Cannes 2018: A Genoux Les Gars, intervista al regista e alle attrici del film

Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2018, A Genoux Les Gars (Sextape) è il nuovo film di Antoine Desrosières, con le giovani attrici Souad Arsane e Inas Chanti. Il film tratta le tematiche della sottomissione e dell’emancipazione femminile con grande ironia. La protagonista, Yasmina, si ritrova coinvolta e costretta ad un perverso gioco organizzato dal suo ragazzo, Salim, e il suo amico Majid. L’atto sessuale a cui la ragazza è costretta viene segretamente filmato con la minaccia di diffusione, cosa che getta Yasmina in una spirale di vergogna e desiderio di rivalsa.

 

Sulla Terrasse Unifrance di Cannes abbiamo avuto modo di incontrare il regista e le due attrici protagoniste del film per un intervista privata con loro, per scoprire la genesi del film e le sue caratteristiche.

– Le vicende che vediamo accadere nel film sono, purtroppo, all’ordine del giorno. L’ispirazione per il film nasce da eventi di questo tipo o ha un concepimento diverso?

A.D: Abbiamo pensato da subito ad una storia di questo tipo, ispirati sia da eventi realmente accaduti sia da un film che abbiamo girato precedentemente, Haramiste, dove affrontavamo sempre dei tabù legati alle ragazze. Haramiste mostrava le frustrazioni che i tabù possono generare, Sextape è invece un’ulteriore passo in avanti, e arriva a mostrare come la frustrazione conduca alla violenza. L’ispirazione per questo nuovo film nasce da lì, dal voler mostrare cosa accade dopo.

– Una delle cose più interessanti del film è certamente il parlare di eventi così scomodi con un’ironia che invece li rende molto fruibili. Da dove nasce l’idea e la volontà di inserire questo tono da commedia?

A.D: Il punto è, come possiamo fare un film che parli anche ai ragazzi che spesso si macchiano di questi atti (Il termine usato dal regista è: asshole)? Se avessimo realizzato un film drammatico, dubito che sarebbero venuti a vederlo, ma con un film divertente, con un titolo divertente, forse verranno. Ed è una trappola, perché così si troveranno invece a guardare qualcosa di più profondo che li faccia riflettere sulle loro azioni, e magari li spinga a comportarsi meglio verso il prossimo.

– I dialoghi, scritti insieme alle due attrici protagoniste, sono davvero brillanti. Rispecchiano perfettamente il modo naturale di parlare dei giovani. Com’è stato il processo di scrittura di una simile sceneggiatura?

A.D: Abbiamo scritto secondo una prospettiva di improvvisazione sulle scene richieste dal film. Ognuno era libero di aggiungere qualcosa per portare maggior freschezza ai dialoghi. Abbiamo provato e scritto le scene per diversi mesi, per poi arrivare a girare il film in soli diciotto giorni. Credo che il lavoro sui dialoghi, dove abbiamo inserito le tipiche frasi incoerenti o inconcludenti del parlato quotidiano, abbiano aiutato molto ad eliminare i classici cliché e stereotipi.

I.C: Come ha detto Antoine, abbiamo provato davvero a lungo prima di girare. Seguivamo tutti i suoi consigli per capire cosa desiderava ottenere e insieme arricchivamo la sceneggiatura di suggerimenti, facendo modifiche anche fino all’ultimo. Personalmente non ho portato molto di mio al personaggio, ma al suo modo di parlare sì. Come avrai notato, quello nel film è un modo di esprimersi davvero familiare.

Nel film è possibile riscontrare un feeling molto forte tra gli attori. Com’è stato lavorare sul set e quali riflessioni sono scaturite tra di voi riguardo questo particolare argomento?

I.C: In realtà il lavoro sul set è stato davvero molto breve, e quando abbiamo iniziato a girare il film avevamo alle spalle già diversi mesi di prove, i quali sono stati fondamentali per conoscerci e sviluppare i legami di cui avevamo bisogno per dare credibilità ai rapporti tra i personaggi.

S.A: Antoine ha fatto delle scelte di casting basandosi sulla sintonia tra gli attori. Lui già conosceva me e Ines, e ha scelto gli altri due ragazzi protagonisti dopo alcune sessioni di prove con noi, per vedere se poteva realmente nascere qualcosa che potesse portare freschezza al film.

A.D: Al momento del casting io non cercavo solo degli attori, ma anche dei co-autori. Ne avevo bisogno per essere certo di riuscire a portare elementi divertenti al film. Ho selezionato dei ragazzi che dimostrassero di avere immaginazione, che fossero in grado di improvvisare a lungo. Una volta trovati ero certo della mia scelta, e i mesi di prove non hanno fatto che confermare che mi ero circondato delle persone giuste per il film.

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