Immaginate un banchetto
di nozze. Di quelli che ogni posto a sedere è contrassegnato da un
segnaposto con tanto di cartoncino per il nome. E immaginate che
questi segnaposto vengano fatti cadere per sbaglio e siano
poi riordinati frettolosamente un po’ a casaccio, perdendo le ore e
ore di studio impiegate per sistemarli con cura e logica.
Quando gli invitati arriveranno si siederanno così al loro posto, ignari che, se ne prendessero un altro e quindi avessero vicino una persona diversa, la loro vita potrebbe cambiare.
Tra questa baraonda confusionaria si snodano le storie, alcune del visto e rivisto, di un giovane che vuole riconquistare la sposa in questione (che funge da storia principale, per eccellenza); della sorella più giovane della sposa che è ancora nubile e cerca l’uomo della sua vita; di una coppia in crisi; di una coppia dove lui ha almeno una dozzina d’amanti; di un fotografo un po’ sfortunato, che non riesce a fare successo.
Se sposti un posto a
tavola, diretto dalla regista francese Christelle
Raynal, è una godibile commedia romantica che parte
dall’assunto “destino e caso sono gli artefici di tutto”, ma poi lo
stravolge e risponde alla legge “Si può sempre scegliere”. A
seconda del vicino di tavolo nel banchetto del matrimonio, si
instaureranno una serie di situazioni e conversazioni diverse che
porteranno ad altrettante diverse conseguenze. Ecco, il film si
diverte a mostrarcene alcune.
La pellicola ha un ritmo incalzante, facilitato anche dal susseguirsi di più storielle che convergono e s’intrecciano senza sosta, concedendosi un rallentamento soltanto nella parte finale, quando prende corpo la disposizione del tavolo forse più congeniale alla regista, anche per giustificare e delineare meglio le caratteristiche dei personaggi e dunque portare acqua al suo mulino. A seconda del posto a tavola, può andar bene per qualcuno e male per qualcun altro o ancora può iniziare bene e finire male, o viceversa.
Si respira l’eco di Sliding Doors, ma qui le ramificazioni proposte e le possibili conseguenze sono più numerose di quelle del film con Gwyneth Paltrow, più bizzarre anche perché corali e “da commedia”. Insomma, bisogna pur giocarci.
Qualche gag è un po’ scopiazzata qua e là, ma il film fa ridere, contando anche su una discreta dose di volgarità, bonaria s’intende, che strappa spesso un sorriso meglio di altre situazioni. Tra le risate, si fanno largo anche i sentimenti, quelli più veri, esplicitati senza nascondigli dalla regista, che, come fosse una favola, li incastra negli ingranaggi giusti.
Il nutrito cast, evidentemente studiato a puntino, è ben assortito, anche se in Italia c’è poca familiarità con questi attori francesi, che caratterizzano al meglio i personaggi a loro assegnati. Qualcuno è troppo stereotipato, ma la vivacità e la leggerezza del film ci permettono di chiudere un occhio.
Forse la sceneggiatura è dominata da situazioni un po’ banali, ma il ritmo rapidissimo e il divertimento fanno di Se sposti un posto a tavola un prodotto interessante, quasi un gioco di incastri spazio-temporali, con un epilogo senza troppe sorprese. Per soli 84 minuti vale la pena di accettare il compromesso. Esce il 25 Luglio.