Ritorno al Futuro: i filmmakers spiegano i buchi nella trama dei viaggi nel tempo

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Ritorno al Futuro è una delle saghe di fantascienza più amate di sempre, nonostante presenti diversi buchi di trama dovuti al suo stesso espediente narrativo: i viaggi nel tempo.

Il film ha come protagonista Michael J. Fox nei panni di Marty McFly, un adolescente che viene catapultato indietro nel tempo a bordo di una DeLorean modificata dal geniale scienziato Doc Brown (Christopher Lloyd). I due sequel hanno poi moltiplicato i viaggi nel tempo… e con essi le domande e i dubbi logici.

Il regista di Ritorno al Futuro: “Il viaggio nel tempo è fantasia”

Sul sito ufficiale di Back to the Future esiste una sezione intitolata “FAQS”, dove il regista Robert Zemeckis e lo sceneggiatore/produttore Bob Gale rispondono alle domande più frequenti dei fan sul celebre film.

I due autori spiegano di ricevere ogni tipo di quesito — intelligenti, ingenui e perfino assurdi — e di voler chiarire i dubbi più comuni. Molte delle domande, dicono, riguardano i “misteri del continuum spazio-temporale”. Ed è proprio qui che arriva la loro risposta più importante, capace di spiegare quasi tutti i problemi e le contraddizioni legati ai viaggi nel tempo:

“Diciamolo chiaramente: il viaggio nel tempo è fantasia, quindi non esiste un modo per dimostrare nulla. Come cineasti, cerchiamo solo di creare un insieme di regole per le nostre storie, rispettarle e mantenere la coerenza all’interno del piccolo ‘universo’ che abbiamo costruito.”

In altre parole, per Zemeckis e Gale le spiegazioni scientifiche non sono rilevanti per la trama: ciò che conta è che la storia rispetti le sue stesse regole interne. Tra queste, anche l’idea dell’esistenza di Terre alternative, concetto oggi familiare ai fan del Marvel Cinematic Universe.

Ritorno al Futuro - Parte II film
Michael J. Fox e Christopher Lloyd in Ritorno al futuro – Parte II. © Universal Studios – All Rights Reserved.

Ritorno al Futuro e le “Terre alternative”

Nel primo film, quando Marty McFly viaggia indietro nel tempo, rischia di cancellare la propria esistenza impedendo ai suoi genitori di incontrarsi. La famosa fotografia che inizia a sbiadire rappresenta proprio questa minaccia. Alla fine, però, Marty cambia la linea temporale… ma in meglio.

Nei sequel, Doc Brown parla apertamente di 1985-A, spiegando che ogni alterazione temporale crea una nuova versione della Terra. In una scena poi tagliata dal montaggio, si mostra addirittura Biff cancellato dall’esistenza dopo aver consegnato al sé giovane l’Almanacco Sportivo e fatto ritorno al 2015.

Doc spiega anche che non possono tornare al 1985-A, perché è “il futuro sbagliato”. Marty, Doc e Jennifer devono quindi evitare che Biff modifichi ulteriormente il passato. Tutto questo intreccio era volutamente lasciato all’interpretazione del pubblico: Zemeckis e Gale non volevano appesantire la trama con spiegazioni troppo precise, preferendo lasciare un certo margine di mistero.

Il paradosso temporale in Ritorno al Futuro

Il sito ufficiale del film affronta anche la questione dei paradossi temporali. Un paradosso del tempo, si legge, “è una situazione in cui l’effetto di un evento contraddice o elimina la causa dello stesso evento”.

Un esempio classico: se un uomo di 40 anni tornasse indietro nel tempo e uccidesse sé stesso bambino, il bambino non potrebbe crescere per diventare quell’uomo, quindi l’omicidio non potrebbe mai avvenire, perché l’assassino non esisterebbe.

Questo tipo di logica si ritrova anche nel film stesso. Cosa sarebbe successo, ad esempio, se Jennifer avesse visto sé stessa tornare indietro nel tempo e fosse svenuta, battendo la testa e morendo? In tal caso non sarebbe mai cresciuta per sposare Marty e avere figli, e quindi Doc non avrebbe mai avuto motivo di portarli nel futuro.

La conclusione è che, secondo la maggior parte degli scienziati, il viaggio nel tempo non può esistere perché genererebbe inevitabilmente paradossi. Nella saga, però, gli autori inventano un meccanismo di auto-conservazione dell’universo per evitarli — da cui la scelta di far svenire entrambe le Jennifer, impedendo così conseguenze catastrofiche.

Il paradosso che ha creato un buco di trama

Nonostante la cura nel costruire le regole del viaggio temporale, esiste un paradosso che ha effettivamente creato un buco di trama in Ritorno al Futuro Parte II. Zemeckis e Gale lo ammettono apertamente nelle FAQ del sito ufficiale. Quando Doc Brown porta Marty e Jennifer nel futuro, la loro scomparsa dal 1985 avrebbe dovuto cancellarli anche dal futuro stesso.

“Questo, in effetti, è il paradosso definitivo di Ritorno al Futuro Parte II. Ci abbiamo riflettuto a lungo.”

I due raccontano che quasi rinunciarono a quella trama proprio per questo motivo, ma ormai avevano anticipato l’idea alla fine del primo film, e temevano che i fan si sentissero delusi se non avessero mostrato il futuro e i figli di Marty e Jennifer. Per risolvere il problema, decisero di presumere che Marty e Jennifer sarebbero comunque tornati nel 1985, mantenendo così la coerenza del futuro mostrato.

Tuttavia, il paradosso rimane: Doc Brown afferma chiaramente nel film che “il futuro non è ancora scritto”. Se è così, perché esisterebbe un futuro già determinato con Marty, Jennifer e i loro figli? La risposta degli autori è che il futuro a cui si viaggia rappresenta sempre la proiezione di ciò che accadrà nella linea temporale del viaggiatore, in base alle sue scelte fino a quel momento.

Ma anche questa spiegazione non risolve tutto. Come dice Doc nel finale della trilogia: “Il vostro futuro è quello che voi stessi vi create.”

Proprio questa frase riassume il paradosso irrisolvibile di Ritorno al Futuro: il film afferma che il futuro è aperto, e allo stesso tempo ne mostra uno già scritto. È un’incongruenza che non può essere spiegata, ma che non toglie nulla al fascino della saga.

In fondo, come ricordano Zemeckis e Gale, “il viaggio nel tempo è fantasia”. E se lo si guarda per ciò che è — una straordinaria avventura cinematografica — Ritorno al Futuro resta ancora oggi uno dei migliori esempi del genere, capace di far sognare intere generazioni nonostante i suoi inevitabili paradossi.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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