Lily Gladstone: la sua reazione alla nomination agli Oscar 2024

Lily Gladstone
Lily Gladstone al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Abbiamo già segnalato quanto sia importante e storica la nomination di Lily Gladstone agli Oscar 2024. L’attrice è infatti la prima donna nativa americana a entrare in categoria per la sua performance in Killers of the Flower Moon. Dopo mesi di successo di critica, il film ha ottenuto diverse nomination agli Oscar, tra cui Miglior film, Miglior regista e Miglior attrice per Gladstone.

Parlando con Entertainment Weekly, Gladstone ha espresso una risposta emotiva a questa storica nomination all’Oscar. L’attrice ha iniziato la sua dichiarazione rendendo omaggio alle fantastiche attrici indigene che l’hanno preceduta, tra cui Sheila Tousey di Cuore di tuono e Keisha Castle-Hughes di La ragazza delle balene, che è stata “la più giovane e la prima candidata indigena nella categoria”. Ecco la dichiarazione completa:

“È incredibile e gran parte di me vuole solo dire che non avrei dovuto essere io. Questo sarebbe dovuto accadere molto tempo fa. Ho condiviso lo schermo in questo film con Tantoo Cardinal, che viene dal Canada, un confine che ha attraversato molti di noi. Sono cresciuta guardando le esibizioni di Sheila Tousey, con cui ho avuto la fortuna di condividere il palco ad un certo punto della mia carriera. Il suo lavoro in Cuore di tuono, lo sento, sarebbe dovuto essere nominato in ogni cosa. Non esiste attrice viva che superi il talento di Sheila. È una delle vere grandi.

È incredibile che ciò sia accaduto, e ci è voluto un po’ di tempo. Ricordo quando Keisha Castle-Hughes fu nominata per La ragazza delle balene, e ricordo come mi sentii quando guardai questa incredibile attrice, la più giovane e la prima candidata indigena nella categoria, raccontare questa storia. Sembrava così universale e così vicino alla mia educazione, al mio rapporto con la mia terra, con la mia famiglia, con mio padre, con la mia lingua, tutto questo. È stato incredibile vedere la sua rappresentazione, e sembra che sia un vero onore.

Lo dico sempre, non è del tutto mio (questo traguardo). Appartiene a così tante persone: la nazione Osage, la nazione dei piedi Neri, la nazione Nez Perce, ogni attore indigeno sulle cui spalle sto. È circostanziale che io sia la prima e ne sono molto grato. So solo che non sarò l’ultima, neanche lontanamente.”

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