Romulus: recensione dei primi due episodi della serie Sky RFF#15

Dal 6 novembre in esclusiva su Sky e in streaming su NOW TV la serie in 10 episodi tratta dal film Il primo re di Matteo Rovere.

Romulus recensione serie tv

La sua presentazione – attesissima dopo il successo lo scorso anno del film Il primo re, diretto da Matteo Rovere, da cui è stata tratta – fa parte degli Eventi Speciali della Festa del Cinema di Roma.

 

La serie tv Romulus promette di raccontare la fondazione di Roma e soprattutto il mondo dei primi romani dell’VIII secolo a. C. come non era stato mai fatto. La dimensione della serialità consente di soffermarsi di più e meglio sui molteplici aspetti della vita del tempo, di ricreare con dovizia di particolari quel mondo intriso di violenza, paura, riti e credenze arcaiche, divenuto oggetto di miti e leggende. Un approfondimento che non poteva trovare spazio nel film. Si prevede anche una trilogia di romanzi scritti da Luca Azzolini e pubblicata da Harper Collins, i primi due dei quali usciranno in contemporanea con la serie.

Inevitabile chiedersi se Romulus, diretto da Matteo Rovere, Michele Alhaique e Enrico Maria Artale riuscirà a mantenere gli alti livelli non solo visivi del film, ma anche di scrittura e interpretativi, riuscendo a non svilirsi nel compromesso con i meccanismi della serialità televisiva e dell’indirizzo a un pubblico di massa. Della scrittura si sono occupati lo stesso Matteo Rovere, Filippo Gravino (Veloce come il vento, Alaska, Il Primo Re) e Guido Iuculano (Una vita tranquilla, Tutto può succedere, Questione di cuore, Alaska) con un lavoro meticoloso di documentazione e studio delle fonti storiche, durato quattro anni. La serie, come il film, è interamente girata in protolatino.

Romulus, la trama

Lazio, VIII secolo a. C.. Trenta popoli formano la Lega Latina. Ognuno ha il suo re, ma tutti vivono sotto la guida del re di Alba, Numitor. La preoccupazione cresce nella Lega a causa di una prolungata siccità. Si consulta l’aruspice e il verdetto è implacabile: per far tornare la pioggia, gli dei chiedono l’esilio di Numitor. Il trono dovrà passare ai nipoti Enitos, Giovanni Buselli, e Yemos, Andrea Arcangeli, figli di sua figlia Silvia, Vanessa Scalera. I due fratelli sono inseparabili, ma Enitos ama segretamente Ilia, Marianna Fontana, vestale figlia di Amulius, Sergio Romano, fratello di Numitor.  Ilia è rinchiusa nel tempio di  Vesta, dove veglia giorno e notte sul fuoco sacro affinché non si spenga. Nonostante Ilia profetizzi a Enitos che sarà ucciso da suo fratello e gli consigli di allontanarsi da Alba per fuggire il destino, Enitos decide di restare accanto al fratello e regnare insieme. Nel frattempo, a Velia, un gruppo di giovani, i Luperci, viene scelto per un rito di iniziazione: dovrà restare nel bosco per mesi e sopravvivere alla minaccia della dea Rumia, che abita la foresta. Tra questi c’è Wiros, Francesco Di Napoli.  Ad Alba Amulius, convinto dalla moglie Gala, Ivana Lotito, e dal re di Velia, Spurius, Massimo Rossi, prende il potere con la forza. Yemos dovrà fuggire verso il bosco, dove si unirà ai Luperci avvicinandosi a Wiros. Ilia perderà il suo amore e farà un gesto gravissimo, di cui pagherà le conseguenze. Tutto però può cambiare in un attimo in un mondo primitivo, dominato da violenza, paura e mistero.

