall’altro porta sulle spalle il peso della sofferenza, del rimorso e della solitudine. Jackman riesce a incarnare questa contraddizione con intensità, restituendo un Wolverine umano e tormentato, al tempo stesso ferino e fragile.

Un cast guidato da Hugh Jackman e Liev Schreiber

Accanto a Hugh Jackman si distingue un ottimo Liev Schreiber nei panni di Victor Creed/Sabretooth, capace di rubare la scena in diversi momenti e di offrire al film un antagonista carismatico. Interessante anche la presenza di Silver Fox (Lynn Collins), il grande amore perduto di Logan, che aggiunge una dimensione sentimentale alla trama.

Più spettacolare che convincente è invece Gambit (Taylor Kitsch), personaggio coreografico ma poco approfondito, mentre Danny Huston interpreta con mestiere il Colonnello Stryker, simbolo di un’umanità fredda e calcolatrice, opposta alle emozioni dei mutanti.

La regia di Gavin Hood tra spettacolo e dramma

X-Men le origini – Wolverine riprende alcuni dei temi cardine della saga degli X-Men: la diversità, l’accettazione di sé, il confine tra umanità e mostruosità. Logan, in questo senso, incarna il paradosso del mutante che, pur essendo un’arma vivente, resta alla ricerca di amore e di un posto nel mondo.

La regia di Hood è solida nelle sequenze d’azione e capace di restituire energia visiva, pur senza raggiungere la coesione narrativa dei migliori episodi della saga principale. Non mancano momenti spettacolari – dai combattimenti contro Sabretooth agli scontri ad alta tensione orchestrati da Stryker – ma il film lascia la sensazione di un potenziale non del tutto espresso.

X-Men le origini – Wolverine: un blockbuster tra azione e malinconia

X-Men le origini – Wolverine è un film che si pone a metà strada tra il grande blockbuster di intrattenimento e l’ambizione di raccontare un personaggio complesso e tormentato. Nonostante una sceneggiatura a tratti debole e un eccesso di enfasi visiva, il film resta godibile e regala momenti emozionanti, soprattutto grazie alla performance di Hugh Jackman e al rapporto conflittuale con Sabretooth.

Un’opera che, pur non lasciando un’impronta indelebile, conferma il fascino intramontabile di Wolverine e la sua centralità nel mito degli X-Men.

 

X-Men le origini - Wolverine
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Sommario

La regia di Gavin Hood in X-Men le origini – Wolverine si fa sentire e funziona per il genere, cerca di conciliare il momento drammatico con quello più spettacolare che grazie a lui è spettacolarizzato.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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