The Regime – Il palazzo del Potere: recensione della serie con Kate Winslet

La serie è disponibile con il primo episodio su Now dal 4 marzo.

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Era da Mare of Easttown (Omicidio a Easttown) che Kate Winslet non lavorava con HBO, e per celebrare il suo ritorno sull’emittente ha scelto un ruolo molto diverso da quella della poliziotta che indaga sugli omicidi della cittadina della Pennsylvania. In The Regime – Il palazzo del Potere è la stravagante e ipocondriaca cancelliera Elena Vernham, che governa con pungo di ferro in uno stato non meglio identificato del Centro Europa. La serie, composta da sei episodi, e disponibile su NOW dal 4 marzo con un episodio a settimana, si svolge principalmente all’interno del palazzo di Elena, un luogo che riflette perfettamente la sua personalità eccentrica e il suo regime autoritario.

 

Kate Winslet governa in The Regime – Il palazzo del Potere

Cercando di non risultare ovvi o ridondanti, Kate Winslet offre una performance eccezionale nel ruolo della cancelliera Vernham, donandole una profondità e una complessità che vanno oltre la semplice caricatura. Riesce a incarnare perfettamente la fragilità e l’insicurezza dietro la facciata di potere di Elena, rendendola contemporaneamente ridicola e terrificante. Il modo in cui Winslet si muove e parla, con accenti che richiamano Margaret Thatcher e Putin, aggiunge ulteriore profondità al personaggio, trasportando gli spettatori in un vortice di emozioni contrastanti e componendo un ritratto caricaturale, appunto, ma anche estremamente concreto e realistico, guardando al mondo di oggi.

Il rapporto tra Elena e il suo fidato consigliere, Herbert Zubak, interpretato con estrema precisione da Matthias Schoenaerts, è uno dei punti focali della serie. Zubak è un “macellaio” ma è anche un servo devoto e allo stesso tempo un innamorato non dichiarato, che assiste, serve, motiva e sprona l’oggetto del suo amore, rimanendo sempre un passo dietro al “boss”, come lui stesso chiama Elena Vernham. La tensione sessuale tra i due personaggi è palpabile, e questa scelta di caratterizzazione aggiunge un elemento di dramma e complessità alla trama. Schoenaerts offre una performance magnetica, trasformando Herbert da una semplice guardia del corpo a un influente consigliere disegnando una parabola ascendente di grande inquietudine.

The Regime - Il Palazzo del potereRicerca dell’equilibrio tra pathos e satira

Nonostante le ottime premesse e i protagonisti impeccabili, The Regime – Il palazzo del Potere soffre di una trama frammentata e poco coerente, quasi un pretesto per fotografare uno status quo che diventa oggetto di beffa. C’è una costante ricerca dell’equilibrio, raramente raggiunto, tra l’aspetto patetico ed emotivo dei personaggi, dei loro sentimenti, delle loro debolezze e paure, e quello assurdo, che invece prende le distanze dai suddetti personaggi e li racconta attraverso la lente della satira. E forse perché la contemporaneità ha annichilito in generale la capacità di fare satira, sembra che questa sia come un muscolo fuori forma e quindi non sempre colpisce nel segno, lasciando gli spettatori con una sensazione di insoddisfazione e mancanza di chiarezza nel messaggio.

La sceneggiatura, firmata da Will Tracy, cerca di affrontare temi complessi come l’autoritarismo e il dissenso politico, ma a volte sembra perdersi nei suoi stessi tentativi di affrontarli. Mentre alcune scene offrono spunti interessanti sulla natura del potere e sulla fragilità umana, altre risultano terribilmente fuori fuoco, lasciando gli spettatori con più domande che risposte.

Picchi di genialità in un’opera non del tutto riuscita

Nonostante le sue imperfezioni, The Regime – Il palazzo del Potere offre comunque un ottimo livello di intrattenimento “con messaggio”. La satira politica è una pratica che dovrebbe essere portata avanti con più frequenza e il tentativo fatto in questa sede è comunque lodevole. A questo si aggiunge un valore produttivo sicuramente alto che puntando sulla sua protagonista (e l’efficacissimo tirapiedi) riesce a catturare sicuramente la fascinazione del pubblico.

The Regime – Il palazzo del Potere offre una visione intrigante e spesso surreale, attraverso il linguaggio della farsa, dei regimi autoritari e delle dinamiche di potere. Sebbene non sempre riesca a realizzare pienamente il suo potenziale più per mancanza di allenamento su un certo tipo di linguaggio che per mancanza di doti nel farlo, la serie merita comunque una possibilità principalmente per le performance del suo cast e per i suoi frequenti guizzi. Una maggiore coesione della trama avrebbe forse permesso anche agli altri aspetti della serie di essere più efficaci.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
the-regime-il-palazzo-del-potereThe Regime - Il palazzo del Potere offre una visione intrigante e spesso surreale, attraverso il linguaggio della farsa, dei regimi autoritari e delle dinamiche di potere. Sebbene non sempre riesca a realizzare pienamente il suo potenziale più per mancanza di allenamento su un certo tipo di linguaggio che per mancanza di doti nel farlo, la serie merita comunque una possibilità principalmente per le performance del suo cast e per i suoi frequenti guizzi.