Greta Gerwig con Barbie, terzo film della regista attualmente in sala, ha portato sul grande schermo una storia pregna di riflessioni sulla nostra società, ma anche sul significato insito nella bambola più famosa al mondo nata dalla mente geniale (e si potrebbe dire rivoluzionaria) di Ruth Handler. Pur toccando una serie di tematiche importanti, stimolando nello spettatore alcuni pensieri sul mondo in cui vive, la pellicola non ha una trama complicata, ed è per questo che riesce ad essere apprezzata da un pubblico molto eterogeneo. Nonostante questo, il film lascia comunque delle domande a fine visione, riguardanti anzitutto Barbie stessa, ma anche il suo mondo magico. Alcuni passaggi, infatti, non vengono approfonditi e questo fa sorgere alcuni dubbi a riguardo, che probabilmente non verranno mai sciolti. Cerchiamo di capire quali sono.
Come si viaggia tra i mondi?
Quando Barbie inizia ad avere pensieri di morte e si accorge di avere cellulite e piedi piatti, decide di rivolgersi subito – ma non senza alcun timore – a Barbie Stramba, la quale le dice che non esiste una spaccatura che la farà arrivare nel mondo reale, ma che deve prendere una serie di veicoli, fra cui un astronave, un camper e una nave, per poter andare e tornare. È definita come una membrana che divide i due mondi, quello vero e quello dell’immaginazione, ma in realtà il film non chiarisce mai se si tratta di un portale o meno. Un’altra sequenza, poi, contribuisce a creare confusione sul meccanismo in cui si può viaggiare da Barbieland al mondo reale e viceversa: quando Barbie arriva da Mattel, loro le dicono che per poter tornare a casa deve solo entrare nella sua scatola rosa d’appartenenza. In tal modo il film suggerisce che quello non sia altro che un portale che la può teletrasportare, ma anche lì non viene approfondita la questione. Considerato poi che la Mattel ha una stanza dei fantasmi che ospita la creatrice di Barbie, Ruth Handler, è possibile che la scatola sia magica. Oppure potrebbe essere scientifica, in grado di piegare lo spazio e il tempo. Ad ogni modo, Barbie non risponde mai a questa domanda.
Come fa il fantasma di Ruth Handler a esistere?
Un’altra scena che lascia il punto interrogativo è quella del fantasma di Ruth Handler, l’inventrice di Barbie. Quando Barbie Stereotipo sta scappando dalla Mattel che la vuole chiudere nella scatola, si imbatte in una stanza dall’atmosfera calda e familiare, situata all’interno del grattacielo, in cui incontra un’anziana signora, che prima di salutarla le dice d’essere per l’appunto Ruth Handler. Lei, però, è solo un fantasma, ma il film non spiega mai come il suo spirito rimanga in quella stanza, perché sia lì e non vada nell’aldilà, e soprattutto quale sia il suo scopo. Solo alla fine si capisce qualcosa in più, ossia che serviva come preparazione al finale, nel quale appare a Barbieland per aiutare Barbie Stereoptipo a trovare un senso alla sua vita. Il problema, però, è che la sua eterea presenza non si adatta alla narrazione.
Chi ha creato Barbieland?
Barbieland è rappresentato come un mondo tutto rosa e fluo in cui vive non solo la Barbie creata dalla Handler, ma anche tutte le altre Barbie pensate e realizzate dalla Mattel, sia quelle ancora in produzione che non. Ognuna di esse rimane legata alla bambina che usava giocarci insieme, la quale ha di conseguenza il potere di abusare di lei o riempirla d’amore, causando cambiamenti fisici ma anche di personalità alle bambole nel loro regno magico. Nonostante questo, il film non spiega mai davvero come Barbieland nasca, e tra l’altro non è neppure connesso a Ruth Handler. Una scena però sembra suggerire qualcosa: quando i Ken prendono il controllo di Barbieland, la Mattel inizia improvvisamente a produrre giocattoli Kendom nel mondo reale per sfruttare la sua popolarità. Sembra perciò che il Kendom sia entrato nella coscienza pubblica, ma non è mai spiegato nel dettaglio come questo sia accaduto, come sia stato possibile creare giocattoli in pochi minuti e cosa questo misterioso creatore intendesse per Barbieland.
Perché Allan non è stato un successo?
A Barbieland non vivono soltanto le Barbie e i Ken, ma c’è anche Allan (interpretato da Michael Cera), progettato per essere il migliore amico di Ken, che quando fu creato prese il nome dal genero di Handler. Allan, però, non è mai davvero considerato, anzi è una bambola scartata di cui però non si spiega il motivo. All’inizio, nell’introduzione all’universo magico di Barbie, la voce narrante di Helen Mirren spiega perché, ad esempio, la Barbie Incinta sia andata fuori produzione, ossia poiché non era popolare. Per quanto riguarda Allan, invece, non viene mai detto. Che sia perché è goffo e impacciato? Perché è la versione opposta dei Ken? Non è dato saperlo, eppure alla fine Allan è proprio quello che aiuta le bambole ad abbattere il patriarcato, quindi non aver esplorato la sua storia è stato un peccato.
Come arriva la Mattel a Barbieland?
Dopo che Barbie torna insieme a Sasha e Gloria nel suo universo magico, alcuni operai iniziano a costruire un muro che possa tenere lontane le persone del mondo reale da Barbieland. Questi vengono mostrati quando Gloria e Sasha prendono la Corvette C1 di Barbie per tornare a casa, prima di decidere di aiutare Barbie a salvare Barbieland. A quel punto, la domanda sorge spontanea: come ha fatto lo staff Mattel a intrufolarsi essendoci solo un modo per entrare? Il film non dà una risposta su come siano stati in grado di superare i costruttori, ne salta proprio il passaggio, limitandosi a mostrarli mentre si nascondono nella città. La scelta compiuta è di convenienza, in quanto la loro presenza serviva per far accettare loro l’idea di Gloria di una Barbie ordinaria e creare un lieto fine. Sarebbe stato però più interessante vederli entrare di soppiatto da una porta secondaria, usare strumenti e armi segrete o manipolare il potere del regno.
Le Barbie e i Ken hanno i genitali sì o no?
Oltre a parlare di femminismo, denuncie al patriarcato e scoperta di sé, Barbie fa anche delle allusioni sessuali implicite ed esplicite. Nel film, però, c’è molta differenza fra una consapevolezza, seppur inconscia, di Ken, e l’indifferenza totale di Barbie sulla questione. Quando ad esempio i due arrivano a Los Angeles, alcuni uomini molestano Barbie, ma lei risponde loro dicendo che non ha genitali, mentre Ken sostiene di averli. Sembra che Ken abbia una libido molto forte, soprattutto perché pensa ad uccelli e api e tenta sempre di passare la sera con Barbie, mentre quest’ultima non è neanche lontamanete attratta da lui e non è neppure interessata al romanticismo, il che fa pensare che sia colpa della mancanza di parti intime. Seppur la scena finale sembri dare una risposta alla domanda, il film non mostra mai davvero la scoperta di Barbie (o Ken) di averli effettivamente, tanto che gli spettatori si sono chiesti se Barbie abbia mentito ai molestatori solo per metterli a tacere ma ne sia stata da sempre consapevole o se un Ken, senza parti intime, avesse semplicemente troppo testosterone in testa.