Harry e Meghan: recensione dei primi tre episodi della docuserie Netflix

Tra accuse ai paparazzi e critiche alla vita da reali, Harry e Meghan raccontano la loro storia d’amore.

Harry e Meghan

Dopo mesi di attesa e speculazioni, arrivano sulla piattaforma Netflix i primi tre episodi di Harry e Meghan, la serie documentario in cui i due ex reali britannici raccontano la loro storia. La serie è formata da un totale di sei episodi, ognuno da poco meno di un’ora; Harry e Meghan è diretta dalla regista statunitense Liz Garbus (Love, Marilyn). Il documentario si sviluppa in una serie di interviste fatte sia agli stessi Harry e Meghan, sia a familiari, amici ed esperti della famiglia reale. Altri reali erano stati invitati a partecipare alle interviste e alla produzione della serie. I successivi tre episodi saranno disponibili sulla piattaforma streaming dal 15 dicembre.

 

Harry e Meghan: una storia d’amore fuori dal comune

Partendo dall’infanzia e dall’evento traumatico della morte della madre, la principessa Diana, Harry racconta la sua vita sotto i riflettori, perennemente perseguitato dai paparazzi, anche durante il triste periodo del lutto. All’età di diciotto anni Harry si reca in Africa, dove vive a contatto diretto con la natura e nuove culture, e trova la pace nella natura. Harry e Meghan si conoscono nella maniera semplice e banale come spesso nel ventunesimo secolo molti innamorati si conoscono: tramite i social.

Grazie ad una conoscenza comune, i due escono insieme e si innamorano; i loro primi mesi sono caratterizzati da una inevitabile storia a distanza e segreta. I veri problemi per la loro relazione arrivano nel momento in cui la notizia diventa pubblica: Meghan afferma di essere stata praticamente perseguitata dai paparazzi, tanto da renderle difficile lavorare alle riprese di Suits e anche di vivere serenamente a casa propria. Secondo la testimonianza dell’attrice statunitense, i paparazzi arrivarono perfino a pagare e vicini di casa per installare delle videocamere e spiare il suo giardino. A questo si aggiunse poi la componente etnica: per alcuni, le minoranze nere anche nel Regno Unito, vedere Meghan nella famiglia reale era un messaggio di maggiore apertura e rappresentanza anche a Buckingham Palace. Molti altri, invece, scatenarono un odio razzista.

Harry e Meghan
Harry e Meghan durante l’intervista

La famiglia reale: intrappolati in una bellissima gabbia dorata

L’unico elemento che rende questa serie in qualche modo rilevante è l’attenzione mediatica che viene data alla famiglia reale, in particolare a Harry e Meghan. Molti potrebbero affermare di voler essere loro, di volere tutte queste attenzioni da parte del mondo: si sfida chiunque a dire lo stesso dopo aver visto questi primi tre episodi di Harry e Meghan. Una delle figure intervistate afferma che i reali vivono in delle bellissime gabbie dorate: non possono scegliere della propria vita autonomamente, non possono avere una carriera, non possono circolare liberamente e, più di ogni altra cosa, rinunciano quasi interamente alla propria vita privata.

Questo ultimo punto, a differenza degli altri, non dipende dalla tradizione secolare che caratterizza questa istituzione, ma semplicemente dall’attenzione mediatica che opprime ogni singolo membro della famiglia reale. Oltre tutto, non si tratta di un’attenzione dovuta alle loro azioni, non si tratta di articoli su delle attività o iniziative rilevanti poste in essere da questi soggetti: si tratta di puro gossip, quelli che possono essere definiti articoli clickbait. Tutto ciò non dipende ovviamente da figure come Harry e Meghan, i quali diventano solamente le vittime di questo genere di comportamento: i veri colpevoli sono da identificarsi nei paparazzi, i “giornalisti” se così si vogliono definire. In questo modo, Harry e Meghan diventa la serie perfetta per tutti gli spettatori curiosi che divorano le riviste di gossip e bramano di sapere sempre di più sulla vita privata del duca e della duchessa del Sussex.

Le incoerenze e i paradossi della serie

Da questi primi episodi di Harry e Meghan emergono i grandi disagi dell’essere degli ex membri della famiglia reale, insieme ad una necessità di presentarsi come una famiglia normale (una sorta di Al passo con i Kardashian versione reale). È stato sottolineato come i veri problemi derivino dalle attenzioni mediatiche: a questo punto sorge naturale una semplice riflessione. Se viene ritenuto eccessivamente fastidioso e oppressivo avere sempre i riflettori puntati addosso, perché fare una serie documentario che porterà ancora più attenzione mediatica? I due giustificano la serie con la necessità di voler raccontare al mondo la loro storia, ma questo mettersi in mostra risulta essere incoerente con le critiche alla loro visibilità mediatica. L’obiettivo di questo documentario forse risulta essere proprio la sua strumentalizzazione: la coppia reale usa questo documentario per proporre la propria  versione dei fatti.

Durante questi primi tre episodi vengono fatte molte affermazioni ed insinuazioni scandalo che sono da subito finite sulle pagine di gossip: un esempio è il disappunto dimostrato da entrambi parlando dell’intervista tenutasi dopo il loro fidanzamento. Secondo la testimonianza di Meghan, quell’intervista venne provata, non fu spontanea, e soprattutto non gli venne permesso di raccontare la loro storia. Rendendosi conto di non poter sopprimere in alcun modo la loro visibilità mediatica, Harry e Meghan hanno deciso di sfruttarla a proprio vantaggio.

Tralasciando per un attimo la coerenza o meno che riguarda la produzione stessa della serie, è doveroso concentrarsi sulla rilevanza stessa di Harry e Meghan. La serie è classificata come documentario: un documentario, secondo la definizione data dalla Treccani, è un film di carattere informativo o istruttivo. La storia d’amore di Harry e Meghan non ha un connotato né informativo né istruttivo di grande rilevanza.

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