Buon Compleanno Steven Soderbergh

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Regista, produttore, sceneggiatore, montatore. Forse per non sembrare troppo megalomane, quando nei suoi film si cimenta anche come direttore della fotografia spesso compare con lo pseudonimo di Peter Andrews. All’anagrafe, però, è Steven Soderbergh, e il cognome tradisce le origini svedesi (Sӧderberg), sebbene sia stato anglofonizzato dal nonno emigrato da Stoccolma.

 

Steven inizia a girare i primi corti in Super 8 a 13 anni, passando poi al 16 mm. Le prime paghe le guadagna come montatore freelance, finché non cura la regia del video del concerto della rock band Yes, che riceve una nomination ai Grammy (1985). La sua è una vera vocazione: col lungometraggio d’esordio, Sesso, bugie e videotape (che si dice abbia scritto in soli 8 giorni), si becca subito la Palma d’Oro a Cannes (1989), diventando l’autore più giovane (26 anni) ad essere insignito del massimo riconoscimento al prestigioso festival francese.

Il film, peraltro, si rivela anche un grande successo commerciale mondiale, e sappiamo bene che il binomio ‘premio critico/super box-office’ non è mai scontato, anzi. Filmmaker indipendente con sfumature mainstream, Soderbergh è uno che ama molto i film corali, come Traffic (Oscar alla regia) e Ocean’s Eleven, primo capitolo della trilogia che prosegue coi sequel Twelve e Thirteen, e che rafforza il sodalizio con George Clooney. È stato proprio Steven a consacrare l’attore di E.R. sul grande schermo con Out of Sight (1998), e George, oltre a diventare uno dei suoi aficionados (col trittico di Ocean e poi Solaris e Intrigo a Berlino), gestisce insieme a lui la casa di produzione Section Eight: i due soci sottoscrivono titoli importanti come Lontano dal Paradiso, Insomnia e Syriana (e, naturalmente, Confessions of a Dangerous Mind e Good Night, and Good Luck dello stesso Clooney). Soderbergh, poi, non disdegna neppure le storie più ‘personali’ tipo Erin Brokovich – che nel 2001 lo vede in corsa per la statuetta alla regia in doppietta con Traffic – o i due capitoli sul “Che (L’argentino e Guerrilla), entrambi col fidato Benicio Del Toro nelle vesti di Guevara.

E sue sono anche pellicole che non ti aspetteresti, vedi il manesco-con-stile Knockout – Resa dei conti, e il risveglia-ormoni Magic Mike, con Channing Tatum aitante spogliarellista dal cuore tenero (e nuova ‘musa’ di Steven). Nelle opere più recenti domina la paranoia – quella collettiva di Contagion e quella più intimista di Effetti collaterali – ma con la sua ultima fatica, Dietro i candelabri, il regista riesce a sorprenderci ancora. La storia è quella del pianista-tutto-piume-e-paillettes Liberace, prodotta dalla televisiva HBO dopo il rifiuto dei grandi studios, per i quali il progetto era troppo ‘gay’ per il cinema. Il grande successo riscosso allo scorso Festival di Cannes ha però garantito la distribuzione in sala in molti paesi, e la pellicola si è appena guadagnata i Golden Globes per il miglior film e il miglior attore protagonista (Michael Douglas) nella sezione TV. Alla facciaccia di quei bigotti.

A questo punto festeggiamo sia il compleanno che le palle d’oro appena intascate. Sicuramente George, Matt, Channing, Don, Brad, Julia e tutti gli altri della sua cricca ci daranno una mano col coro. HAPPY BIRTHDAY STEVEN!

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Giuditta Martelli
Giovane, carina e disoccupata (sta a voi trovare l'intruso). E' la prova vivente che conoscere a memoria Dirty Dancing non esclude conoscere a memoria Kill Bill, tutti e due i Volumi. Tanto che sulla vendetta di Tarantino ci ha scritto la tesi (110 e lode). Alla laurea in Scienze della Comunicazione seguono due master in traduzione per il cinema. Lettrice appassionata e spettatrice incallita: toglietele tutto ma non il cinematografo. E le serie tv. Fra le esperienze lavorative, 6 anni da assistente alla regia in fiction e serie per la televisione (avete presente la Guzzantina in Boris?). Sul set ha imparato che seguire gli attori è come fare la babysitter. Ma se le capita fra le mani Ryan Gosling...