Skeleton Crew: la spiegazione del finale della serie di Star Wars

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Skeleton Crew, l’ultima serie live-action di Star Wars della Lucasfilm ha concluso la sua prima stagione con un episodio emozionante, che ha finalmente rivelato la storia passata del pirata sensibile alla Forza noto come Jod Na Nawood, alias Capitano Silvo, alias Crimson Jack (Jude Law).

Attenzione, seguono spoiler su Skeleton Crew

The Real Good Guys” riprende subito dopo gli eventi dell’episodio della scorsa settimana, con Jod che accende la sua spada laser mentre si avvicina ai nostri giovani eroi e ai loro genitori. No, non aveva intenzione di rievocare la serie di omicidi del giovane Anakin Skywalker da La vendetta dei Sith, e stava semplicemente usando l’arma per convincere i droidi custodi di At Attin che è un emissario della Repubblica e uno Jedi. Nonostante la sua strana richiesta che i bambini siano confinati nei loro alloggi, gli adulti credono alla sua storia, ma Nawood non è così fortunato con il misterioso Supervisore.

Si è ipotizzato che il Supervisore (doppiato da Stephen Fry) potesse essere Tak Rennod, il famigerato pirata e capitano originale dell’Onyx Cinder, ma in realtà si rivela essere un enorme droide (chiaramente influenzato dall’iconico HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio). Quando il Supervisore smaschera Jod e la sua bugia di essere uno Jedi, il pirata affonda la sua spada laser proprio nell’occhio del droide, recidendo la sua connessione con At Attin e rendendo il pianeta completamente impotente.

Ciò consente a Jod Na Nawood di contattare la sua nave e ordinare agli altri pirati di iniziare l’invasione, ma dà anche ai ragazzi l’opportunità di cercare aiuto fuori dal pianeta inviando un messaggio a Kh’ymm, l’alieno simile a un gatto/gufo che abbiamo incontrato nell’episodio 3.

Dopo un teso inseguimento in speeder-bike per le strade, Wim e suo padre riescono a ripristinare la corrente, lasciando KB a pilotare la Cinder fuori dall’atmosfera e chiamare gli X-Wing, con un piccolo aiuto da SM-33, che è ancora operativo dopo aver perso la testa nell’episodio precedente.

Purtroppo, KB è costretta a un atterraggio di fortuna, con i suoi amici devastati che temono il peggio. Anche Jod è costernato, e insiste sul fatto che non avrebbe mai voluto “che tutto questo accadesse”. Nawood potrebbe essere al di là di ogni redenzione (non importa cosa affermi, stava essenzialmente pianificando di schiavizzare la popolazione di At Attin dopo aver minacciato di massacrare i genitori dei bambini se non avessero collaborato), ma otteniamo un quadro più chiaro del perché è diventato come è diventato quando condivide la sua tragica storia passata con Wim.

star wars skeleton crewIl passato di Jod Na Nawood

Jod non era in realtà uno Jedi… o almeno, non ha mai avuto la possibilità di esserlo. Nawood spiega che era un bambino affamato e indigente finché uno Jedi non lo trovò e gli insegnò le vie della Forza. Jod dice che ha trascorso abbastanza tempo con lei per imparare qualche trucco, ma il Cavaliere Jedi senza nome è stato alla fine rintracciato e ucciso proprio di fronte a lui, presumibilmente durante la Purga dell’Ordine 66.

Per quanto spietato possa essere, Jod alla fine si dimostra riluttante a oltrepassare il limite del fare del male ai bambini (o ai loro genitori), gettando a terra il suo blaster per evitare ulteriori conflitti quando la barriera viene disattivata e Wim prende il controllo della spada laser.

Mentre le navi della Nuova Repubblica arrivano (B-Wings!), Wim fa cenno a Nawood di lasciare la torre con loro, ma lui sceglie di restare e guardare la fregata cadere dal cielo dopo aver prima lanciato ai suoi ex compagni di equipaggio quello che potrebbe essere considerato uno sguardo di approvazione.

Il destino di Jod non viene mostrato, ma il suo cambio di espressione appena prima della fine suggerisce che potrebbe aver individuato una via di fuga. Wim, Fern e Neel corrono sul luogo dell’incidente dell’Onyx Cider e si riuniscono a KB e 33 (non pensavi che fossero davvero morti, vero?), e la stagione si conclude con un Wim determinato che guarda attraverso il tetto distrutto mentre arriva la Nuova Repubblica.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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