Adam Driver risponde alle critiche per aver interpretato due italiani: “penso ai registi, non all’Italia”

Adam driver
Adam driver sul red carpet di Venezia 80 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Adam Driver è reduce dal ruolo di Enzo Ferrari nel film Ferrari (qui la recensione), prima del quale si era cimentato con Maurizio Gucci in House of Gucci (qui la recensione). Due ruoli di noti personaggi italiani con cui si è attirato non poche critiche, tra cui quella di appropriazione culturale. L’attore ha però ora risposto a queste lamentele, confermando che non c’è stato nulla di strategico nello scegliere tali ruoli, avendo semplicemente voluto seguire il proprio istinto nel lavorare con due grandi registi: Michael Mann per Ferrari e Ridley Scott per House of Gucci.

 

Driver, nel corso della sua partecipazione al podcast SmartLess, ha dunque affrontato tale questione dell’aver interpretato due note personalità italiane in due film consecutivi. “Molte persone mi hanno chiesto: “Quanti italiani…?” E io ho pensato: “È andata cos씓, ha detto Driver. “Ma io sono del parere che Ridley e Michael siano tra i migliori registi. Chi se ne frega se lavorare con loro ha significato interpretare due italiani?“. Driver ha poi definito la scelta di questi ruoli come “un buon esempio del non essere strategico in un modo in cui probabilmente dovrei invece essere”.

L’attore ha poi dichiarato che non ha in programma di interpretare altri italiani, aggiungendo: “Sono sorpreso di quanto si sia parlato di questa cosa. Mi dicono: ‘Hai una tendenza’, e io rispondo: ‘Sono due! Sono due italiani!” Sono solo due. La stampa non è un luogo in cui si può avere una conversazione ricca di sfumature“. Ha poi concluso affermando che: “Eppure sembra una cosa così difficile da capire. Voglio dire, non ha tanto a che fare con l’Italia, anche se come Paese mi piace ovviamente. Ma si tratta piuttosto dei registi, di Ridley Scott e Michael Mann e dei progetti stessi. L’Italia non è la prima cosa a cui penso“.

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