Nel 1989, in un solo giorno, più di quaranta giovani donne si ritrovano inspiegabilmente incinte per dare alla luce quarantatré bambini speciali, poiché dotati di indicibili superpoteri. Quando sette di questi bambini vengono adottati da Sir Reginald Hargreeves, nasce la curiosa Umbrella Academy, un’accademia di supereroi destinati a salvare il mondo… o quasi. È così che inizia la storia di una delle serie Netflix più popolari e amate dal pubblico: The Umbrella Academy, tratto dalla serie a fumetti ideata e scritta da Gerard Way (cantante della band My Chemical Romance), illustrata da Gabriel Bá e pubblicata da Dark Horse Comics.
Dopo il debutto della prima stagione nel febbraio del 2019, l’intraprendente serie – prodotta da UCP, una divisione di Universal Studio Group per Netflix – è giunta al capolinea con la sua quarta stagione, disponibile dall’8 agosto 2024 sulla piattaforma della N rossa.
The Umbrella Academy: dove eravamo rimasti?
Proprio quando credono di aver salvato ancora una volta il mondo e di essere tornati al proprio presente, i fratelli Hargreeves si ritrovano catapultati in un universo parallelo. Qui, il loro amato e dedito padre ha allevato un nuovo gruppo di combattenti superdotati, conosciuti come la Sparrow Academy. In questa nuova squadra, il Numero 1 è il forzuto Marcus (Justin Cornwell), mentre la Numero 3 è la cupa e cieca Fei (Britne Oldford), capace di vedere il mondo attraverso gli occhi dei suoi amati corvi. Il Numero 4 è il deformato Alphonso (Jake Epstein), che può assorbire il dolore inflittogli per restituirlo ai suoi nemici. Poi c’è la dolce e pacifica Sloane (Genesis Rodriguez), che ha il potere di manipolare la gravità, e la Numero 6, Jayme (Cazzie David), in grado di indebolire i suoi avversari provocando allucinazioni con il suo sputo velenoso. Il Numero 7 è poi Christopher, un potente cubo telecinetico. Infine, il Numero 2 degli Sparrow è un volto familiare per gli Umbrella: Ben, il loro compianto fratello che in questo universo è vivo e vegeto, oltre che una sleale canaglia.
Dopo un incontro tutt’altro che pacifico, i fratelli della Umbrella Academy si uniscono alla Sparrow Academy. Mentre cercano di dimostrare quale famiglia sia più degna dell’esigente ed egocentrico padre, devono collaborare per affrontare l’ennesima minaccia di fine del mondo legata al misterioso Hotel Oblivion. Tuttavia, i piani degli Hargreeves raramente vanno come previsto e, dopo un epico scontro, finiscono per far ripartire da zero ancora una volta la loro linea temporale. Al termine dell’ennesimo Big Bang da loro causato, Cinque (Aidan Gallagher), Luther (Tom Hopper), Viktor (Elliot Page), Klaus (Robert Sheehan), Lila (Ritu Arya), Diego (David Castañeda), Allison (Emmy Raver-Lampman) e Ben (Justin Hong-Kee Min) si ritrovano a dover ricostruire una nuova vita… senza poteri. Tuttavia, proprio quando sembrano essersi adattati alle loro vite da comuni mortali, il destino bussa nuovamente alla loro porta, portando con sé una nuova crisi che minaccia la fine del mondo (qui per un riassunto approfondito della Stagione 3).
La fine dell’inizio
Privati dei loro straordinari poteri, nel primo episodio della quarta stagione, ambientato sei anni dopo la conclusione della terza, ritroviamo gli Umbrella sotto nuove vesti. Viktor, silenzioso e introverso, è ora proprietario di un piccolo e frequentato bar. Luther ha intrapreso la carriera di strip-teaser spaziale; mentre Diego e Lila, dopo essersi sposati e aver messo su famiglia, sono alienati in una noiosa vita scandita dagli impegni dei tre figli piccoli. Allison ha finalmente realizzato il suo sogno di fare carriera nel mondo dello spettacolo e di vedere crescere la sua dolce Claire, ora adolescente. E Klaus, che vive nel seminterrato di Allison per gentile concessione, è diventato un sobrio e ansioso zio germofobico che, insieme a Luther, cerca vanamente di tenere unita la famiglia, o almeno ciò che ne resta. Infine, Cinque cerca di dare un senso alla sua nuova vita come dipendente della CIA, mentre frequenta un misterioso e pericoloso gruppo di sostegno.
