Sguardo Indiscreto: recensione della serie Netflix

Voyeurismo e malavita si mescolano nella serie Netflix brasiliana Sguardo Indiscreto. Ma siamo lontanissimi dalla suspense hitchcockiana.

sguardo indiscreto recensione

Netflix accoglie nella sua top ten settimanale una nuova serie originale brasiliana: Sguardo Indiscreto (Olhar Indiscreto). In 10 puntate da 40-50minuti, la creatrice Marcela Citterio snocciola la storia di Miranda (Debora Nascimento). La vicenda gira attorno al voyeurismo, la prostituzione e i segreti di famiglia, tutti territori che possono essere al centro di un’avvincente serie tv o di una squallida telenovela.

 

La trama di Sguardo Indiscreto

Miranda (Debora Nascimento) è un’esperta hacker dal passato oscuro. La donna passa le giornate chiusa nel suo appartamento a spiare la dirimpettaia Cléo (Emanuelle Araújo), un’affascinante prostituta. Un giorno, la vicina chiede a Miranda di tener bada al proprio cane e al proprio appartamento per il weekend. Nella casa, Miranda scopre un mondo lontanissimo dai sistemi informatici. L’incontro con Fernando, un cliente di Cléo, coinvolge Miranda nelle vicende di una famiglia ricca e tenebrosa. Tra intrighi amorosi, segreti inconfessabili e omicidi, Miranda, con le sue conoscenze, diventa una fonte preziosa per la famiglia: senza remore, la donna si lancia in questa nuova pericolosa vita.

Il voyeurismo non cinematografico ma patologico

A descriverlo, l’incipit di Sguardo Indiscreto ricorda La finestra sul cortile di Hitchcock: teleobiettivi, sguardi da una finestra all’altra, voyeurismo. Tuttavia, la storia di Miranda si discosta velocemente dal mondo hitchcockiano. In pochi minuti la serie ci catapulta in un mondo erotico forzato e lo sguardo voyeuristico tanto amato dal cinema viene presto declassato a sguardo perverso. Tutto il discorso fatto dai grandi autori sul piacere di guardare la vita altrui qui si riduce all’osso, al piacere carnale privo di filosofia.

Miranda potrebbe essere un L.B. Jeffries (James Stewart2.0, dotato non solo di fotocamera ma anche di computer. Il potenziale rimane però solo teorico: l’erotismo creato in Sguardo Indiscreto è forzato e, molto spesso, non necessario. Non c’è allusione affascinante, non c’è poesia: tutto è mostrato esplicitamente, sia con i corpi esposti davanti allo schermo, sia con le parole.

Dialoghi si dialoghi, intrighi su intrighi

Anche a livello di potenza della storia, Sguardo Indiscreto non è efficace. L’autrice punta tutto sui dialoghi e sui colpi di scena che, alla lunga, smettono di sorprendere. Le espressioni basite stile Occhi del cuore (la soap-opera di Boris), i dialoghi esageratamente esplicativi, gli intrighi familiari (troppi figli illegittimi, troppi delitti passionali) rendono la serie in tutto per tutto e per tutto una telenovela di basso livello.

In conclusione, Sguardo Indiscreto è una serie Netflix che si discosta dai prodotti di qualità della piattaforma: è uno show che non riesce a dare il giusto spazio ad una trama con del potenziale perché vuole mettere in primo piano l’aspetto erotico. E, alla fine dei conti, l’operazione non riesce.

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