Si conclude con gli episodi disponibili su Netlix nella giornata del 6 dicembre 2023 la seconda stagione di Di4ri, la serie pre-teen per eccellenza della grande N rossa. Prodotta dalla Stand By Me di Simona Ercolani (che ne è anche creatrice e autrice) e diretta da Alessandro Celli, la storia continua a raccontare il percorso umano e scolastico dei giovani Pietro (Andrea Arru), Giulio (Liam Nicolosi), Isabel (Sofia Nicolini), Monica (Federica Franzellitti) e Livia (Flavia Leone) che, insieme ai loro compagni della 3°D, sono chiamati ad affrontare le conseguenze dei litigi e delle tensioni che hanno colpito il loro gruppo dal momento in cui hanno iniziato a comprendere che ben presto, le loro vite, li avrebbero portati a dividersi, cambiandoli per sempre.
Di4ri diventa grande
E proprio la paura del cambiamento è l’argomento attorno al quale ruotano questi nuovi quattordici episodi che, affrontando i piccoli, enormi, problemi di una classe di terza media, mostrano un incremento qualitativo importante nell’economia di una serie che già si era fatta notare con una prima stagione interessante seppur non perfetta. Di4ri, adesso, è pronta a ritagliarsi un posto di tutto prestigio nel mondo dei seriali dedicati alla pre-adolescenza.
E lo fa semplicemente ricordandoci che i drammi e i divertimenti affrontati dai suoi protagonisti sono quelli che tutti noi abbiamo vissuto preparandoci ad affrontare gli orrori e le meraviglie del vero e proprio Vietnam della vita: l’adolescenza. O, come la chiamerebbe Makkox in modo ancora più preciso: la Dolescenza.
Perché tra gli undici e i tredici anni – ce l’ha insegnato Todd Solondz in “Fuga dalla scuola media” (venendo premiato per questo al Sundance del 1996), ma ce ne rendevamo conto anche noi semplicemente guardandoci allo specchio – eravamo tutti bruchi in attesa di trasformarci in farfalle. O morire metaforicamente nel tentativo.
Desiderosi di lasciarci alle spalle l’infanzia, ma ancora ben lontani dal diventare adulti, prima di entrare nell’adolescenza si ha solo paura di perdere quei pochi punti fermi che sembrano stabili nel tempo: i genitori e gli amici. E questo, Ercolani e Celli lo hanno capito benissimo, facendone il centro e il fulcro del loro racconto. Un racconto di formazione che mette in scena tutta la fatica ma anche la straordinaria bellezza del crescere insieme. Anche quando tutto sembra crollare.
Di4ri, le paure della seconda stagione
E la tempesta perfetta, in questo caso, sono sì, gli esami di terza media ma soprattutto la terribile ipotesi che la classe non resterà unita dopo quest’ultima grande prova e anzi, andrà a sparpagliarsi in vari licei per seguire le inclinazioni personali di alcuni di loro. Il “patto del falò” è quindi infranto, Pietro vede sgretolarsi le sue certezze, Giulio e Monica non sono mai sembrati così lontani, mentre Livia è ancora lì, cosa che non mette certo di buon umore Isabel.
La paura di stare male o far soffrire gli altri, i problemi con i propri genitori, il bisogno, la voglia e la necessità di essere felici, il confronto tra passato e presente per scoprire cosa si era e cosa si sta diventando, il conflitto con le persone amate, l’amicizia, l’orrore del bullismo, i ricatti, la forza di dar voce alla sofferenza e la lotta per il conseguimento dei propri desideri, sono gli argomenti attorno a cui ruota questa seconda stagione. Temi che portano gli spettatori a conoscere meglio ognuno dei protagonisti della serie, anche grazie alla consolidata scelta narrativa di rompere la quarta parete e portarci nei pensieri di ognuno di loro.
La necessità di farsi forza a vicenda
Di4ri, si dimostra così una serie che, mantenendo sempre il suo tono leggero e senza mai perdere né quel tocco di valenza educativa, né tantomeno il piglio pop e colorato, sa giocare coi registri narrativi alternando commedia, dramma, romanticismo e divertimento, ponendosi come guida verso i giovani spettatori nel riuscire a gestire i conflitti che gli vengono posti dalla loro quotidianità. Una serie che non nasconde l’arrivo delle tempeste, ma che dimostra come riuscire ad affrontarle. Soprattutto se si è tutti sotto lo stesso tetto e bisogna farsi forza a vicenda.