Josephine è una ricca
parigina, abbandonata a se stessa dai genitori, che cerca conforto
in alcool droga e compagnia cattive; Julian è un ragazzo irlandese
che si lascia irretire dalle lusinghe di una professoressa un po’
troppo amichevole, trascurando la fidanzata; Federico e Annalisa
sono due adolescenti romani che restano affascinati dal mondo
dorato di Angelo, un ultra trentenne ricco e senza scrupoli. Tre
storie che apparentemente non hanno nulla in comune finiranno fin
troppo presto per arrivare a una conclusione simile, sull’asfalto,
in una tragica fatalità, che non ha nulla però di casuale.
Realizzato con
l’apporto economico (esclusivamente) della Polizia di Stato,
Young Europe è l’esordio al cinema di
Matteo Vicino, regista che si è formato con gli
spettacoli teatrali e ha poi colto la possibilità di raggiungere il
grande schermo con un’opera complessa. La difficoltà di questo film
era nella premessa, ovvero cercare di coniugare l’intenzione dei
finanziatori, ovvero quella di comunicare l’importanza della
sicurezza in strada, con un’esigenza artistica profonda e difficile
da accontentare. Girato in Canon 5D Young
Europe ha nella fotografia, nella regia e nella
confezione completa il suo massimo pregio: una musica assordante ma
convincente, città bellissime inquadrate in maniera intelligente,
colori vivaci e movimenti concitati caratterizzano una lussuriosa
esperienza estetica in un film che riesce nel suo intento,
muovendosi, nel finale, lungo il limite che separa la retorica
dalla realtà, riuscendo a rimanere sempre dal lato giusto del
confine e regalando al pubblico un’esperienza toccante ma allo
stesso tempo una fotografia lucida della quotidianità sulla strada.
Il cast internazionale del film è formato da attori professionisti
e da dilettanti che, straordinariamente mostrano forse più talento
dei compagni di set professionisti, su tutti i giovani protagonisti
delle storie, naturali e credibili nei loro ruoli a tratti molto
complessi. Non si può dire purtroppo lo stesso di tutti i
componenti del cast, trai quali qualcuno spicca per demerito con la
sua enfatica e teatrale interpretazione.
La morale di Young Europe è purtroppo tragica e senza possibilità di replica: chi sbaglia non sempre paga, o si sente in dovere di farlo, e spesso le vittime degli errori altrui avrebbero potuto fare qualcosa in più per salvarsi.
Nel panorama del cinema italiano il film, nei suoi limiti e con le sue imperfezioni, testimonia la presenza di talenti e speranze per un mondo altrimenti morto.