Home Photogallery Doctor Strange 2: come si attiene al canone Marvel e come se ne discosta?

Doctor Strange 2: come si attiene al canone Marvel e come se ne discosta?

0
Doctor Strange 2: come si attiene al canone Marvel e come se ne discosta?

Attenzione: questo articolo contiene spoiler su Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Una delle critiche più spesso rivolta al MCU ha a che fare con la formula narrativa dei suoi film, considerata piuttosto stantia. E’ vero che ogni film esplora l’arco di diversi personaggi all’interno delle strutture di genere, ma si tratta solitamente di storie standard in 3 atti che seguono il familiare tropo del “viaggio dell’eroe” con tensione crescente, una sottotrama romantica, e una resa dei conti con il cattivo in cui il bene trionfa sul male.

Per molti versi, l’ultima attesissima uscita sul grande schermo del MCU Doctor Strange nel Multiverso della Follia – aderisce a questa formula, ma il sovversivo sequel di Doctor Strange di Sam Raimi si distingue anche per la sua unicità.

Come si attiene alla formula Marvel:

La struttura in tre atti

doctor-strange-nel-multiverso-della-follia-finale

Ci sono molti modi per struttura una storia: The Girl with the Dragon Tattoo si sviluppa in cinque atti, I Predatori dell’arca perduta in sette atti, e film come e Mulholland Drive si liberano completamente della canonica struttura in atti.

Sappiamo che, nella narrativa e al cinema, la logica standard per strutturare un racconto è quella della suddivisione in 3 atti – impostazione, tensione crescente e climax – e, come ogni altro film del MCU, Doctor Strange nel Multiverso della Follia si adatta perfettamente a questo modello.

Una spalla spiritosa

America-Chavez--Doctor-Strange-2

Quasi ogni eroe del MCU si avvale di una spalla, un compagno di avventura spiritoso e memorabile. Tony Stark ha James Rhodes, Clint Barton ha Kate Bishop, Peter Quill ha Rocket, Shang-Chi ha Katy, Scott Lang ha Luis, Peter Parker ha Ned Leeds, T’Challa ha Shuri e la lista potrebbe ancora andare avanti.

Il compagno di Doctor Strange è solitamente Wong ma, essendo rimasto bloccato nel multiverso, Strange è affiancato in questo sequel dalla viaggiatrice inter-dimensionale America Chavez, a cui sono affidate alcune delle battute più spassose del film.

La sottotrama romantica

Rachel-McAdams-Christine-Palmer-in-Doctor-Strange-nel-Multiverso-della-follia

Da quando Tony Stark si è innamorato di Pepper Potts in Iron Man, quasi tutti i film del MCU hanno cercato di inserire, a volte in maniera forzata, una sottotrama romantica alle loro storie. Ci sono alcune eccezioni a questa regola non scritta, come nel caso di Captain Marvel e Shang-Chi, ma anche colpi di scena improvvisi, come il Jerry di Black Panther e la dinamica degli ex che cercano di diventare amici con T’Challa e Nakia. Comunque, in linea generale, il MCU cerca di sfruttare sempre il paradigma della storia d’amore hollywoodiana.

Dopo che il primo film di Doctor Strange ha dato a Stephen Strange e Christine Palmer una delle storie d’amore più anonime dell’MCU, il secondo si spinge oltre, facendola diventare una delle più coinvolgente. Sì, il personaggio di Rachel McAdams è ancora troppo sottostimato, ma Doctor Strange 2 costringe Stephen ad affrontare il fatto che ha perso l’amore della sua vita (in ogni realtà concepibile).

Le sequenze espositive

Illuminati

Un’altra delle critiche più frequenti mosse al MCU – specialmente per quanto riguarda la piega multiversale presa dal franchise – è che i film e le serie siano infarcite a dismisura di sequenze meramente espositive e superflue per la narrazione. Anche in Doctor Strange 2 i fan hanno individuato alcuni frangenti fin troppo descrittivi, che esistono solo per legittimare MacGuffin “magici” e le storie del multiverso.

Ne è un esempio la sequenza degli Illuminati, che funziona unicamente come agglomerato di camei importanti, per spiegare chi sono i membri di questo consiglio di supereroi e perché Strange è considerato un cattivo nel loro universo.