Romulus mantiene le promesse nonostante qualche compromesso inevitabile

Torniamo dunque alla domanda dell’inizio. Romulus mantiene gli alti livelli del film da cui è tratto, nonostante la diluizione nella serialità? Stando ai primi due episodi, sembra di si. Il progetto è molto curato e riesce a sfruttare al meglio la possibilità di inventare un mondo che ancora non c’è, che non si era mai visto prima, partendo da una minuziosa ricostruzione storica. Il lavoro di scrittura in questo senso è notevole. D’altro canto, si inseriscono elementi che nel film erano assenti, come la sessualità, quindi la nudità, con scene anche molto esplicite, elemento che ne Il primo re mancava. Lo si fa per uniformare il prodotto a dei canoni e attrarre un pubblico di massa. Al posto di una visione problematica e complessa dei rapporti sembra farsi strada una visione semplificata in cui è più netta la distinzione tra bene e male. Questo almeno a giudicare dai primi due episodi. Si introducono figure da tragedia shakespeariana, su tutte Gala, moglie di Amulius, una Lady Macbeth ante litteram, e lo stesso Amulius, un po’ Macbeth un po’ il Claudius dell’Amleto. Non tutti i personaggi però sono curati allo stesso modo, anche se ciò si potrà valutare più compiutamente nello sviluppo della serie. Si pensi ad esempio proprio a Gala, che nei primi due episodi interviene sempre con lo stesso comportamento e la stessa finalità, con una certa prevedibilità. Ciò stona un po’ con l’estrema accuratezza di cui abbiamo parlato sopra.

La regia riesce a restituire sia la vastità di spazi allora sconosciuti e quindi spaventosi, la durezza delle condizioni materiali di vita, sia lo stato di perenne paura, di estrema precarietà in cui vivono i protagonisti. C’è molta attenzione alle emozioni. Lo sguardo del regista si posa sui volti e i corpi dei personaggi, che indaga da vicino per scorgerne gli stati d’animo e i cambiamenti. Si riesce così a creare – con l’aiuto della buona fotografia di Vladan Radovic, sebbene sia difficile raggiungere i livelli di Daniele Ciprì ne Il primo re, delle musiche dei Mokadelic, basate ancora una volta sui ritmi percussivi, adatti al contesto arcaico e creatori di atmosfere piene di attesa e suspense – un’esperienza coinvolgente e un universo credibile, che viaggia tra ricostruzione maniacalmente realistica e fantasia. Il tutto è introdotto dalla sigla di testa, spettacolare sia visivamente che musicalmente, con una bella cover di Shout dei Tears for Fears cantata da Elisa. C’è da augurarsi che i tre registi siano riusciti a trovare un equilibrio di stili e che il livello si mantenga alto durante tutta la serie come in questi primi due episodi diretti da Matteo Rovere.

Un cast di giovani attori da vita a Romulus

Il cast di Romulus punta soprattutto sui giovani. I tre personaggi principali su cui si concentra l’attenzione sono Yemos, interpretato da Andrea Arcangeli (Trust, The Startup), Wiros, Francesco Di Napoli (La paranza dei bambini) e Ilia, Marianna Fontana (Indivisibili, Capri – Revolution). Quest’ultima si distingue nel ruolo della giovane vestale. La sequenza dell’interramento che la vede protagonista è senza dubbio visivamente impressionante e difficile da dimenticare, ma l’attrice dimostra di sapersi esprimere al meglio in più momenti. Si capisce già dai primi episodi come la sua figura sia quella di una ribelle destinata a diventare un’eroina che riscatta il ruolo delle donne in una società fortemente maschile. Da questo si evince, poi, come la serie reinventi il passato per parlare al presente.

Accanto a loro Giovanni Buselli (Gomorra – La serie), Silvia Calderoni (Riccardo va all’inferno), Demetra Avincola (Fortunata, Loro 2), Ivana Lotito (Gomorra – La serie), Gabriel Montesi (Favolacce, Il primo re) sono solo alcuni dei componenti del nutrito cast della serie. Prodotto da Sky, Cattleya e Groenlandia, Romulus arriva su Sky dal 6 novembre.

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Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni, la musica (rock e pop), la pittura e l'arte in genere.
romulus-skyLa regia riesce a restituire sia la vastità di spazi allora sconosciuti e quindi spaventosi, la durezza delle condizioni materiali di vita, sia lo stato di perenne paura, di estrema precarietà in cui vivono i protagonisti.