James Gunn e la formula per “salvare” il Marvel Cinematic Universe

James Gunn

Mentre si discute accanitamente del futuro della Marvel, dopo gli aventi di Avengers 4, James Gunn, regista di Guardiani della Galassia 1 e 2, ha qualcosa da dire in merito.

 

Il regista è uno dei pochi già confermati per il futuro, visto che ha già firmato per Guardiani della Galassia Vol. 3, già in fase di scrittura, e nella sua idea di franchise e universo condiviso, c’è il concetto di sacrificio.

Secondo Gunn, infatti, per la Marvel è importante “fare dei sacrifici” per riuscire ad andare avanti con efficacia, accontentando sempre gli spettatori.

“Credo che parte di questo sia la naturale evoluzione della serie – ha spiegato James Gunn in merito alla possibile morte di alcuni personaggi principali – Non si può continuare a fare lo stesso film, progetti troppo simili. Non si può fare lo stesso film ancora e ancora. Se la Marvel vuole sopravvivere, deve cominciare a fare film con personaggi che siano un po’ diversi. Devono cominciare a permettere ai personaggi principali di morire. Devono iniziare a dire che la posta in gioco significa davvero qualcosa se vogliono che le persone rimangano interessate.”

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In merito a questo approccio, James Gunn è uno dei pochi esempi virtuosi all’interno del MCU, dal momento che proprio in Guardiani della Galassia Vol. 2 ha deciso di sacrificare il personaggio di Yondu (Michael Rooker) per dare sostanza e umanità a un finale insolito, per un film Marvel.

La critica che “nei film Marvel non muore nessuno” è senz’altro imprecisa, visto il numero di personaggi che ci siamo lasciati alle spalle negli ultimi dieci anni, ma la posizione di Gunn si riferisce proprio ai personaggi principali, quelli che letteralmente portano la gente al cinema e che, alla luce dei prossimi stravolgimenti con Avengers 3 e 4, potrebbero davvero dire addio al MCU.

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