Green zone: è il 2003, la guerra in Iraq è cominciata, e, mentre le forze americane occupano Baghdad, la squadra di ispettori dell’esercito capeggiata dall’ufficiale Roy Miller (Matt Damon) cerca le famigerate armi di distruzione che hanno provocato il conflitto.
Roy e la sua squadra però non riescono a trovare nessuna arma anzi,
nel tentativo di scoprire la verità, si ritrovano coinvolti in
operazioni di copertura dei sevizi segreti. L’ufficiale Miller,
infatti, dopo essere entrato in possesso di un libretto, riesce a
scovare il Generale Al Rawi il quale si presume sia l’unico uomo a
conoscere la verità sulle armi di distruzione di massa…tutto questo
deve però farlo da solo, perché i suoi superiori cercano in tutti i
modi di bloccare le sue ricerche e di uccidere il Generale.
Dopo “The Bourne Supremacy” e “The Bourne Ultimatum” ritroviamo la
coppia Paul Greengrass/Matt Damon e, visto i precedenti, di sicuro
anche questo film terrà col fiato sospeso. La sceneggiatura, tratta
dal libro di Rajiv Chandrasekaran, giornalista del Washington Post,
“Imperial Life in the Emerald City”, non intende polemizzare la
guerra in Iraq né tantomeno rivelare delle “verità” che non
esistono…è solo una fotografia di cosa è e come viene vissuta la
guerra e ci mostra un fatto ormai chiaro a tutti noi…le armi di
distruzione di massa che hanno provocato il conflitto non sono mai
esistite.
Departures: Daigo Kobayashi, dopo che
l’orchestra dove suonava come violoncellista si è sciolta, è
costretto a tornare con la moglie nella sua città d’origine nella
provincia rurale di Yamagata. Per sostenere la famiglia Daigo
inizia a cercare lavoro e quando legge le parole “aiuto alle
partenze” in un annuncio si presenta immediatamente come candidato
credendo di dover lavorare in un’agenzia di viaggi. In realtà però
non è così, infatti è vero che si tratta di un agenzia ma…di pompe
funebri! Daigo dovrà preparare i morti nel loro viaggio secondo una
tradizione tipica giapponese che prevede un rito di lavaggio,
vestizione e posizionamento nella bara dei defunti. La sua nuova
occupazione non è ben accetta da parenti e amici, ma soprattutto a
non accettarla è la moglie che addirittura scappa di casa.
Nonostante tutto però Daigo, grazie anche al suo nuovo lavoro,
imparerà molto e riuscirà ad affrontare il suo passato e il suo
presente.
Dopo aver vinto l’Oscar come miglior film straniero, il film
di Yojiro Takita arriva nelle sale per presentarci una storia
particolare che affronta un tema delicato come quello della morte,
sopratutto per il cinema giapponese, dosando sapientemente scene
divertenti con momenti intensi, pieni di significato ed anche
tristi. Il racconto della morte come un viaggio, come un passaggio
per un altro luogo, è il filo conduttore del film durante il quale
il protagonista riesce a capire che il suo cambio di vita, di
lavoro e di città è un viaggio per un altra vita dove riesce
finalmente a ritrovare il sorriso, ad affrontare il suo passato
(segnato dalla morte della madre e dall’abbandono del padre) e a
scoprire la sua vocazione per l’arte della sepoltura.
L’uomo nell’ombra: Adam Lang (Pierce Brosnan),
ex primo ministro britannico che ha lasciato il suo incarico dopo
la morte del suo predecessore, vive con la moglie, le guardie del
corpo e la segretaria su un’isola negli Stati Uniti, Martha’s
Vineyard, dove comincia a scrivere la sua biografia. Per rivedere e
semmai correggere il libro viene chiamato un ghost writer (Ewan
McGregor) che sostituisce un precedente ghost writer morto
cadendo da un traghetto in circostanze misteriose. Dopo aver
raggiunto Lang sull’isola, il ghost writer viene coinvolto in
un sordido gioco di potere che metterà a rischio la sua vita e che
lo porterà a scoprire verità agghiaccianti sull’ex premier…Lang
viene infatti accusato di aver avuto rapporti con la CIA, di aver
partecipato ad attività illegali connesse al terrorismo ed a
torture di prigionieri.
