Box Office USA del 19 settembre 2011

A sorpresa, riesce sugli schermi USA The Lion King, cartone animato della Disney uscito nel 1994, riadattato per la moda attuale del 3D, e guadagna subito la prima posizione. Le avventure del piccolo Simba, Timon e Pumbaa incassano 29 milioni di dollari, scalzando dal podio assoluto l’angosciante film di Steven Soderbergh Contagion, che si trova in seconda posizione con un incasso settimanale di 14 milioni di dollari che lo portano ad un totale di 44.

 

In terza posizione si ferma la nuova uscita Drive, con Ryan Gosling nei panni di uno stuntman, che incassa 11 milioni di dollari.
Dominatore della classifica per 4 settimane, The help, scende in quarta posizione, raggiungendo però un totale di 147 milioni di dollari di incasso.

Un altro film ambientato negli Stati Uniti del Sud, che questa volta però fanno da sfondo ad un thriller è Straw dogs, alla sua prima settimana di classifica, che con 5 milioni di dollari di incasso si guadagna la quinta posizione. Non più nei panni di Carrie di Sex&the city, ma mamma e donna in carriera, la nuova commedia con Sarah Jessica Parker, I don’t know how she does it, non supera la metà bassa della classifica, con un incasso di 4.5 milioni di dollari necessari ad occupare il sesto posto.

In settima posizione, scende The debt, dopo tre settimane di classifica e 27 milioni di dollari in totale di incasso. In ottava posizione affonda invece Warrior, che la scorsa settimana era addirittura in seconda posizone, a quanto pare nulla ha potuto neanche la presenza di Tom Hardy, nell’attirare pubblico in sala.

L’alba del pianeta delle scimmie non sembra voler abbandonare la classifica dei film più visti negli Stati Uniti, visto che resiste in nona posizione con 2.6 milioni di dollari di incasso settimanale che si sommano al totale che è ora di 172 milioni di dollari. Chiude la classifica Colombiana, con un incasso totale di 33 milioni di dollari.

La prossima settimana dovrebbe essere quella buona per l’uscita di Moneyball, nuovo film con Brad Pitt che veste i panni di un manager del baseball, Killer elite con Robert De Niro e Clive Owen, e Machine gun preacher una storia di redenzione un po’ sui generis in cui Gerard Butler intepreta un ex spacciatore che trova Dio e decide di lottare, armi in mano, per impedire che i bambini in Sudan vengano reclutati come soldati. Una prova alla regia per Marc Forster decisamente diversa dai precedenti Neverland o Monster’s ball.

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