All’ottantacinquesima edizione degli Academy Awards (Oscar), la categoria delle migliori attrici non protagoniste si mostra piuttosto competitiva. Un quintetto di meravigliose interpretazioni, tra le quali spicca una candidatura plasmata dal destino e dal sogno…
Per la sua interpretazione in The Help, lo scorso anno Octavia Spencer ha trionfato in questa categoria sbaragliando la concorrenza e aggiudicandosi, prima dell’Oscar, pressoché ogni riconoscimento tributato nel corso della stagione dei premi.
Il 2013 ci riserva invece un eclettico gruppo di interpreti incredibilmente dotate e che hanno segnato la recente stagione cinematografica con le rispettive prove, alcune acclamate già dai circuiti festivalieri per poi conquistare critica e pubblico. Se un nome in particolare è considerato il grande favorito, le restanti colleghe hanno dalla loro prestazione altrettanto valide che potrebbero riservare interessanti sorprese. Scopriamo insieme chi si contenderà la statuetta per la Migliore attrice non protagonista.
Anne Hathaway è
a detta di tutti la frontrunner della categoria. La sua dolente e
appassionata prova ne Les
Misérables ha commosso il mondo, conquistando
sin dalle prime proiezioni del film di Tom Hooper.
Il suo emozionante ritratto della povera Fantine, straziante
soprattutto nell’iconica performance canora di I Dreamed a
Dream, le è valso ampi consensi di critica e pubblico. Prima di
conquistare il Golden Globe e il SAG Award come Migliore attrice
non protagonista, la prova della Hathaway è stata riconosciuta ai
Satellite Awards, ai London Critics’ Circle Awards e dalla
Washington D.C. Area Film Critics Association.
Negli ultimi cinque anni, l’attrice ha già lasciato il segno agli Academy Awards. Ha infatti presentato l’edizione del 2011 insieme a James Franco, due anni dopo aver ottenuto la prima candidatura come Migliore attrice protagonista per Rachel sta per sposarsi.
Anne Hathaway concorre quest’anno per quello che potrebbe essere il ruolo della vita: fu proprio da bambina, assistendo a uno spettacolo teatrale di Les Misérables in cui sua madre interpretava Fantine, che decise di diventare attrice. Si potrebbe dire che, salvo qualche sorpresa, il destino è dalla sua parte.
La talentuosa e
versatile Amy Adams è
candidata per The
Master. Nel ruolo di Mary, la risoluta moglie
di Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman),
mentore di Freddie Sutton (Joaquin Phoenix),
l’attrice chiude il trio di performance acclamate del film di
Paul Thomas Anderson già a partire dall’ultima
Mostra del Cinema di Venezia.
Dopo la Hathaway, Amy Adams è la candidata più quotata all’Oscar come Migliore attrice non protagonista, forte dei riconoscimenti assegnati dai Los Angeles Film Critics Association, Chicago Film Critics Association e Vancouver Film Critics Circle.
A cadenza quasi biennale, l’attrice è stata candidata ben quattro volte agli Academy Awards: prima di The Master, che potrebbe fruttarle l’ambita statuetta, Amy Adams ha infatti collezionato la nomination come Migliore attrice non protagonista per Junebug (2005), Il dubbio (2008) e The Fighter (2011).
Dai primi consensi al
Sundance Film Festival, The Sessions – Gli
appuntamenti continua a suscitare apprezzamenti
soprattutto per la prova del cast. Helen Hunt è
una terapista sessuale alle prese con un uomo in un polmone
d’acciaio. L’attrice affronta con coraggio il suo primo nudo
integrale in un ruolo delicato e drammatico che, dall’accogliente
nicchia di pellicola indipendente, è pian piano entrato nel cuore
di molti.
Dopo l’Oscar vinto come Migliore attrice protagonista per Qualcosa è cambiato (1998), la prova della Hunt in The Sessions è candidata alla statuetta come Migliore attrice non protagonista in un biennio cinematografico che ha visto il ritorno in primo piano dell’attrice americana per qualche tempo dimenticata.
Sally
Field è la veterana del gruppo che potrebbe
ambire alla sua terza statuetta, avendo già marcato la storia degli
Academy Awards con due Oscar vinti come Migliore attrice
protagonista, rispettivamente per Norma Rae
(1980) e Le stagioni del cuore (1985).
In Lincoln Sally Field interpreta Mary Todd Lincoln, la moglie del sedicesimo presidente degli Stati Uniti, e la sua splendida prova è inclusa nella coralità di straordinarie performance che coronano il film di Steven Spielberg.
Con il suo palpitante ritratto di somma dignità nel duplice ruolo di moglie e madre in pena per la sicurezza della sua famiglia, Sally Field si è completamente immersa nella Storia e ha già conquistato la critica americana (e non solo): la sua prova – per la quale è inoltre ingrassata di tredici chili – le è valsa i premi ai New York Film Critics Circle Awards e ai Boston Society of Film Critics Awards.
Per molti la sua
candidatura è giunta inaspettata: secondo le previsioni, il quinto
nome atteso per questa categoria contemplava Judi Dench, Maggie
Smith o Samantha Barks. Ma Jacki Weaver è
l’outsider che ha conquistato l’Academy con la sua interpretazione
in Il Lato Positivo – Silver Linings
Playbook. Nel film di David O.
Russell, l’attrice australiana è Dolores, madre del
tormentato protagonista Pat (Bradley Cooper).
Si tratta della seconda nomination per Jacki Weaver, già candidata all’Oscar come Migliore attrice non protagonista nel 2011 per Animal Kingdom.
Mogli volitive, madri sfortunate, donne indipendenti: queste le figure ricorrenti nel quintetto di attrici non protagoniste, nella commistione di forza e fragilità che da sempre si accompagna al femminile. Pur in ruoli di supporto, ognuna di loro ha lasciato il segno nel corso della corrente stagione cinematografica e promette un trionfo meritevole nella notte del 24 febbraio.