Ritorna finalmente il grande regista Roman Polanski con un thriller
che si rifà al romanzo di Robert Harris “The Ghost Writer”.
Per gli amanti del genere, questo film, basato su vicende
politiche, intrecci sentimentali, su tradimenti e delusioni, su
cospirazioni e morti accidentali, riesce, grazie alla
maestria del regista, a creare momenti di suspance e momenti di
humour nero….sembra quasi che segua la scia di Shutter Island di
Scorsese (ambientato anch’esso su un isola, pieno di homour nero e
scene da incubi kafkiani) e dei film più classici di Hitchcock dove
la suspance è creata dal senso di angoscia e di pericolo provati
dal protagonista e dal suono.
Basilicata coast to coast: quattro uomini,
quattro amici che da giovani avevano creato un band di provincia e
che ora si ritrovano per un viaggio del tutto particolare. Nicola
insegnante è il frontman del gruppo, Salvatore studente di medicina
sta alla chitarra, Franco pescatore sta al contrabasso e Rocco
(pseudo)attore alle percussioni. La passione per la musica li
spingerà ad intraprendere un viaggio attraverso la Basilicata, da
Maratea a Scanzano Jonico, per partecipare al Festival del
teatro-canzone. Viaggio che intraprenderanno a piedi, con il minimo
indispensabile caricato su un carretto trainato da un ronzino e
accompagnati da una televisione parrocchiale e da una giornalista
un pò svogliata.
Questa commedia musicale di Rocco Papaleo vuole non solo riscattare
l’immagine a volte troppo stereotipata di un sud pieni di
delinquenti e criminalità, ma vuole inoltre far riscoprire,
attraverso la bellezza della musica, la sua capacità di esprimere
pensieri e anima di qualsiasi persona o cosa, i paesaggi della
Basilicata, le atmosfere, le tradizioni non solo canore della
regione. Grazie a questo viaggio i suoi personaggi riescono a
comprendere se stessi approdando alla consapevolezza di sé. Il
tutto attraverso gag esilaranti in un road movie diverso dal
solito, dove non ci sono macchine o moto ma solo i bravi attori
come Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Gassman e Max Gazzè.
Piazza Giochi: Cassandra è una ragazza
adolescente figlia di un ostetrica che le ha fatto girare il mondo
a causa del suo lavoro con Medici senza frontiere e di un padre che
non vede ormai da dieci anni. Quando però la madre entra in coma a
causa di un incidente, Cassandra è costretta a tornare dal padre,
Luciano Coscarello, un palazzinaro di Roma che abita con la sua
nuova famiglia in uno dei quartieri più ricchi della capitale. Qui
Cassandra conosce la sorallastra Aurora sua coetanea, che le fa
conoscere i suoi amici e la introduce nel gruppo di ragazzi del
quartiere che quotidianamente si ritrova in Piazza Giochi Delfici.
Cassandra, tutt’altro che timida, riesce immediatamente a fare
amicizia con i ragazzi sopratutto con Nico, suscitando la
gelosia della sorellastra in quanto Nico è il fidanzato nonché
cugino di primo grado di Aurora, e di Romano, migliore amico di
Nico. Nel frattempo Luciano viene arrestato dalla Finanza per dei
reati di cui ancora si devono trovare le prove.
Il regista Marco Costa ha voluto rappresentare la giovane borghesia
romana, ricca e viziata, che viene sconvolta dall’arrivo di questa
pseudo cenerentola (non poi così innocente e pura!) dietro la cui
apparente forza si celano le difficoltà di un adolescente che cerca
di trovare il suo posto nel mondo.
Il cacciatore di ex: Milo Boyd (Gerard Butler),
un ex poliziotto, viene ingaggiato da un agenzia privata per fare
il cacciatore di taglie. Per un fortuito caso del destino, gli
viene offerta la possibilità di pareggiare i conti con Nicole
(Jennifer Aniston), una giornalista d’assalto che segue un caso di
omicidio mascherato da suicidio nonchè sua ex moglie. Nicole non si
presenta in tribunale dopo essere stata accusata di oltraggio a
pubblico ufficiale diventanto quindi latitante, così Milo comincia
le sue ricerche. Mentre i due si rincorrono e Nicole indaga sul suo
caso, finiscono entrambi nei guai e sono costretti a scappare
insieme per salvarsi.