Ma nonostante abbiano perso i loro superpoteri, il coraggio e il desiderio di combattere contro qualche spietato cattivo rimangono sentimenti costanti negli Hargreeves, come se fossero destinati per sempre a salvare e distruggere il mondo, bloccati in un ciclo punitivo infinito di vittorie e sconfitte. Tuttavia, c’è qualcosa di diverso in questa stagione: i sette fratelli, seppur con non poca titubanza, rispondono ancora una volta alla chiamata dell’universo, che chiede loro di rimettere a posto ciò che è stato lasciato in sospeso fin dall’inizio. Chi con nuovi poteri e chi con quelli vecchi (riavuti dopo aver bevuto l’ultimo barattolo di Marigold), gli Hargreeves si trovano quindi costretti a fare i conti con un destino crudele e severo, ma che si rivela essere tragicamente inevitabile. Dunque sì, è necessario salvare il mondo ancora una volta… ma a quale prezzo, ora?
Una famiglia (super) disfunzionale… come tante altre
Il sacrificio, il destino e la redenzione sono solo alcune delle tematiche affrontate nel corso della serie. Tuttavia, il tema centrale resta quello della famiglia. Gli Hargreeves, al di là dei loro straordinari poteri, sono semplicemente esseri umani fragili e complessi che cercano di essere amati e di amare, e di ricostruire quella famiglia che Sir Reginald ha loro negato. La loro lotta non è solo contro nemici minacciosi e apocalissi imminenti, ma anche e soprattutto contro le proprie insicurezze e debolezze, contro la paura profonda di non essere accettati per ciò che si è e, come se non bastasse, di restare soli.
Ciò che rende davvero gli Hargreeves capaci di entrare in sintonia con gli spettatori è il loro essere irrimediabilmente incasinati e feriti. Questo gruppo di eroi si è sempre distinto per la famiglia malridotta e disfunzionale che rappresentano, incarnando così l’esempio di tante altre famiglie nel mondo. Famiglie in cui ci sono divergenze e incomprensioni, in cui ci si ferisce e non ci si ascolta, in cui le bugie sono all’ordine del giorno e il rancore è alimentato dal silenzio, e in cui si è alla costante ricerca di uno sguardo benevolo e di approvazione.
A differenza di molte altre rappresentazioni di supereroi, quindi gli Hargreeves non sono perfetti né infallibili. Al contrario, la loro unicità e autenticità nascono dalle profonde cicatrici emotive, scaturite da un male comune: la figura paterna di Sir Reginald Hargreeves, un genitore autoritario e distante, che tratta i suoi figli più come strumenti e burattini da manipolare che come individui bisognosi di affetto e amore. Questa rappresentazione realistica e complessa della famiglia è uno dei motivi principali per cui la serie riesce a coinvolgere ed emozionare il pubblico: gli spettatori vedono riflessi nei personaggi non solo le lotte eroiche, ma anche le dinamiche familiari quotidiane, rendendo The Umbrella Academy una storia fantastica di supereroi profondamente umana e paradossalmente sincera.
“Ci sono finali felici e altri necessari”
The Umbrella Academy non è esente da difetti: molti eventi risultano caotici e confusi, e in alcune occasioni la trama appare guidata da una logica stravagante e priva di senso. Diverse sotto-trame rimangono aperte e non vengono adeguatamente risolte nei sei episodi spesso frenetici della quarta stagione. Inoltre, i personaggi, ad eccezione di Viktor e, sotto alcuni aspetti, Klaus, sembrano mancare di un vero arco di evoluzione nel corso delle stagioni. Dal primo all’ultimo episodio, le loro intenzioni di crescita e il desiderio di cambiamento sembrano sempre soccombere alla loro incapacità di perdonare, voltare pagina e guardare davvero avanti. Tuttavia, il tragicomico e bizzarro show di Netflix riesce a farsi amare e, soprattutto, a far affezionare terribilmente il pubblico a questa sgangherata e adorabile famiglia nata per caso (e per errore).
Infine, chi li ha davvero amati spererà con tutto il cuore di rivederli un’ultima volta, negli ultimissimi minuti dell’episodio 6, magari felici, in quel grande e rigoglioso giardino. Ma non siate troppo tristi se questo non dovesse accadere: come tutti i più grandi eroi, gli Hargreeves hanno sacrificato se stessi per salvare il mondo intero, compiendo il più grande atto d’amore e regalando al pubblico il degno finale di uno show che merita senza alcun dubbio di “esistere”, nonostante tutto.