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A novembre, i Marvel Studios torneranno sul grande schermo con Doctor Strange, il quattordicesimo film del franchise che aprirà le porte a un nuovo ordine di realtà. I fan del MCU sono stati già introdotti alla tecnologia con Iron Man, ai limiti del corpo umani con Captain America Il Primo Vendicatore, alla magia proveniente da altri mondi con Thor, e alle infinite possibilità che possono esistere anche in un mondo molto molto piccolo, parola di Ant-Man. Ma nonostante la vastità e la bellezza del mondo che ci ha presentato la Marvel al cinema, la Casa delle Idee ha sempre dovuto far fronte a una critica precisa: la mancanza di spessore dei villain (con piccole eccezioni).

 

A questo problema ha provato a rispondere Kevin Feige, il presidente della Marvel, che in occasione di una visita di Screen Rant al set di Doctor Strange, ha spiegato come, per raccontare una storia di origini dell’eroe, il villain deve essere in qualche modo lo specchio dell’eroe stesso: “Vuoi avere un personaggio che abita lo stesso mondo quando introduci quel determinato nuovo mondo, diciamo una nuova mitologia, in mancanza di termini migliori. E vuoi esplorarla al massimo delle possibilità.”

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Questo tipo di approccio, che richiede l’utilizzo di un villain che faccia economia di tempo per spiegarne la natura non è una scelta soltanto della Marvel, come dimostrano Ra’s Al Ghul e Zod per Batman Begins e Man of Steel, entrambi della Warner Bros. Nelle storie di origini di Batman e Superman, si è scelto un antagonista che provenisse dallo stesso mondo o con lo stesso allenamento, per introdurre meglio il protagonista stesso.

Nella costruzione del MCU, la Marvel ha quindi scelto quasi sempre villain che fossero lo specchio oscuro dell’eroismo dei protagonisti. Ad esempio il villain di Iron Man, interpretato da Jeff Bridges, è quanto di meno memorabile sia mai stato creato dai Marvel Studios, nondimeno il personaggio serve allo scopo di presentare al meglio Tony Stark.

Per quanto riguarda Doctor Strange, anche in questo caso avremo un villain che è lo specchio oscuro del protagonista. Dobbiamo quindi aspettarci un villain senza spessore?

Kaecilius Doctor StrangeEcco cosa ha risposto Feige: “Kaecilius non conosce Strange da un buco nel muro, lui lo ha cacciato. Ma quando spieghi a un pubblico vasto cose che riguardano la stregoneria e tutta una serie di cose nuove che comunque ci riportano a raccontare di nuovo la stessa storia, tanto vale legare il villain all’eroe piuttosto che fare tutta un’altra spiegazione per far capire al pubblico quello che dovrebbe essere semplice e immediato.”

Si tratta quindi di fare affidamento al potere narrativo che ha l’aspetto visivo, senza contare che il sosia cattivo è anche una rappresentazione di ciò che l’eroe potrebbe diventare senza il suo codice morale, senza la scelta di essere un eroe.

Che ve ne pare?

Fonte: SC

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