Il concetto di universo condiviso è stato introdotto al cinema molto prima dell’arrivo dei Marvel Studios, come dimostrano tutte le connessioni e i riferimenti seminati nella filmografia di Quentin Tarantino. In questo senso anche il suo nuovo lavoro, C’era una volta a… Hollywood sembra continuare la tradizione inserendo qualche dettaglio familiare o richiamo visivo alle vecchie pellicole del regista. richiami visivi.
Ecco allora di seguito tutti quelli scovati nel film:
Big Kahuna Burgers e Red Apple Cigarettes
Un tratto distintivo dei film di Tarantino sono i marchi ricorrenti e creati dal regista stesso come Big Kahuna Burgers e Red Apple Cigarettes. Il locale per hamburger reso celebre da Pulp Fiction si intravede su un cartellone pubblicitario durante una delle tante scene di guida mentre le sigarette vengono nominate durante i titoli di coda con Rick protagonista di una pubblicità in cui sostiene che sono le migliori.
I cameo tagliati
Tutti i lavori di Tarantino sono ricchi di cameo e C’era una volta a Hollywood di certo non fa eccezione. Tuttavia il ruolo di Michael Madsen (che aveva già recitato in Le Iene e Kill Bill) è stato abbreviato rispetto all’idea di partenza mentre lo stesso non si può dire di Tim Roth, James Marsden e Danny Strong, le cui scene sono stati tagliate.
Courtney Hoffman
Nella scena in cui Rick Dalton si presenta sul set ubriaco, sullo schermo appare il regista Sam Wanamaker e il suo compito è “nascondere” le caratteristiche da bravo ragazzo dell’attore in modo che assomigli più a un cattivo. L’aiutante Rebekka è interpretata dalla vera costumista Courtney Hoffman, che in passato aveva lavorato con Tarantino per Django Unchained.
Cliff, Randy e stuntman Mike
C’era una volta a Hollywood segna la terza collaborazione tra Kurt Russel e Tarantino rievocando tramite un omaggio il loro primo film assieme: ancora una volta l’attore interpreta uno stuntman di nome Randy, ma a differenza di Mike di Death Proof, si tratta di un bravo ragazzo che non uccide le ragazze a bordo della sua auto.
Zoe Bell
Sempre parlando di stuntmen, anche qui continua il sodalizio del regista con Zoe Bell (che interpreta la moglie di Randy, Janet): nel film è lei che ferma la lotta tra Bruce Lee e Cliff, arrabbiandosi con quest’ultimo per aver distrutto la sua macchina. La nota controfigura era già apparsa in Death Proof e aveva sostituito Uma Thurman nelle scene d’azione di Kill Bill, ma la ricordiamo anche in una piccola parte in The Hateful Eight.
L’eredità di Bruce Lee
La tuta gialla della Sposa in Kill Bill era un chiaro riferimento a Bruce Lee, omaggiato a modo suo anche in C’era una volta a Hollywood (ritratto che non è piaciuto alla figlia dell’attore). Nel film è interpretato da Mike Moh e si rende protagonista di un’esilarante sequenza in cui la star del kung fu viene sfidata da Cliff (Brad Pitt).
Cowboy e Western
Film come Django Unchained e The Hateful Eight rendevano evidente l’amore di Tarantino per i western, in particolare per tutto il revisionismo italiano dello Spaghetti Western. Il genere ritorna anche nell’ultimo lavoro in senso letterale, con Rick Dalton che è una star in declino e la cui carriera si risolleva proprio grazie ai western made in Italy.
Uccidere i nazisti
Uno dei film in cui recita Rick Dalton è The 14 Fists of McCluskey, dove l’attore è mostrato mentre uccide dei nazisti con un lanciafiamme.Evidentemente questo concetto già espresso in Bastardi Senza Gloria viene riproposto come se fosse un fatto reale (almeno nell’universo di Tarantino).
Cambiare la storia
Lettera d’amore alla Hollywood del 1969, il film si rivela come una fantasia di un mondo alternativo in cui la setta di Charles Manson viene punita e Sharon Tate non viene brutalmente uccisa nella sua villa di Cielo Drive. Nel raccontare questa realtà Tarantino usa ancora una volta la finzione per liberare violentemente la storia americana da alcuni dei suoi capitoli più oscuri e dare al pubblico una sorta di divertimento catartico. Lo stesso accadeva in Django Unchained e Bastardi senza gloria.
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Fonte: Screenrant