Amsterdam Empire di Netflix è basato su una storia vera?

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Co-creata da Piet Matthys, Nico Moolenaar e Bart Uytdenhouwen, Amsterdam Empire di Netflix è una serie drammatica poliziesca olandese che utilizza il famoso quartiere a luci rosse di Amsterdam come lente per osservare lo spirito del tempo. Jack Van Doorn è un magnate che ha costruito da zero un impero di caffetterie di fama internazionale, ma quando viene scoperto ad avere una relazione extraconiugale, si scatena il finimondo. Tradita, sua moglie Betty cerca vendetta e mette in atto tutti i segreti più oscuri e intimi che ha tenuto nascosti per così tanto tempo. Man mano che ogni pezzo del puzzle viene svelato, entrambe le parti si rendono conto che l’unico modo per uscire da questo pasticcio è ottenere una vittoria schiacciante, ma ciò significa correre rischi che possono fare più male che bene. La serie sfrutta appieno il panorama culturale e urbano di Amsterdam, assicurando che i personaggi e i loro rispettivi percorsi siano intrisi di autenticità.

Amsterdam Empire fa riferimento alla vivace cultura dei coffeeshop dei Paesi Bassi

Sebbene “Amsterdam Empire” sia una storia di fantasia scritta dagli autori Piet Matthys, Nico Moolenaar e Bart Uytdenhouwen, la premessa stessa sembra prendere spunto dai veri coffeeshop dei Paesi Bassi, che molto spesso fungono anche da punti vendita locali di cannabis. Sebbene la vendita, il possesso e l’uso di droghe non medicinali, come la cannabis, siano tecnicamente illegali secondo la legge olandese, l’emergere della gedoogbeleid, ovvero la “politica di tolleranza”, ha visto un aumento della tolleranza generale verso l’uso ricreativo di tali sostanze. A tal fine, la vendita di cannabis in coffeeshop designati e autorizzati è consentita dalle autorità locali, a condizione che non vi sia vendita di droghe pesanti, alcol o qualsiasi forma di droga ai minori. Oltre alla cannabis, questi locali servono tipicamente cibo e bevande, il che nel tempo li trasforma in punti di ritrovo sociali, come si vede nel caso di The Jackal, la catena di coffeeshop di proprietà di Jack nella serie.

Man mano che la storia procede, la legalità dell’impero commerciale di Jack viene messa in discussione numerose volte, con scappatoie relative sia alla produzione che alla vendita di cannabis che vengono scoperte e smantellate in tempo reale. In questo modo, il ritmo serrato della serie offre uno sguardo approfondito sulle ansie della vita reale relative a questi locali, bilanciando le prospettive dei proprietari, dei clienti e delle autorità giudiziarie. Sebbene nessuna catena di coffeeshop nella vita reale possa essere direttamente collegata a The Jackal come fonte di ispirazione, la famosa azienda di cannabis nota come The Bulldog potrebbe essere servita da punto di riferimento. L’azienda, con sede ad Amsterdam, gestisce una catena di coffeeshop e negozi di fama internazionale che presenta una sorprendente somiglianza con il modello di business di The Jackal. Inoltre, entrambe le aziende prendono il nome da cani e danno molta importanza alla loro immagine di marca, rendendo probabile che il gigante dei coffeeshop abbia servito come base parziale per l’azienda fittizia.

I personaggi di Amsterdam Empire sono radicati in emozioni realistiche

Famke Janssen nella serie Amsterdam Empire

Mentre l’impero della cannabis di Jack fa da sfondo a gran parte della stagione, una forza narrativa altrettanto importante è il dramma interpersonale nella sua famiglia, derivante in gran parte da un conflitto tra lui e sua moglie Betty. L’attrice Famke Janssen, che interpreta il ruolo, ha parlato con Variety della narrazione e delle scelte estetiche fatte dal team creativo della serie. Nell’intervista, Janssen ha descritto in dettaglio l’impegno fisico e psicologico che ha profuso per aggiungere un tocco in più alla sua interpretazione, affermando: “Volevo mettermi alla prova, anche girando un video musicale e imparando a ballare e cantare”. Allo stesso modo, ha citato Paula Abdul, famosa cantante, ballerina e personaggio televisivo, come fonte di ispirazione per l’estetica visiva di Betty, aggiungendo: “Abbiamo cercato ispirazione in tutti (…) e in tutte le altre donne che si esibivano in quel periodo. La loro moda, le loro coreografie”.

Se da un lato la creatività di Janssen ha reso Betty un personaggio ancora più credibile, dall’altro ha anche attinto alla sua psiche. L’attrice, che è anche produttrice esecutiva della serie, ha commentato: “Non volevo che fosse solo una persona rabbiosa e turbolenta; l’abbiamo già visto tutte. Volevo che la rabbia fosse radicata in un dolore e una devastazione reali“. A tal fine, la rappresentazione delle circostanze complesse e delle emozioni che ne derivano è radicata in una comprensione approfondita di come le strutture familiari e domestiche interagiscono con l’idea di potere e controllo. Il co-creatore Nico Moolenaar ha descritto la produzione come un’opportunità per creare un universo narrativo completamente nuovo, che ribadisce la natura fittizia di Amsterdam Empire. Sebbene sia possibile che la serie tragga ispirazione da controversie pubbliche reali, sia nel mondo dello spettacolo che nell’industria dei coffee shop di cannabis, tali sovrapposizioni sono probabilmente di natura casuale.

Redazione
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