Maïwenn, i tre volti della regista di Jeanne du Barry – La favorita del Re

Maïwenn ha lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema francese. Anche se la maggior parte del pubblico e dell’industria americana l’ha conosciuta prevalentemente nel ruolo della seducente aliena canterina, Diva Plavalaguna, nel film di Luc Besson Il quinto elemento (1997), i suoi successivi sforzi come attrice, regista e sceneggiatrice hanno indiscutibilmente eclissato questo piccolo ruolo interpretato da adolescente. Negli ultimi dieci anni, ha diretto e sceneggiato un cortometraggio e ben quattro lungometraggi. La duttilità che Maïwenn ha messo al servizio della Settima Arte ne hanno messo in evidenza il talento e la sua intuizione per la creazione di storie e sequenze magistrali, dove ritmo narrativo e fluidità dell’immagine si intersecano.

Tra i suoi film più recenti, Polisse (2011) e Mon roi – il mio re (2016) le sono valsi il plauso della critica e una moltitudine di candidature molto ambite, tra cui il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, il César per il miglior film, la migliore regia e la migliore sceneggiatura. Con il suo ultimo film, Jeanne du Barry – La Favorita del Re in uscita nelle sale italiane dal 30 agosto grazie a Notorious Pictures, ripercorriamo la carriera di Maïwenn, i momenti fondanti del suo percorso artistico e la svolta che l’ha vista dedicarsi anche alla sceneggiatura e alla regia.

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Seguito del suo one-woman show e del suo cortometraggio I’m an actress (in cui ha diretto la propria figlia Shanna Besson nel 2004), Pardonnez-moi, il primo lungometraggio di Maïwenn, è uscito nel 2006. In questo ritratto di famiglia, che ha tutte le caratteristiche di un Festen – Festa in famiglia (1998) alla francese, l’attrice-regista confonde maliziosamente i confini tra realtà e fantasia.  Il film le ha fatto guadagnare il premio come miglior promessa femminile e la migliore opera prima ai César 2007. In un’ottica altrettanto personale, nel 2009 realizza il suo secondo lungometraggio, Le Bal des actrices, una riflessione divertente e anticonformista sulle attrici e sui vari significati che la loro figura assume, commedia musicale che evidenzia l’eleganza di Maïwenn come regista. Il suo terzo film, quello che la consacra definitivamente come artista a tutto tondo è Polisse, in cui recita con Karin Viard, Marina Foïs e Joey Starr: un film sospeso tra documentario e fiction, resoconto molto realistico della vita quotidiana di una Brigade de Protection des Mineurs (Brigata di Protezione dei Minori) di Parigi. Con questo film, si è aggiudicata il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2011 e il plauso del pubblico, dato che è stato un grande successo nei cinema francesi. Alla fine del 2015, esce il suo quarto film da regista, Mon Roi – il mio re, con Emmanuelle Bercot (premiata come migliore attrice al Festival di Cannes) e Vincent Cassel nei ruoli principali, che segue una tumultuosa storia d’amore tra due personaggi che si amano e si distruggono a vicenda. In seguito, è tornata davanti e dietro la macchina da presa per DNA – le radici dell’amore (2020), in cui interpreta Neige, una madre divorziata di tre figli che va regolarmente a trovare Émir, suo nonno algerino che vive in una casa di riposo. Neige adora e ammira questo pilastro della famiglia, che l’ha cresciuta e soprattutto protetta dalla tossicità dei suoi genitori: ma i rapporti tra i numerosi membri della famiglia sono complicati e ci sono molti rancori. Infine, nel 2023, esce il suo sesto film, Jeanne du Barry – La favorita del Re, che ha l’onore di essere presentato all’apertura del Festival di Cannes. Questa prima incursione di Maïwenn nel film in costume racconta la storia vera di Jeanne, una giovane proletaria divenuta la favorita del re Luigi XV, interpretato da Johnny Depp e la scandalosa relazione tra i due.