Censura cinematografica: addio al controllo dello Stato sulla libertà degli artisti

ultimo tango a parigi

Il più famoso è il caso di Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, il più recente del 1998, di Totò che visse due volte, di Maresco e Ciprì; la censura cinematografica, in Italia, ha il suo grande carico di vittime, cadute sotto la sua mannaia, ma da oggi basta.

 

Dopo aver ostacolato 274 film italiani, 130 americani e 321 da altri paesi su 34433 lungometraggi sottoposti al suo veto dal ’44 a oggi e 10092, ammessi dopo modifiche, la censura è ufficialmente archiviata. “Il ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto che abolisce definitivamente la censura cinematografica, un provvedimento lungamente atteso, che accantona “quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”, come ha sottolineato.” scrive l’ANSA.

Al posto della commissione censura, è stata ora istituita una Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura. Questa commissione avrà il compito di verificare che le opere siano correttamente classificate in base al pubblico di riferimento.

Secondo quanto dichiarato da Nicola Borrelli, direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo all’ANSA, “si mette in essere una sorta di autoregolamentazione, saranno i produttori o i distributori ad autoclassificare l’opera cinematografica, alla commissione il compito di validare la congruità”. Questo discorso è però legato alle uscite in sala, visto che per le piattaforme vale il sistema del parental control.

La censura cinematografica, in Italia, venne istituita nel maggio 1914, con il Regio Decreto n. 532, che attua la Legge Facta.

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