Cillian Murphy e il suo ritorno alle scene dopo l’Oscar con Steve

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Il nuovo film di Cillian Murphy, Steve, è finalmente arrivato su Netflix e sta ricevendo recensioni molto positive. L’opera racconta la storia di un preside di una scuola di recupero in Inghilterra che lotta per mantenere un equilibrio tra i propri problemi di salute mentale e il benessere dei suoi studenti. Il film conferma un trend interessante nella carriera dell’attore irlandese, vincitore del Premio Oscar per Oppenheimer, e consolida un percorso artistico coerente e personale.

Steve rappresenta la seconda collaborazione di Murphy con il regista belga Tim Mielants, dopo Small Things Like These del 2024. Questi due titoli sono anche gli unici film interpretati da Murphy dopo la vittoria dell’Oscar, e la scelta di continuare a lavorare su progetti di questo tipo evidenzia la sua intenzione di mantenere il controllo creativo della propria carriera, privilegiando qualità e significato rispetto alla fama o al guadagno.

Per molti attori, un Oscar può essere sia una benedizione che una maledizione: il riconoscimento supremo spesso porta con sé un’esposizione mediatica che può influenzare negativamente le scelte artistiche. Tuttavia, Cillian Murphy ha saputo evitare questa trappola. Invece di puntare su blockbuster o ruoli più remunerativi, ha scelto di dedicarsi a film indipendenti e maturi, caratterizzati da tematiche profonde e da una forte componente umana. In questo modo, l’attore dimostra che l’Oscar non era per lui un punto d’arrivo, ma una tappa che gli consente ora di dare visibilità a progetti meno commerciali.

Cillian Murphy ha scelto Small Things Like These e Steve

Murphy ha infatti dichiarato in un’intervista a Variety di aver rifiutato o rimandato offerte più grandi per dedicarsi interamente a Small Things Like These e Steve, ritenendoli più importanti dal punto di vista personale e artistico. La sua scelta è stata lodata come un esempio di integrità e coerenza, un atteggiamento raro tra gli attori di Hollywood dopo un successo di tale portata. L’attore stesso ha commentato con ironia la decisione di non partecipare a The Odyssey di Christopher Nolan, regista con cui aveva già collaborato più volte, dicendo di aver provato “un senso di sollievo” nel potersi prendere una pausa dai riflettori.

Nonostante questo, Murphy non ha rinunciato del tutto ai progetti di più ampia portata. Tra i suoi impegni futuri figurano 28 Anni Dopo: Il Tempio delle Ossa, seguito del film che nel 2002 lo rese famoso, e The Immortal Man, che rappresenta un omaggio al ruolo televisivo che lo ha consacrato a livello internazionale. In entrambi i casi, l’attore ha scelto di tornare a universi narrativi che gli sono cari, non per opportunismo ma per autentico interesse artistico.

Un altro aspetto rilevante del suo percorso recente è l’evoluzione del suo ruolo professionale: Cillian Murphy non è più soltanto interprete, ma anche produttore. Ha infatti ricoperto questo ruolo in Small Things Like These e Steve, e continuerà a farlo anche nei prossimi progetti, tra cui Il Tempio delle Ossa, The Immortal Man e il film di Peaky Blinders. Questa trasformazione dimostra la volontà di Murphy di partecipare in modo più attivo e consapevole alla realizzazione delle opere a cui tiene, contribuendo alle scelte creative e produttive.

Il legame personale con Steve

Il legame personale dell’attore con Steve è particolarmente significativo: i suoi genitori, entrambi insegnanti in pensione, hanno influenzato profondamente il suo interesse per la storia di un educatore alle prese con il peso della responsabilità e della fragilità umana. La sua decisione di essere anche produttore del film riflette il desiderio di investire emotivamente e professionalmente nei progetti che ritiene autentici e rilevanti.

Steve non è solo il nuovo capitolo della carriera post-Oscar di Cillian Murphy, ma anche una conferma della sua integrità artistica. L’attore sta utilizzando il prestigio conquistato con Oppenheimer non per inseguire il successo commerciale, ma per sostenere il cinema indipendente e i progetti in cui crede davvero. La sua traiettoria dimostra come un Oscar possa essere non solo un riconoscimento, ma anche uno strumento per promuovere un cinema più personale e significativo. Con il suo impegno come produttore e la sua attenzione ai contenuti, Murphy si conferma una delle figure più interessanti e coerenti del panorama cinematografico contemporaneo.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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