La regista italiana Susanna Nicchiarelli torna alla Mostra internazionale di Venezia per presentare un nuovo film sulla figura femminile. Questa volta il balzo indietro nel tempo è notevole: siamo nel 1211 e la Chiara di cui Nicchiarelli parla è Santa Chiara d’Assisi. Dopo Nico 1988 (2017) e Miss Marx (2020), il terzo ritratto di donna è giovane, avanguardista e spirituale. A interpretare la protagonista c’è Margherita Mazzucco, che già ha vestito i panni di una ragazza forte, quelli di Lenù de L’amica geniale. Accanto a Mazzucco, non può mancare l’amico e profeta di Chiara: Andrea Carpenzano (La Terra dell’Abbastanza, Calcinculo) è Francesco d’Assisi.
Rivoluzione e femminismo del 1200
Due anni dopo Miss Marx, anche il nuovo film di Susanna Nicchiarelli è in concorso a Venezia 79. Non è la prima volta che viene realizzato un lungometraggio sui santi d’Assisi, si pensi a Fratello sole, sorella luna (1972) o a Chiara e Francesco (2007). Tuttavia, l’obiettivo di Nicchiarelli è quello di raccontare una versione diversa della fondatrice delle clarisse. Nel lungometraggio, Chiara è prima di tutto una giovane e coraggiosa ragazza di diciotto anni, che lotta per affermare i suoi ideali. ”Nel film c’è un messaggio contemporaneo molto forte perché viene raccontata una storia di disparità sociale. Chiara e Francesco portano un messaggio molto rivoluzionario, si mettono con gli ultimi”, dice Nicchiarelli. Poi aggiunge: ”Chiara è anche una femminista, voleva fare per le donne quello che Francesco ha fatto per gli uomini, ma non ha potuto”.
La scelta degli interpreti
La volontà di fare un film fresco e giovane, nonostante il tema della vocazione religiosa e l’ambientazione medievale, ha spinto la regista a scegliere per Chiara e Francesco due interpreti come Margherita Mazzucco e Andrea Carpenzano. ”Credo siano entrambi molto bravi come attori. Non serviva essere retorici o ampollosi con questo film. Margherita e Andrea mi hanno aiutato a riscrivere le battute, ad adattarle a loro. Poi avevano età l’giusta.”
E aggiunge: ”Margherita è molto simile a Chiara, non urla, ha lo stesso tipo di tranquillità e calma.” Non a caso, Mazzucco confessa che la parte più ardua per lei è stata la rappresentazione della rabbia: ”Sì, la parte pratica è stata difficile: girare scalzi, con gli abiti. Ma più di tutto ho fatto fatica ad arrabbiarmi. Non è nella mia natura ma è una parte umana di Chiara che andava raccontata.”
Entrambi gli attori hanno fatto le loro ricerche sui santi d’Assisi, sempre guidati dalla regista. Mazzucco e Carpenzano sono riusciti a portare i tratti dei loro personaggi moderni in un contesto storicamente lontano. Il realismo storico è dato dagli ambienti, dalla lingua – un mix di umbro, latino e francese – e dai costumi – ancora una volta opera del costumista Massimo Cantini Parrini (Miss Marx, Pinocchio, Cyrano). A creare invece il ponte tra presente e passato ci pensano gli interpreti, due celebri ragazzi di oggi che recitano la parte di due famosi giovani di allora.
Il film è dedicato alla medievista Chiara Frugoni
Per scrivere il suo film, Nicchiarelli si è basata sugli scritti della storica medievista Chiara Frugoni. L’autrice è venuta a mancare lo scorso aprile, ma finché ha potuto ha partecipato attivamente alla creazione dei personaggi del lungometraggio. Nicchiarelli confessa: ”Frugoni ha dedicato la sua vita al racconto di Chiara e Francesco. Ho scoperto Chiara con i suoi libri, perché prima conoscevo una santa molto più canonizzata, quella addomesticata dalla Chiesa nei secoli successivi alla sua morte.” Continua Nicchiarelli: ”Questa storica ha svelato una Chiara diversa, più umana, e un Francesco che non solo parla agli uccelli, ma anche alle persone.”
Il supporto di Frugoni è stato essenziale anche durante la lavorazione. La regista confessa: ”Quando non sapevo come ambientare una scena o come rappresentare un personaggio, scrivevo a Chiara. In risposta, lei mi mandava delle immagini, un quadro, una raffigurazione, e da li partiva rappresentazione.”
Considerando i precedenti Nico, 1988 e Miss Marx, Chiara potrebbe sembrare il capitolo conclusivo di una trilogia sulla figura femminile che retrocede nel tempo. Nicchiarelli parla però di una ”trilogia involontaria”, non calcolata a tavolino ma che ha come tratto comune il racconto di donne forti. L’auspicio della regista è che ”la forza del messaggio di Chiara sia contagiosa: spero che contagi gli spettatori del film.’