La stagione estiva cinematografica del 2023 è davvero ricca di film d’ogni genere e gusto. Action, commedie e drammi stanno inondando – e inonderanno ancora – le sale, pronti a far vivere al pubblico esperienze indimenticabili. Fra questi da non perdere vi è Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno, opera spy/thriller con protagonista l’inattaccabile Ethan Hunt di Tom Cruise, che questa volta vivrà un’avventura divisa in due parti (la seconda in arrivo nel 2024).
Il film è diretto da Christopher McQuarrie, qui al suo terzo capitolo del franchise e, proprio perché si presenta in due sezioni distinte, molti si sono chiesti se contiene una scena post-credits. Chi ha seguito tutti i film di Mission: Impossible sa bene che nessuno di loro contiene una scena dopo i titoli di coda, indi per cui McQuarrie ha deciso di mantenere ancora intatta questa “tradizione” non inserendo all’interno di Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno alcuna scena post-credits. Ma cerchiamo di capire meglio perché.
I film del franchise dovrebbero avere delle scene post-credits?
Tom Cruise debutta nei panni di Ethan Hunt nel 1996 con Mission: Impossible, primo film che dà inizio al franchise fortunato che oggi tutti noi conosciamo. Diretto da Brian de Palma, questo era (per il periodo) uno spy-thriller tradizionale, al cui interno però vi erano effettivi visivi e action scene molto all’avanguardia. I capitoli seguenti – che hanno dovuto sempre alzare la posta in gioco in questo senso – hanno poi trasformato il franchise di Mission: Impossible in un’epitome dei blockbuster d’azione.
Quando in cabina di regia è arrivato McQuarrie – che dirige anche Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno – in Mission: Impossible: Rogue Nation e Mission: Impossible – Fallout, si è potuto osservare un buon equilibrio fra i brividi tradizionali e tipici del genere spy ed action (che ricordano le pellicole del genere degli anni Sessanta e Settanta) e le acrobazie più moderne con un’azione sempre ben inquadrata, che hanno fatto immergere il pubblico al cento per cento nel mondo adrenalinico di Ethan Hunt. In base a quanto detto, ha senso che in Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno non ci siano scene post-credits. Perché?
Il film è già di per sé molto lungo, anzi il più lungo del franchise, e il regista regala al pubblico un’esperienza talmente totalizzante in questo lasso di tempo che una sequenza finale sarebbe risultata superflua. McQuarrie, infatti, come accade anche negli altri Mission: Impossible da lui diretti, inserisce tutto il materiale prima dei titoli di coda, in modo che lo spettatore dopo possa andarsene. Questo capitolo, svolgendosi in modo abbastanza soddisfascente e avendo un equilibrio emozionante che altri eventi cinematografici in due parti non sono riusciti a raggiungere, non richiede perciò una post-credits, ma anzi funziona meglio senza, pur essendoci una seconda parte nel 2024.
Il regista, in poche parole, è riuscito a trovare la formula giusta per dare un’esperienza completa che idealmente lascerà il pubblico soddisfatto, ma ancora eccitato e incuriosito per la prossima storia.
Le missioni di Ethan Hunt continueranno?
Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno, è un’esperienza cinematografica d’azione molto impattante e indimenticabile nonostante l’assenza di scene post-credits. Il 2024 sarà protagonista dell’uscita della sua seconda parte, indi per cui il pubblico vedrà il continuo della missione di Ethan Hunt.
Avendo sulle spalle ben otto film, con quest’ultima gigantesca missione divisa in due parti, si è perciò supposto che il franchise volesse salutare il suo pubblico, un po’ come accadrà con Fast & Furious nel 2025. Eppure Tom Cruise non sembra essere molto d’accordo. Infatti, nel corso di un’intervista al Sydney Morning Herald, l’attore ha dichiarato che vorrebbe continuare a portare sul grande schermo le avventure del suo Ethan Hunt fino a quando non avrà l’età di Harrison Ford.
Ford, ricordiamo, è tornato al cinema all’età di 80 anni con Indiana Jones e il Quadrante del Destino, per dare un ultimo saluto sia al suo archeologo sia ai fan che per decenni lo hanno seguito, supportato e amato fedelmente la saga. Se il desiderio di Cruise venisse esaudito, ciò vorrebbe dire che Mission: Impossible potrebbe avere altri sequel e il franchise, quindi, continuare a vivere.