Il bene trionfa sul male

Scarlet-Witch-in-Doctor-Strange-2-Trailer

Il finale di Doctor Strange nel Multiverso della Follia potrebbe anche distaccarsi dalle tradizionali sequenze di battaglie finali, disordinate e combattute da scagnozzi senza volto, ma culmina in una standard resa dei conti tra l’eroe e il cattivo in cui il bene alla fine trionfa sul male.

America usa i suoi poteri per mostrare a Wanda le conseguenze delle sue azioni – mettendola di fronte a quello che dovrebbe essere il suo ruolo di madre “malvagia” – che la porta a sacrificarsi, ponendo fine al dominio della magia nera.

Come devia dalla formula Marvel:

La componente horror

Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Il MCU si è dilettato in alcune strutture di genere diverse al di fuori del genere standard dei supereroi. Ad esempio, Ant-Man è un heist movie, Guardiani della Galassia una space opera, Captain America: The Winter Soldier è un thriller cospirativo, e così via.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stato presentato fin da subito come il primo vero e proprio film horror del MCU. Grazie al coinvolgimento del leggendario regista horror Sam Raimi, il film ha indubbiamente mantenuto questa promessa.

Il cattivo è un Vendicatore

Doctor-Strange-nel-Multiverso-della-Follia-Wanda-Maximoff-Scarlet-Witch

Il primo atto di Doctor Strange 2 ci presenta la formula tipica del team-up dei Vendicatori quando Strange e Wong riconoscono le rune della stregoneria sul demone che insegue America Chavez e cercano l’aiuto dell’unica strega che conoscono: Wanda Maximoff.

I trailer hanno portato avanti questa convinzione, di un’alleanza tra Strange e Wanda nel corso del film, ma già dal primo atto abbiamo capito che le cose sarebbero andate diversamente. Come si scopre, infatti, è Wanda stessa la strega che sta perseguitando America Chavez.

Il salto tra universi paralleli

Doctor Strange nel Multiverso della Follia

L’episodio finale di Loki si è allontanato dalla Timeline Sacra per presentarci la ramificazione delle linee temporali, la creazione del multiverso. Dopo che Spider-Man: No Way Home ha toccato questo nuovo capitolo del MCU con una manciata di visitatori multiversali da altri franchise, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è il primo film del franchise a saltare effettivamente tra infinite realtà alternative.

Dopo aver incontrato la supereroina adolescente America Chavez, Strange finisce per viaggiare attraverso un universo dove tutto è fatto di vernice, un universo con gli Illuminati in carne ed ossa, e un universo dove ha condannato l’umanità.

Tematiche oscure

Doctor Strange nel Multiverso della Follia

La maggior parte dei film del MCU non è solita esplorare tematiche più profonde, bensì argomenti leggeri come “gli amici come famiglia” e “tutti meritano una seconda possibilità”, facilmente digeribili dal pubblico di tutte le età. Tuttavia, nel sequel di Doctor Strange, Raimi si cimenta con alcune tematiche oscure.

Il regno del terrore di Wanda è il risultato del suo dolore invalidante: vuole prendere la vita di un adolescente per poter stare con i bambini che ha perso e usa il suo amore materno per giustificare l’omicidio di un bambino. L’arco di Strange, invece, che si sta ancora riprendendo dal dolore dopo che Christine ha sposato un altro uomo, esplora ciò che serve per essere felici.

Lo stile di Sam Raimi

Doctor-Strange-nel-multiverso-della-follia-darkhold

Benché i fan di Sam Raimi fossero estasiati quando la leggenda del cinema horror è stata assunta per dirigere il sequel di Doctor Strange, vi era anche un certo scetticismo nei riguardi della libertà creativa che gli sarebbe stata concessa dovendo adeguarsi ai confini dello stile Marvel. In definitiva, comunque, ciò che distingue Doctor Strange nel Multiverso della Follia dagli altri film del MCU è l’inconfondibile timbro autoriale di Raimi.

La critica si è divisa per quanto riguarda la caotica rappresentazione del multiverso offertaci dal film, ma sono tutti d’accordo nel dire che Sam Raimi è riuscito a far il film che voleva e che questo sequel di Doctor Strange è prima di tutto un film di Sam Raimi e poi del MCU, che unisce sequenze visionarie al suo approccio sfacciatamente camp, con un mix di orrore macabro e umorismo peculiare.