Le terrificanti avventure di Sabrina: recensione della prima stagione

Le terrificanti avventure di Sabrina recensione serie tv

Le terrificanti avventura di Sabrina è un serie che arriva su Netflix venerdì 26 ottobre, più spaventosa di come si può immaginare, dove gli incantesimi leggeri e che facevano danni si trasformano in riti satanici latini, diventando uno show horror e per nulla adatto alle famiglie. Questa serie non è da considerarsi un reboot o un sequel della sit-com di 20 anni fa circa, ma un prodotto totalmente nuovo che trae origine dall’omonima saga a fumetti che è stata creata nel 2014 da Roberto Aguirre-Sacasa (creatore della serie).

 

A sentire che è stato fatto un nuovo progetto su Sabrina, non può che venire in mente la sit-com Sabrina, vita da strega, che ha accompagnato per diverso tempo adolescenti dell’epoca e non solo, tra incantesimi e atmosfera leggera e rilassata. Invece no, della Sabrina degli anni ’90, che era interpretata da Melissa Joan Hart, non rimane proprio niente.

Le terrificanti avventure di Sabrina, prodotta da Greg Berlanti, ha comunque alcuni punti in comune con Sabrina, vita da strega: entrambe hanno sedici anni, vivono con le zie Zelda e Hilda, sono streghe e hanno un ragazzo che si chiama Harvey. Anche in questa serie, ordinata dall’emittente The CW per fare da contraltare a Riverdale, Sabrina è metà umana e metà strega e cerca far conciliare questi due lati di sé, cercando di vivere serena.

Le terrificanti avventure di Sabrina stagione 1

Sabrina (Kiernan Shipka) si trova a combattere le tradizioni, come quella che vuole che, compiuti i sedici anni, una strega debba rinunciare a qualsiasi legame mortale per dedicare se stessa a Satana. La ragazza si trova nella condizione di non voler rinunciare né ai suoi poteri, né tantomeno alla sua vita da adolescente: non vuole rinunciare a se stessa e alla propria libertà. Perché Sabrina è una ragazza combattiva, non riesce a stare nella gabbia e vivere una vita che è già stata decisa per lei è una di quelle cose che la fanno infuriare. Si batte per far sì che chi merita di essere punito lo sia per davvero, è femminista e va contro le tradizioni e, soprattutto, l’idea di patriarcato. Addirittura fonda il club WICCA (Women’s Intersectional Cultural and Creative Association).

Quello che si riscontra da Le terrificanti avventure di Sabrina, è l’attenzione data ai personaggi che non hanno niente di umano, mentre, al contrario, gli umani vengono trattati in maniera abbastanza superficiale. Ma di questo forse è il caso di trattarne in maniera approfondita dopo la seconda stagione della serie, che è già entrata in fase di produzione, per capire se questo fatto sia un difetto della prima stagione o se c’è realmente un motivo che possa intersecarsi con la seconda.

I personaggi che vengono approfonditi in questa serie, sono i componenti della famiglia Spellman, come zia Hilda (Lucy Davis), che ha un istinto materno innato e non vuole che Sabrina viva e cresca nella restrizioni, mentre zia Zelda (Miranda Otto) è quella più satanista, più attaccata alle tradizioni, più devota. Tra le due, forse è il personaggio di Zia Zelda quello che viene maggiormente approfondito ed interiorizzato.  Il ruolo di coscienza e contraltare a Sabrina non appartiene più al gatto Salem, che comunque è presente nella serie, ma al cugino pansessuale di Sabrina, Ambrose (Chance Perdomo), che è stato condannato agli arresti domiciliari dal Concilio delle Streghe e vive a casa Spellman da circa 75 anni.

Se i personaggi della famiglia Spellman funzionano molto bene, pezzi perfetti che si incastrano in un tetris terrificante, attorno ad essi gravitano tutti gli altri personaggi che non sempre funzionano, restando affascinanti ma superficiali.

È chiaro che Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie al rodaggio, specialmente all’inizio ci vuole un po’ per ingranare, bisogna arrivare almeno alla quarta puntata per accorgersi che finalmente tutti gli ingranaggi sono stati oliati e combacino perfettamente. Tante cose aspettano ancora di essere messe a punto e di essere definite, quindi ecco perché, per taluni versi, diventa essenziale la visione della stagione due per non trarre conclusioni affrettate e di poco conto.

In ogni caso, Le terrificanti avventure di Sabrina diventa un contraltare della celebre sit-com, come se fossero lo Yin e lo Yang, due dimensioni parallele di una stessa vicenda, dando più spazio agli incantesimi. I personaggi, almeno i protagonisti, sono ottimamente delineati, così come lo è l’ambientazione. A conti fatti, poco importa che la serie non approfondisca alcune sottotrame, alcuni aspetti o dei personaggi secondari: le avventure terrificanti di Sabrina svolge il proprio lavoro di intrattenimento, invoglia lo spettatore ad approfondire le vicende che ruotano attorno alla combattiva Sabrina, facendo dimenticare i pregiudizi e senza dare modo allo spettatore di praticare il gioco dei paragoni.

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