Ischia Film Festival: il premio Bayer a The Invisible City

Ischia Film Festival

Trai tanti riconoscimenti assegnati all’Ischia Film Festival XV, il Bayer Award per il miglior film è stato assegnato a The Invisible City (Kakuma), diretto da Lieven Corthouts.

 

Il film parla di Kakuma, un campo di profughi che e stato costruito nel mezzo del deserto Turkana, Kenya ed e la citta in più rapida crescita nella regione. Molti dei suoi nuovi arrivati sono bambini che sono inviati dai loro genitori che abitano nelle zone di conflitto. Contro ogni previsione, questi bambini afferrano tutte le opportunità nel campo per ricostruire la loro vita. All’età di 17 anni, gli adolescenti si trovano a competere per borsa di studio internazionale, trovare un lavoro, ed anche costruire la propria casa.

Ecco le motivazioni del premio e a seguire la menzione speciale assegnata a Marco D’Amore nell’ambito dello stesso riconoscimento.

Premio BAYER Location Negata

THE INVISIBLE CITY [KAKUMA] di Lieven Corthouts

Motivazione della giuria

Kakuma significa “Niente”. Infatti Kakuma è una città fantasma, cresciuta nel nulla, e diventata in poco tempo luogo di speranza e sofferenza. Il regista Lieven Courthouts, seguendo con una spiccata vena poetica le vicende di una bambina di 8 anni, ci regala immagini che rimandano a film apocalittici e ai dipinti di Van Gogh. Che qui hanno le sembianze geometriche dei tetti, tutti uguali, di un’immensa macchia d’olio che accoglie i profughi in fuga dalle zone di conflitto intorno al Kenia. Bambini inviati da genitori stremati. Ma i bambini hanno una marcia in più e, contro ogni previsione, si rialzano, si organizzano, e costruiscono il loro futuro. Nel bel mezzo del nulla.

Ischia Film Festival: tutti i vincitori

Menzione speciale a:

Marco D’Amore per l’interpretazione del cortometraggio UOMO IN MARE di Emanuele Palamara

Motivazione della giuria

A Marco d’Amore, intenso protagonista di Uomo in mare. La scelta di un uomo comune di stare dalla parte del diritto e collaborare con la giustizia, si rivela una gabbia che piano piano toglie certezze, affetti e il senso stesso della vita. L’attore interpreta questa discesa agli inferi con progressiva e crescente sofferenza, creando una location dell’anima tormentata e un’empatia con lo spettatore che ne condivide motivazioni e percorso.

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