Nuova commedia romantica ma anche molto movimentata di Andy
Tennant, che scopre un Gerard Butler, non solo attore tutto muscoli
e azione, ma anche un attore capace di far ridere e divertire
grazie anche alla presenza della splendida Jennifer Aniston, ormai
pratica del genere, con cui riesce a creare gag divertenti.
Una proposta per dire si: Anna (Amy Adams)
agente immobiliare di Boston è fidanzata da quattro anni con Jeremy
(Adam Scott) un cardiologo perfettino e un pò noioso, che però le
infonde molta tranquillità e sicurezza. Ormai stanca di non
ricevere la fatidica proposta di matrimonio, Anna prende coraggio
e, seguendo un antica tradizione irlandese secondo cui le donne
possono chiedere la mano al compagno solo il 29 febbraio di un anno
bisestile così da ricevere risposta positiva, parte per Dublino
cercando di raggiungere il suo Jeremy. Una serie di circostanze
però la fanno arrivare dall’altra parte dell’Irlanda dove, per
cercare di raggiungere Dublino, deve affidarsi a Declan (Matthew
Goode) un ragazzo un pò rude e burbero che nel suo villaggio si
occupa del pub, della locanda e del servizio di taxi.
Ecco di nuovo una commedia romantica dove due personaggi che
apparentemente non hanno nulla in comune, dopo una serie di
difficoltà, avventure, gag e situazioni imbarazzanti finiscono per
scoprire che non sono poi così diversi. Ad essere messi in
contrasto non sono solo i sessi ma anche i luoghi, la metropoli,
dove tutti appaiono per quelli che non sono, e la campagna che
invece fa riscoprire se stessi liberandoci da condizionamenti
sociali.
Sunshine Cleaning – Non c’è sporco che tenga:
Rose Lorkowski (Amy Adams) che lavora come collaboratrice domestica
per cercare di mantenere il figlio di otto anni, molto
intelligente ma anche problematico, è l’amante di un suo
compagno di scuola ed ha una sorella, Norah (Emily Blunt), che vive
ancora a casa col padre. Non avendo abbastanza soldi per pagare una
scuola privata al figlio, Rose decide di seguire il consiglio
dell’amante: aprire una propria impresa di pulizie
post-mortem…ossia si occupa di ripulire i luoghi dove sono avvenuti
fatti di sangue! Il tutto ovviamente aiutata dalla sorella e da un
commerciante di prodotti e utensili specifici per il lavoro.
Questo film di Christine Jeffs, racconta la storia di due perdenti
che nonostante tutto riescono a trovare la strada da seguire,
trovano uno scopo e un lavoro che, anche se non è conforme agli
standard fissati dalla società, riesce comunque a renderle serene.
Il suggerimento del film è quello di non accontentarsi mai di ciò
che abbiamo se questo non ci rende felici, di cercare di andare
avanti a testa alta e di non farsi soffocare dal passato…proprio
come fa la protagonista Rose.
Simon Konianski: Simon Konianski ha 35 anni
quando sua moglie, una danzatrice goy, decide di lasciarlo. Non
sapendo cosa fare, Simon si trasferisce con il figlio a casa del
padre, Ernest, un ex deportato che abita nella provincia belga. I
due sono in perenne conflitto, infatti Simon è un ebreo che non
vuole avere nulla a che fare con gli ebrei e che vuole dimenticare
il passato mentre Ernest ricorda costantemente il suo passato
rendendo la vita di Simon insopportabile. Un giorno Ernest muore e
Simon viene a conoscenza di un grande segreto del padre…questo
aveva una prima moglie morta giovane accanto a cui voleva essere
sepolto. Per esaudire l’ultimo desiderio del padre Simon, insieme
al figlio e ad una coppia di zii un pò bizzarra, intraprende il
viaggio che lo porta a visitare il campo di concentramento di
Majdanek, a conoscere la comunità ebraica locale fino ad arrivare a
Lublino dove deve seppellire il padre.
Attraverso questa commedia Micha Wald, riscopre temi e tradizioni
della cultura ebraica. Durante il viaggio del protagonista e lo
scontro tra due generazioni, quella giovanile che rifugge le
tradizioni e quella degli anziani che sono invece molto legati ad
esse, sono ripresi anche i temi della deportazione nazista e degli
arresti della Stasi che si evidenziano nella convivenza forzata in
auto tra zii e nipote.