Loot recensione serie tv

Icona indiscutibile della comicità americana sul grande e piccolo schermo, Maya Rudolph (Saturday Night Live, Le amiche della sposa) è la protagonista assoluta di Loot, serie in dieci puntate prodotta per Apple TV+. Il suo ruolo è quello di Molly Novak, la quale dopo essere stata tradita dal marito magnate dell’informatica si ritrova un patrimonio di 87 miliardi di dollari in seguito alla causa di divorzio. Ma che fare della propria vita quando negli ultimi vent’anni si è soltanto galleggiati nel lusso? La risposta arriva quando Molly scopre di possedere una società che si occupa di beneficenza, e decide di conseguenza di mettersi al comando di essa. Ma il mondo in cui lei vive è ben diverso da quello dei suoi nuovi dipendenti…

 

La ricerca dell’identità in Loot

Creata da Matt Hubbard e Alan Yang – entrambi vengono tra le altre sitcom da Parks & RecreationLoot propone come tema principale la ricerca di identità, nello specifico quella di una donna che si è “persa” all’ombra ingombrante di un uomo di successo. Se la fonte di ispirazione potrebbe alla lontana essere vista nella vicenda di Bill Gates e della sua adesso ex-moglie Melinda, il personaggio principale se ne discosta ben presto per sviluppare i toni e la trama più adatti alla commedia di costume. Il problema principale dello show è quello di non riuscire a sfruttare lo spunto di partenza per proporre al pubblico qualcosa di veramente originale o anche soltanto ficcante.

Fin dalla prima sequenza, che dovrebbe rappresentare il momento drammatico dell’intera vicenda, Loot offre la sensazione di procedere col freno a mano tirato: il tentativo di bilanciare un genere che si presta a ritmi sostenuti e trovate audaci come la commedia, con le ambientazioni raffinate in cui la storia si dipana, risulta un connubio di difficile gestazione per sceneggiatori e registi. Questo non significa che in ogni puntata non ci siano momenti in cui si ride, talvolta anche di gusto: l’impressione rimane però quella che il tentativo di realizzare una sitcom “alta” non funzioni del tutto a dovere, e questo nonostante un cast di attori all’altezza.

Maya Rudolph perfetta protagonista

Maya Rudolph possiede quello charm naturale che la rende credibile nel personaggio di Molly, e sa gestire i tempi comici delle varie scene piegandoli ai propri, ovvero lavorando su quei piccoli attimi di attesa che creano uno scarto di senso sottilmente divertente. È senza dubbio lei il cuore di Loot, e se alla fine le puntate scorrono via senza annoiare lo si deve principalmente al suo talento.

Come detto però il supporto di Nat Faxon – il migliore dei caratteristi a disposizione –  Ron Funches, Joel Kim Booster e una Michaela Jaé Rodriguez tagliente è davvero prezioso, in quanto tutti insieme riescono in più di un’occasione ad elevare il tono comico di storie e situazioni che non presentano davvero alcuna novità. Se tutto sommato Loot si lascia guardare è anche grazie al notevole lavoro di set designer e decorator, i quali hanno ricreato l’universo dorato in cui vive Molly con un mix riuscitissimo di nuovo e classico: molte delle ambientazioni principali dello show si lasciano ammirare senza ostentare inutile opulenza, una caratteristica che senza dubbio sa come intrigare l’occhio dello spettatore. 

Gli ammiratori di Maya Rudolph troveranno in Loot esattamente ciò che stanno cercando, ovvero un’attrice di enorme talento comico che sfrutta al fine di cesellare una figura femminile surreale, fuori dal mondo (vero), narcisista e pacchiana. Eppure l’attrice riesce a rendere Molly comunque amabile, facendone un piccola grande icona/specchio dei nostri tempi. Con un materiale narrativo di maggiore impatto il personaggio e la serie avrebbero potuto avere ben altro impatto comico e satirico, mentre il risultato lascia il sospetto amaro che si sarebbe potuto -e dovuto – fare qualcosa in più.

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